NELLA SOLA fascia
costiera risiede il 90% della popolazione. LE RECENTI PIOGGE TORRENZIALI
STANNO ARRECANDO NUOVI DISAGI, MENTRE L’EX SINDACO DI GENOVA VINCENZI CITATO
COME RESPONSABILE CIVILE PER I FATTI DEL 4 NOVEMBRE 2011
L’abusivismo edilizio che ha letteralmente stuprato il
nostro Paese in lungo e in largo tra gli anni ’50 e ’80, mostra i suoi effetti
ad ogni autunno e inverno, quando le piogge si fanno più insistenti e il
territorio mostra tutta la sua fragilità. Gli alberi sradicati fanno sì che la
terra non sia più impermeabile e capace di assorbire l’acqua piovana, che così
scende a valle senza freni. I fiumi deviati nel loro percorso, ad ogni pioggia
si riprendono il proprio letto. Ed ecco che frane e alluvioni creano disastri
da Nord a Sud. Una Regione su tutte sembra essere l’emblema di questa
situazione: la Liguria. La pioggia di questi giorni ha provocato un disperso a
Genova dopo essere stato travolto da un torrente, mentre a Nervi due villette sono
state evacuate per uno smottamento; per non parlare della frana che ha
investito un treno venerdì ad Andora, che è ancora fermo e scivola sempre più
verso il mare. Il tutto, mentre l’ex Sindaco di Genova Vincenzi ed altri membri
del Comune sono stati citati per responsabilità civile per l’alluvione che
colpì Genova il 4 novembre 2011…
IL 100% DEL TERRITORIO A RISCHIO
IDROGEOLOGICO – Secondo i dati contenuti nel rapporto 'Ecosistema
rischio' stilato da Legambiente insieme alla Protezione Civile, che disegna una
mappa della pericolosità potenziale sul territorio italiano, il 99% dei Comuni della
Liguria (232), le sono a rischio idrogeologico. Leggermente meglio, ma quasi
uguale, la Toscana, dove è a rischio il 98% dei comuni (280).
In Liguria è a rischio il 100% del territorio in provincia
di La Spezia. La Regione ha poi delle vere e proprie aree 'rosse': e cioè
quelle della fascia costiera in cui risiede il 90% della popolazione (ma pari
al 5% del territorio), dove urbanizzazione e antropizzazione hanno contribuito
"ad accrescere i pericoli" esponendo "cittadini e beni della
comunità". Nel 46% delle amministrazioni sono presenti interi quartieri in
aree a rischio.
I PUNTI CRITICI – Secondo Santo
Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria: “Troppe le criticità, troppi
ancora i problemi legati ad una politica del territorio inadeguata: dal tunnel
della Fontanabuona, carente persino di una analisi costi/benefici relativi
all’opera e alla sicurezza idrogeologica di quel comprensorio. Invece di
finanziare strade e tunnel si dovrebbe sostenere una seria mappatura del
dissesto del territorio e gli interventi per ridurre il rischio e l’esposizione
alle frane delle infrastrutture esistenti. Per non parlare dello scolmatore del
Bisagno, dagli enormi costi economici e realizzabile in decenni, che non
permette di affrontare il problema della manutenzione del territorio a partire
dai versanti boscati da cui si origina il torrente, che andrebbero mantenuti e
puliti e non ulteriormente cementificati, come nel caso del rio Mermi a
Genova”.
"Nello spezzino poi, non sembra si voglia far tesoro
delle situazioni drammatiche che sono accadute, e si continua a non mettere la
difesa del territorio in cima alle priorità – sostiene Stefano Sarti, vicepresidente
di Legambiente Liguria - basti pensare che in una zona colpita dall'alluvione
dell'Ottobre del 2011 come quella di Brugnato, si sta realizzando un grande
contro commerciale, che secondo la nostra associazione -che a presentato su
questo ricorso al TAR Liguria- e' stato approvato con una carenza nella
valutazione di impatto ambientale, quando sarebbe addirittura stata necessaria
una Valutazione Ambientale Strategica".
E' quindi necessario eliminare tutti gli alibi che emergono
quando si affronta il dissesto idrogeologico: la prima causa delle alluvioni è
l'urbanizzazione delle aree inondabili e limitrofe alle zone a rischio frana,
su cui e' possibile agire subito, e non solo il cambiamento climatico che
presume interventi politici di alto livello. Le 'pulizie fluviali' sono un
ulteriore aspetto da considerare perchè la vegetazione in alveo intercetta e
trattiene parte degli alberi portati in alveo dalle frane e riduce la velocità
della corrente e la sua forza distruttiva. Se gli alvei fossero completamente
ripuliti, le alluvioni e le conseguenze a valle sarebbero ancora più violente.
COMUNE DI GENOVA CITATO COME
RESPONSABILE CIVILE - Il gup Carla Pastorini ha autorizzato la citazione
del Comune di Genova come responsabile civile nel processo a carico dell’ex
sindaco Marta Vincenzi, l’ex assessore alla sicurezza Francesco Scidone e altre
quattro persone, per l’alluvione del 4 novembre 2011 che costò la vita a sei
donne, di cui due bambine. Lo ha deciso nel corso dell’ udienza preliminare.
Sono state rigettate invece le richieste di costituzione come parti civile dei
commercianti della zona che subirono danni materiali.
Oltre a Vincenzi e Scidone sono imputati anche i dirigenti
comunali Gianfranco Delponte, Pierpaolo Cha e Sandro Gambelli e Roberto Gabutti,
referente delle organizzazioni di protezione civile. Gli esponenti politici e i
tre funzionari comunali sono stati accusati di falso, calunnia e omicidio
colposo plurimo, mentre Gabutti solo di falso e calunnia.
La prossima udienza è fissata per il 31 marzo. Il gup ha
fissato il calendario fino alla fine di maggio. In aula erano presenti Del
Ponte, Gambelli e Cha.
Un po' come quelli che si sono fatti la casa alle pendici dell'Etna.....mah....ma chi ha concesso le autorizzazioni?
RispondiEliminase si avverasse la profezia dei bolognesi, sarebbero cazzi!
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