venerdì 28 novembre 2014

UNIVERSITA’ AMERICANE A LUCI ROSSE: MOLESTATA UNA STUDENTESSA SU CINQUE, ANCHE UNA RICERCATRICE ITALIANA

UN’INCHIESTA DEL GOVERNO HA RILEVATO IL FENOMENO E LA VITTIMA ITALIANA E’ ANNARITA DI LORENZO, NELLA PRESTIGIOSA YALE

Forse chi ha ideato la saga cinematografica cult anni ’80 Porky’s, Bob Clark, antesignana della più recente American pie, aveva già previsto il futuro o quasi. Anzi, era stato pure troppo ottimista. Se infatti nel film i fautori delle marachelle a luci rosse erano giovani studenti liceali americani, nella realtà si tratta di Università e perfino di docenti o presidi. Una recente indagine del Governo americano ha rivelato come una studentessa su cinque è stata vittima di molestie sessuali. E gli atenei stanno facendo poco o niente per mitigare il fenomeno. Vittima anche un’italiana, Annarita Di Lorenzo, ricercatrice presso una delle più prestigiose Università del mondo, Yale, da 300 anni fucina di presidenti, miliardari e premi Nobel. A molestarla sarebbe stato addirittura il Preside, che avrebbe pure messo i bastoni tra le ruote al suo fidanzato, Frank Giordano, cardiologo nella stessa facoltà.
                
LA VICENDA - Tutto è cominciato con una lettera scritta in un italiano approssimativo. "Voglio baciarti sulle labbra in Liguria", diceva il preside del dipartimento di Cardiologia della Yale University a Annarita Di Lorenzo, di 18 anni più giovane di lui. "E voglio baciarti in ogni parte del corpo, in ogni continente e in ogni città del mondo". Secondo il New York Times, che ieri ha pubblicato in prima pagina una ricostruzione della vicenda, quando la Di Lorenzo ricevette nel febbraio del 2010 la lettera del preside, Michael Simons, gli fece subito sapere che non era affatto gradita: anzi, la considerava offensiva, non fosse altro perché lui era sposato e lei era fidanzata, tra l'altro con un cardiologo della stessa facoltà, Frank Giordano. Ma non servì a nulla: il preside le rispose che aveva scelto "l'uomo sbagliato", mentre lui le prometteva un futuro brillante e di aprirle "il mondo della scienza".
Simons fece poi di peggio, mettendo i bastoni tra le ruote a Giordano, che era un suo collaboratore, bloccandogli la carriera e infrangendo uno dei capisaldi della morale sessuale americana: nessuno può approfittare della sua posizione professionale per avviare un rapporto intimo. "Rimasto sotto le ceneri per cinque anni, il caso è esploso e solleva interrogativi sulla sensibilità di Yale in fatto di molestie", ha tuonato ieri il New York Times. L'Università infatti ha reagito in modo lento e contraddittorio.

DONNE POCO TUTELATE - La Di Lorenzo, che nel 2011 si era trasferita all'università di Cornell, mentre Giordano, poi diventato suo marito, era rimasto a Yale, si era rivolta a un'apposita commissione sulle infrazioni di natura sessuale. L'indagine ha confermato le accuse al capo del dipartimento, chiedendo che gli fosse tolto l'incarico e venisse allontanato per 5 anni da ogni responsabilità amministrativa. Ma il rettore di Yale, Ben Polak, si è limitato a una sospensione di 18 mesi: forse per non mettere in pericolo i milioni di dollari di finanziamenti che Simons otteneva per le ricerche. "La vicenda è un campanello d'allarme", ha scritto un gruppo di docenti-donne al presidente di Yale, Peter Salovey. "Non c'è trasparenza, né onestà, né un clima favorevole alle donne".
Qualcuno ricorda che appena cinque anni fa il governo aprì un'inchiesta quando alcuni studenti maschi si divertirono a urlare in mezzo al campus: "Per noi "no" significa "sì", e "sì" significa sesso anale". Da allora i tempi sono un po' cambiati, ma non troppo: "Specie nella facoltà di medicina, dove l'uguaglianza per le donne batte la fiacca", dice Joan Steitz, famosa biologa molecolare. L'unica consolazione per la Di Lorenzo? Sull'onda delle polemiche, il capo-cardiologo, che aveva già ammesso "l'errore", ha deciso di non tornare mai più a Yale.


(Fonte: LaRepubblica)

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