Clemente Mastella cambia il nome del proprio partito, l’Udeur, in “Popolari per il sud”; lo ha annunciato lunedì scorso a Roma nella Chiesa del Gesù (da buon democristiano; d’altronde lì il buon Giulio Andreotti confessava al fedele parroco le proprie nefandezze politiche) davanti ad un centinaio di sostenitori e qualche giornalista. Per un numero così esiguo di persone sarebbe bastata anche la sua amatissima Telese, o il suo Feudo di Ceppaloni.
L’ex guardasigilli, ora parlamentare europeo nelle file del Pdl, ha affermato che l’obiettivo di questo cambiamento è quello di colmare il vuoto politico nel Sud a livello locale, restando altresì fedele all’alleanza col partito del Premier. Ha anche ammesso che non ci ha dormito la notte per scegliere il nuovo nome (lo credo, in effetti è di grande originalità), che il suo partito si rivolge a tutte le forze disposte a parlare e a fare il bene del meridione, e che non si muove in chiave anti-Lega. Una battuta infine su una sua presunta partecipazione al reality “L’isola dei famosi”: « (…) Ebbene come potete credere che sia così imbecille da andare all’isola dei famosi; ci sarei andato ma solo per perdere peso». L’idea in fondo, non sarebbe stata male.
Cambia quindi nome il partito di Mastella, ma dubito cambierà la propria sostanza e modo di fare; quello cioè di prevedere quale sarà il carro dei vincitori per poi salirci, ma anche poter contare in fase decisoria, con il proprio pugno di parlamentari pronti a far cadere un Governo all’occorrenza. Come del resto accadde con il secondo Governo Prodi.
In effetti Mastella fa ciò che gli permette il nostro sistema democratico, a volte anche troppo democratico: dare peso ad un partito che a livello nazionale ha meno del 2%, facendo sì che il suo leader diventi anche Ministro della giustizia, e tenga sotto scacco un’intera maggioranza di Governo. Per poi passare all’altra coalizione (anche a livello locale) per avere sempre una comoda poltrona su cui sedersi.
(Fonte: Corriere del Mezzogiorno)
L’ex guardasigilli, ora parlamentare europeo nelle file del Pdl, ha affermato che l’obiettivo di questo cambiamento è quello di colmare il vuoto politico nel Sud a livello locale, restando altresì fedele all’alleanza col partito del Premier. Ha anche ammesso che non ci ha dormito la notte per scegliere il nuovo nome (lo credo, in effetti è di grande originalità), che il suo partito si rivolge a tutte le forze disposte a parlare e a fare il bene del meridione, e che non si muove in chiave anti-Lega. Una battuta infine su una sua presunta partecipazione al reality “L’isola dei famosi”: « (…) Ebbene come potete credere che sia così imbecille da andare all’isola dei famosi; ci sarei andato ma solo per perdere peso». L’idea in fondo, non sarebbe stata male.
Cambia quindi nome il partito di Mastella, ma dubito cambierà la propria sostanza e modo di fare; quello cioè di prevedere quale sarà il carro dei vincitori per poi salirci, ma anche poter contare in fase decisoria, con il proprio pugno di parlamentari pronti a far cadere un Governo all’occorrenza. Come del resto accadde con il secondo Governo Prodi.
In effetti Mastella fa ciò che gli permette il nostro sistema democratico, a volte anche troppo democratico: dare peso ad un partito che a livello nazionale ha meno del 2%, facendo sì che il suo leader diventi anche Ministro della giustizia, e tenga sotto scacco un’intera maggioranza di Governo. Per poi passare all’altra coalizione (anche a livello locale) per avere sempre una comoda poltrona su cui sedersi.
(Fonte: Corriere del Mezzogiorno)
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