ANDATA IN FUMO LA TERZA ASTA PER COMPRARE I SUOLI DEL
QUARTIERE, AL FINE DI UN SUO RILANCIO. A PESARE SOPRATTUTTO LA MANCATA BONIFICA
E IL RITARDO NELLA REALIZZAZIONE DEI LAVORI IN PROGRAMMA
“Ma che affare. Vendo Bagnoli, chi la vuol comprare?”
cantava Edoardo Bennato. Peccato però che nessuno lo voglia. Eppure parliamo di
un quartiere dalle grandi potenzialità turistiche, stuprato dalle industrie
inquinanti che hanno sì portato lavoro, ma anche mietuto morti e distrutto
l’ambiente. La terza asta indetta al fine di concedere a un’azienda la gestione
dei suoli di Bagnoli, è andata infatti in fumo. Il quartiere è ancora
degradato; molti lavori programmati non sono mai partiti.
L’ASTA - Per la terza volta
il bando per la vendita dei suoli di Bagnoli non ha avuto esito. Dei quattro soggetti che avevano manifestato interesse
all'acquisto - la CoopCasaBagnoli, l'Italrecuperi, l'azienda edile che fa capo
ai Pacifico e un'impresa dell'area vesuviana - solo quest'ultima, hanno
rivelato alcune fonti, ha inviato la busta. Ma l'offerta è stata immediatamente
dichiarata inidonea dalla commissione di gara costituita dalla Bagnolifutura.
Motivo: non risponde ai requisiti previsti dal bando. Il primo lotto, adiacente
la Porta del Parco, ha una superficie di circa 16.000 metri quadrati e in esso
ci sono molte case da costruire ma anche alcuni uffici, negozi e strutture di
servizi. «Proprio per questo motivo come cooperativa - spiega Osvaldo
Cammarota, presidente della CoopCasaBagnoli - non ce la siamo sentita di
presentare l'offerta».
UN TIMIDO OTTIMISMO - I 21
milioni, prezzo fissato a base d'asta, sono indispensabile alla Stu presieduta
da Omero Ambrogi per uscire dalla complessa situazione finanziaria in cui si
dibatte da tempo e pagare i debiti accumulati, che ammonterebbero a oltre 300
milioni. Soldi che in parte la Stu sta cominciando a pagare attraverso accordi
transattivi con i creditori. Ma l'ex magistrato che guida la società di
trasformazione urbana controllata dal Comune è fiducioso: «L'esito della gara
conferma certo il permanere di difficoltà che ancora non rendono pienamente
appetibili i lotti messi in gara, ma, a differenza del passato, vi sono state
quattro manifestazioni di interesse e un'offerta ritenuta inidonea solo perché
formulata con modalità non corrispondenti a quelle previste dal bando». Secondo
Ambrogi, le manifestazioni di interesse prima e l'offerta poi, sia pure da
sola, dimostrano che, pur in un contesto di crisi del mercato immobiliare, ci
sono soggetti interessati che percepiscono la convenienza di investire
nell'acquisto dei suoli posti in vendita da Bagnolifutura. Ecco perchè il presidente
di Bagnolifutura annunzia che a giorni sarà indetto un nuovo bando di vendita,
il quarto, che tenga conto delle criticità manifestate da più parti. Apportando
perciò ulteriori modifiche ai bandi precedenti, in primis la riduzione del 10%
della base d’asta.
UN QUARTIERE ANCORA DEGRADATO
- Probabilmente, alla base dell'ennesimo flop, c'è il fatto che da troppo tempo
tutti i lavori nell'area sono fermi e le opere pubbliche non sono state
avviate, al punto che il ministro Barca ha assegnato il bollino rosso al Turtle
Point. Non sono entrati in attività il Centro Benessere, dato in gestione al
gruppo Castiglione di Ischia, e la Caffetteria affidata a Vegezio. Così come
langue ormai da mesi il Parco dello Sport. Ma, ciò che è più grave, è ferma la
bonifica, che è ancora oggi al 65% dell'intera area e finora è costata circa 82
milioni. Cosi come dovrebbe finalmente essere avviato il cantiere del primo
lotto del Parco urbano, finanziato con i fondi dell’Unione Europea, per il
quale l’anticipo da parte della Regione Campania è già stato erogato. Ecco
perchè Omero Ambrogi sostiene che «il completamento delle opere in corso, la
prossima apertura di quelle già completate e l'inizio dei lavori del primo
lotto del Parco Urbano saranno elementi d'incentivazione per gli eventuali
nuovi investitori». Già, ma in che tempi?
Un’ottima occasione persa per il rilancio di Bagnoli è stata
l’America’s cup. La Giunta de Magistris, all’indomani del suo insediamento,
aveva provato a proporla come tappa per le qualificazioni. Ma la palese
impreparazione dell’area, dovuta al malgoverno delle giunte precedenti, ha
virato la scelta verso Venezia.
Basta guardare qualche foto del pontile di Bagnoli, unico
lavoro portato a termine dal carrozzone pubblico di Bagnoli Futura spa, per
rendersi conto della potenzialità della zona: http://lucascialo.blogspot.it/2012/04/il-pontile-nord-di-bagnoli-da-accesso.html
(Fonte: Corriere
del Mezzogiorno)
sicuri che sia un affare???
RispondiEliminaQuann cost??
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