martedì 17 luglio 2007

BLACK OUT






Con l’arrivo dell’estate, emerge il vero volto della realtà energetica italiana, e cioè che siamo quasi completamente dipendenti dagli altri Paesi e che non appena aumentano i consumi medi di energia, il Paese va in ginocchio…
Con l’arrivo delle prime giornate torride, sono aumentati i consumi di energia, dovuti all’utilizzo, sempre più frequente, di climatizzatori, ormai sempre più utilizzati nelle case, oltre che negli uffici, nei centri commerciali o nei negozi…Certo, spesso il caldo è insopportabile, soprattutto in quegli ambienti di lavoro che richiedono uno sforzo fisico e/o mentale, causando un calo della concentrazione…Però è anche vero che spesso se ne fa un uso smisurato ed inopportuno. A quanti di noi è capitato di uscire da un centro commerciale e ritrovarsi con un netto cambio di temperatura esterna, che di certo non fa bene per le nostre ossa o nervi (il classico mal di collo o spalle).

Si sentono così anche le prime notizie tragicomiche, come l’ENI che ha deciso, come in Giappone, di abolire l’obbligo della giacca e cravatta per i suoi dipendenti, facendogli indossare delle camicie sbottonate, in quanto, secondo accurate ricerche, se portate abbottonate fino al collo, provocano un aumento della temperatura corporea di 2 gradi. Tutto questo per ridurre l’uso dei climatizzatori; oppure alcune fabbriche hanno dovuto chiudere per eccesso di calura.
Ora al di là del discorso relativo all’uso sconsiderato o meno dell’energia (cosa che più o meno avviene in tutti i Paesi industrializzati), c’è comunque una carenza di fondo del nostro Paese, relativa alla corrente elettrica appunto. Servirebbe un maggiore investimento nelle cosiddette energie alternative, cioè quelle provenienti dal sole, vento, acqua…Per non parlare di una possibile reintroduzione dell’energia nucleare, abolita in Italia tramite referendum dell’87, all’indomani del disastro di Cernobyl che sicuramente, destando preoccupazioni, indirizzò il voto verso l’abrogazione di centrali alimentate mediante la fissione nucleare, ma che effettivamente a poco serve, se la nostra vicina Francia ne ha, e che un eventuale e inaugurato disastro, provocherebbe danni nel giro di un paio di giorni anche in Italia e duraturi per decenni (vedi Cernobyl).
Mi chiedo, inoltre, cosa facciano i Verdi al Governo, se da parte loro non arrivano mai concrete proposte di legge su eventuali provvedimenti a favore di un maggiore investimento verso le fonti alternative…Un tempo almeno, promuovevano referendum per salvare uccellini o pesciolini; ora anche loro si sono dati all’esclusivo pacifismo o anti-berlusconismo, tanto da rientrare, anche loro sotto la nomea di “sinistra radicale”…
Intanto anche tale settore, quello dell’energia elettrica, è stato liberalizzato…Sperando che non sia la solita liberalizzazione “Made in Italy”, dove a perderci siano solo i consumatori.


3 commenti:

  1. La mia ditta si occupa di costruzione di linee elettriche per conto della Terna, ed effettivamente il problema energia elettrica in Italia è preoccupante.
    Introdurre centrali nucleari sarebbe la soluzione ottimale, ma come hai ben scritto, si ha ancora troppa paura, non calcolando che essendo confinanti con la Francia in pratica in caso di incidente i risultati sarebbero simili...............ma l'Italia funziona così si sa.
    Si evidenziano i problemi ma nessuno mai poi si preoccupa di trovare soluzioni ottimali.....

    Buona serata ;)

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  2. Non so se è giusta la scelta italiane sul nucleare, ma di sicuro non salvaguardia nulla, con le centrali presenti in Europa.I contrari al nucleare sostengono le loro tesi con il problema dello smaltimento delle scorie.Più la sicurezza delle centrali.E' un fatto che noi ne siamo sprovvisti e gli altri no.Poi alcuni, e non sono pochi, trovano antiestetico
    l'eolico perchè deturpa l'ambiente...
    Ora non dico di creare centrali eoliche sulla spiaggia di Santa Severa ma ci saranno posti che sarebbero in grado d' accogliere queste centrali...o no?

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  3. Il continuo riproporsi dell'emergenza energetica durante i mesi estivi è una baggianata un po' come quella idrica; in realtà acqua ed energia ci sarebbero, il problema è CHE ENTRAMBE VENGONO SPRECATE MOLTISSIMO a causa di usi impropri o per inciviltà. Rubinetti aperti di continuo, acqua potabile usata per lavare la macchina, captazioni abusive dai fiumi per irrigare, ecc. Per l'energia è la stessa cosa: luci lasciate inutilmente accese, uso eccessivo dei condizionatori (con temperature di 20°C nei locali chiusi!), uso di lampade eccessivamente "sprecone", ecc. ecc.
    Ora non è per andare sul ridicolo, ma sapete quanta acqua si risparmia lavando i denti a rubinetto chiuso? O innaffiando i fiori con l'acqua piovana raccolta e immagazzinata? O installando sciacquoni moderni con la possibilità di regolare il flusso dell'acqua in uscita? O munendo i rubinetti di casa di semplicissimi economizzatori idrici di nuova concezione? O adottando lampadine a risparmio energetico? O usando razionalmente l'elettricità?
    Il problema dunque non è strutturale, è CULTRALE. Nel nostro Paese manca la cultura del rispetto delle risorse, viste solo come un diritto e non come un BENE. Quindi, prima di fasciarci la testa e piangere ad ogni estate, drizziamo la schiena ed impariamo a usare in modo sensato quello che già abbiamo a disposizione; se poi emergeranno carenze o altri problemi, interverremo con piani seri e SCIENTIFICAMENTE GIUSTIFICATI, senza fare le cose all'italiana, cioè superficialmente e senza avere le conoscenze necessarie.
    Naturalmente in questo quadro, tutte le soluzioni adottabili in grado di produrre energia senza inquinare (pannelli fotovoltaici o solari, impianti eolici, ecc.) dovrebbero essere bene accette. Il problema anche qui però è culturale: l'italiano "medio" è sempre poco propenso ad accettare il nuovo, anche se benefico: pensiamo ad esempio ad una ditta medio grande con dei capannoni: quanto potrebbe risparmiare di bolletta installando sui tetti dei pannalli solari usufruendo anche di incentivi statali? Una ditta (si spera) ha durata molto lunga, quindi l'investimento in breve tempo sarebbe recuperato ed arriverebbero i guadagni.
    Il fatto che qualcuno contesti i pannelli solari o le pale eoliche è specchio di quanto detto sopra.
    Certo non si può pensare "tanto ci pensano i Verdi": il cambiamento coinvolge tutti, e tutti sono chiamati ad informarsi e a partecipare con il loro contributo.

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