mercoledì 25 giugno 2008

PROCESSO SPARTACUS...DURO COLPO AI CASALESI


La Corte di Assise di Appello di Napoli ha confermato le 16 condanne all'ergastolo per i boss del clan camorristico campano dei Casalesi.
Carcere a vita, dunque, per Francesco Schiavone, 55 anni detto Sandokan; Francesco Bidognetti, soprannominato Cicciotto 'e mezzanotte; per i boss latitanti Michele Zagaria e Antonio Iovine; ma anche a Giuseppe Caterino, Mario Caterino (latitante), Cipriano D'Alessandro, Giuseppe Diana (latitante condannato in primo grado a nove anni), Enrico Martinelli, Sebastiano Panaro, Giuseppe Russo, Francesco Schiavone, detto 'Cicciariello', Walter Schiavone, Luigi Venosa, Vincenzo Zagaria e Alfredo Zara. Pena ridotta per Giuseppe Russo che nel 2005 è stato condannato all'ergastolo e ora a 30 anni. Per altri 13 imputati condanne comprese tra i 2 e 30 anni di reclusione.
Si conclude con questa sentenza il “Processo Spartacus”, iniziato il 1^ luglio 1998 nella Corte D'Assise del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (Caserta) e che ha preso forma in seguito alle indagini condotte dal 1993 dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Il processo penale è poi terminato in primo grado il 15 settembre 2005 con 95 condanne e 21 assoluzioni. Altri dieci imputati sono deceduti prima della conclusione del dibattimento. Il 16 giugno 2008 si è svolta l'ultima udienza del processo d'appello.
Tra i presenti in tribunale vi era anche lo scrittore Roberto Saviano, che come è noto a tutti ormai, ha descritto le malefatte dei Casalesi nel suo libro “Gomorra”, commentando ovviamente con soddisfazione la sentenza, dicendo che si tratta (e direi si deve trattare) però solo dell’inizio.
I cittadini di Casal di Principe, intervistati da varie emittenti televisive, non si sono invece pronunciati sulla sentenza. Sentono ancora forte la presenza della camorra sul loro territorio e forse una svolta in quelle terre, come nel resto del napoletano e casertano, si avrà con altre sensibili vittorie dello Stato sull’”antistato”, o se vogliamo su questa sorta di “stato parallelo”.

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