venerdì 23 settembre 2011

LA MAGGIORANZA SALVA MILANESE PER SALVARE SE STESSA


DECISIVO IL VOTO DELLA LEGA, CHE HA GIA' ANNUNCIATO CHE SALVERA' ANCHE IL MINISTRO ROMANO


Con 312 No e 306 Sì la Camera ha respinto la richiesta di arresto per il deputato Pdl Marco Milanese, ex braccio destro del Ministro Giulio Tremonti. Ha votato compatta per il No tutta la maggioranza, sebbene non sono mancati i “franchi tiratori”, quantificati in 7 unità. Il dato emerge analizzando le presenze nell'aula: l'opposizione schierava 299 deputati, mentre i Sì all'arresto sono stati 306.
Dunque anche l’Udc ha votato Sì per l’arresto, mettendo da parte quel garantismo “a priori” che ormai non è più tollerabile.


LA LEGA FA LA FORCAIOLA A GIORNI ALTERNI - La Casta quindi applica ancora una volta “due pesi e due misure”, come fatto a luglio per l’onorevole Papa. La 



differenza tra Marco Milanese (salvato) e Alfonso Papa (mandato in carcere) l'hanno fatta 29 deputati, poiché per il secondo votarono 293 per negarne l'arresto, su 319 che ne occorrevano. Decisivo l’atteggiamento della Lega. Partito che la domenica aizza il proprio elettorato con feste folkloristiche inneggiando a quella secessione promessa a vuoto da vent’anni (di cui 10 passati al Governo) e poi in settimana si piega al volere del Cavaliere. Non a caso, ha già fatto capire che voterà No anche alla sfiducia al Ministro Romani, indagato per Mafia, verso cui la Camera si pronuncerà la settimana prossima.


LE ACCUSE RIVOLTE A MILANESE SONO PIU’ GRAVI DI QUELLE DI PAPA - Tutti nella maggioranza sapevano che se Milanese fosse andato in carcere, sarebbe 



saltato il Governo. Quest’ultimo è uno stretto collaboratore del Ministro dell’economia Giulio Tremonti, il quale non avrebbe retto un tale affronto. Oltretutto, nota è la solidità dell’asse che unisce il Carroccio con quest’ultimo. Eppure le accuse che coinvolgono Milanese sono ancor più gravi di quelle rivolte dai Pm ad Alfonso Papa: in uno dei due filoni dell'inchiesta sulla P4 è accusato di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere.



La Casta ha dunque perso l’ennesima occasione per riacquisire un minimo di credibilità agli occhi del popolo italiano. Il quale si ritrova un Premier che, nonostante i tanti scandali che emergono ormai quotidianamente dalle intercettazioni, e il declassamento di Standad’s & poor, continua a dire di avere una maggioranza e di non pensare minimamente di dimettersi. Pertanto, non si aspetta più nulla da lor signori.
 

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