TANT’E’ LA LUNGHEZZA
DEL TUNNEL, da Chiomonte a Moncenisio, CHE STA PORTANDO RIPETUTI scontri e nuove
barricate in Val di Susa
Quant’è
piccolo il nostro Paese. Sette chilometri e quattro cento metri per la
precisione; tanto quanto è lungo il tunnel che deve essere costruito in Val di
Susa, da Chiomonte dritto nella pancia del Moncenisio e che si andrà ad
aggiungere ai 57 del maxi tunnel italo-francese Torino-Lione che va da Susa a
Saint Jean de Maurienne. Per un totale di 44,5 chilometri in terra d'Oltralpe
(77%) e solo 12,5 (23%) in territorio nostrano. Eppure il nostro è il tassello
più critico del cosiddetto corridoio mediterraneo, che dal Sud della Spagna
arriva fino a Budapest, snodandosi in una rete di cinquemila chilometri di
nuove linee ferroviarie.
Se si guarda ai numeri di quanti protestano, si scopre che
tanto quello degli abitanti coinvolti, quanto dei rispettivi Comuni, è
relativamente bassissimo. Ma nonostante ciò rischiamo di rimanere fuori dal
progetto, benché sia stato approvato da quasi tutti gli enti locali coinvolti.
Andiamo con ordine.
UN PROGETTO LUNGO VENT’ANNI DI
CONCERTAZIONE - Il via al primo studio di fattibilità della
Torino-Lione, 270 chilometri di cui 81 sul nostro territorio (il 30%) destinati
al trasporto di merci e passeggeri, è stato dato dal vertice italo-francese di
Viterbo: era il 1991. Il progetto definitivo della linea dovrà arrivare a
Bruxelles nel gennaio del 2013. Mentre la fine dei lavori della tratta internazionale
Susa-Saint Jean de Maurienne è prevista per il 2023. In Francia sono stati
chiusi tre cantieri (dove s'è scavato già per nove chilometri), in Italia si
sta ora allestendo il cantiere della Maddalena. Cinque i gruppi internazionali
su 49 scelti per elaborare il progetto preliminare della stazione
internazionale di Susa (il vincitore presenterà il definitivo a fine anno): si
va da Norman Foster (che ha firmato il progetto della stazione dell'Alta
velocità di Firenze) agli architetti Gerkan Marg und Partner (stazione di
Berlino, stadi di Cape Town e di Port Elisabeth dei mondiali di calcio del
Sudafrica).
I COSTI - Di certo, finora,
ci sono i costi della tratta transfrontaliera gestiti dalla Lyon Turin
Ferroviaire (Ltf). I 57 chilometri del maxi tunnel, più i sei di tratta
scoperta, più i nodi di Susa e Saint Jean de Maurienne: 8,5 miliardi di euro,
di cui 2,7 miliardi a carico dell'Italia. Perché come previsto dagli accordi
internazionali l'Ue finanzia il 40% dell'opera, il restante 60% è suddiviso tra
Italia (57,9%) e Francia (42,1). Per i 7,4 chilometri del tunnel esplorativo di
Chiomonte, che diventerà una via di fuga del tunnel di base, la spesa è di 143
milioni, 35 milioni in quota all'Italia. Ancora da definire il costo totale
dell'opera, visto che le tratte nazionali sono da stabilire. Per le opere
programmate entro il 2030, agli 8,5 miliardi della tratta internazionale ne
andrebbero sommati altri nove (4 a carico dell'Italia) per un totale di 17,5
miliardi. Mentre per raggiungere il massimo degli standard negli anni si
potrebbero raggiungere i 23 miliardi di euro.
LE PERSONE COINVOLTE - La
linea interessa, chi più chi meno, 112 Comuni lungo l'asse Torino-Lione per un
totale di oltre due milioni e mezzo di abitanti: 87 in Francia e 25 in Italia.
La sintesi dell'Osservatorio tecnico evidenzia come tutti i francesi e la
maggioranza degli italiani (più di cento) non abbiano espresso opposizioni
all'opera. Se si considera solo la prima fase dei lavori, quella relativa alla
tratta transfrontaliera, i Comuni «direttamente interessati da cantieri o
cambio dell'assetto del territorio» sono due: Chiomonte e Susa, «entrambi
favorevoli». Contrari invece Giaglione, Mompantero e Venaus (2.280 abitanti),
interessati solo dalla galleria che corre a profondità di 50 metri. Tutti
favorevoli (tranne Rivalta, ancora «in forse») i dieci Comuni della cintura
torinese. Nessuno dei Comuni più agguerriti della Bassa Valle, da Bussoleno ad
Avigliana, è però direttamente interessato dalla prima fase. Complessivamente
rappresentano 30 mila abitanti.
Dunque facciamo due calcoli. Quasi trentatremila persone stanno
bloccando un’opera che riguarda cinquecento milioni di cittadini europei.
Un’inezia, come la capacità progettuale del nostro Paese.
(Fonte: Corriere
della sera)
la necessità della tav è paragonabile alla necessità del ponte sullo stretto!!
RispondiEliminacioè zero
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