GLI AUTOTRASPORTATORI HANNO PARALIZZATO IL PAESE COME
ACCADDE IN CILE NEL ’72, MOSSI DA MOTIVI COMUNQUE OPPOSTI
La situazione sta lentamente tornando alla normalità, dopo
giorni di disagio causati dallo sciopero degli autotrasportatori che hanno
bloccato diversi svincoli autostradali, provocando il mancato rifornimento dei
carburanti e dei supermercati. Scioperano contro le liberalizzazioni e il
costante aumento di tasse, pedaggi e benzina. E sono già scattate le analogie
con quanto accadde al Presidente cileno Salvador Allende, pure “vittima” di un
clamoroso sciopero dei camionisti che iniziò il 9 ottobre del 1972 e durò ben
24 giorni. Gli autotrasportatori cileni protestavano contro le statalizzazioni
messe in atto dal governo socialista, sebbene siano state accertate anche
ingerenze americane.
LE RIFORME DI ALLENDE - Salvador
Allende inizia ufficialmente il suo mandato il 4 novembre 1970; il suo è il
primo governo di sinistra che dal dopoguerra va al potere regolarmente eletto.
Le riforme cui Allende mette mano alacremente sono effettivamente
impressionanti per audacia ed estensione. Su tutte, le riforme vere destinate
ad intaccare la struttura economica del Paese, sono quelle messe in atto tra il
dicembre del 1970 e il gennaio del 1971: il governo prepara in Parlamento la
nazionalizzazione del rame, del salnitro, del carbone e del ferro; istituisce
l’Area de propiedad social (Aps), la partecipazione dei lavoratori alla
gestione delle imprese statali. Accelera la riforma agraria. E procede
all’acquisizione allo Stato delle banche cilene (di cui il 3% monopolizza il
45% dei depositi, il 55% dei profitti e il 44% dei prestiti) e di quelle
straniere. Nel 1971 viene nazionalizzata anche la Compañía de Teléfono y
Telégrafo, proprietà della multinazionale nordamericana Itt.
Il primo impatto è straordinario:l’utilizzo degli impianti
risale dal 75 al 95%, la disoccupazione scende in due anni dal 9 a meno del 4%,
la crescita del Pil raggiunge nel 1971 il 7,7%. La ricaduta è altrettanto
straordinaria. Le reazioni interne ed estere a questo programma, che di fatto
intacca interessi fondamentali delle multinazionali, fra cui innanzitutto
quelli del rame, portano a paure, poi a complotti, spostamento di capitali
all’estero, speculazioni e manovre politiche. Su tutte quelle americane.
LO SCIOPERO DEI CAMIONISTI E LE
INGERENZE AMERICANE - Il giorno 9 ottobre del 1972, lo sciopero dei
camionisti, cui si aggiunsero i trasporti tutti, microbus e taxi compresi, non arrivò
in Cile come una sorpresa. La Confederación Nacional del Transporte, guidata da
León Vilarín (la cui potenza politica secondo un suo collega sindacale «valeva
milioni di dollari»), espressione del gruppo dell’ultradestra «Patria y
Libertad», riuniva 165 sindacati di camionisti, contava 40 mila iscritti e
controllava 56 mila veicoli. Come si è poi scoperto, nel corso della
declassificazione dei documenti del governo americano, lo sciopero era parte di
quello che un memoriale della Cia definiva «Plan Septiembre», ed era così poco
una sorpresa che venne annunciato dall’allora ambasciatore americano in Cile,
Nathaniel Davis, con un messaggio segreto indirizzato direttamente a Nixon, con
un giorno di anticipo. Il testo, brevissimo, diceva: «Per proteggere gli
interessi dell’opposizione, lo scontro può rivelarsi inevitabile». Lo sciopero
dei camionisti si prolungò per 24 giorni, mise in ginocchio il Paese, e si
concluse, almeno in una sua prima fase, con la decisione da parte di Allende di
procedere a un rimpasto di governo facendo entrare agli Interni un militare, e
con la promessa di non toccare il settore. Non servì né l’una né l’altra mossa.
E i camionisti si affermarono come coloro che avevano segnato l’inizio della
fine del governo Allende, fama in verità immeritata ed esagerata.
Obiettivi diversi e contesti storici diversi, certo. Ma tra
quanto accadde al Governo Allende e quanto accade al Governo Monti c’è solo una
linea sottilissima. In fondo, la benzina aumenta irrefrenabilmente da anni,
tanto quanto le tasse e i pedaggi. Ma contro il precedente Governo non si è mossa
una foglia. Ci ha dovuto pensare lo Spread…
(Fonte: La
Stampa)
un esempio un pò pesante, ma in effetti ...
RispondiEliminail problrma che a Monti dello sciopero frega na cippa...
Si tratta di due contesti politici completamente diversi e per nulla paragonabili fra loro. Allende fu vittima di uno spietato golpe militare in cui s'inserisce anche lo sciopero degli autotrasportatori cileni, ampiamente progettato e finanziato dall'esterno, basti ricordare i fiumi di dollari che i sindacati dei camionisti prendevano dagli Americani per ripianare le perdite economiche dovute ai disastri dei blocchi. Non vedo quali possano essere le analogie con una situazione di grave e forte malessere sociale provocata da misure antipopolari che servono gl'interessi delle multinazionali operanti nel nostro Paese.
RispondiEliminaGuglielmo