DIVERSI GLI EX CALCIATORI DEL MILAN CHE HANNO TENTATO LA
“DISCESA IN CAMPO”
Sarà l’influenza del proprio Presidente, fatto sta che molti
sono i calciatori del Milan che, una volta appese le scarpette al chiodo, hanno
tentato o tentano la carriera politica. Ultimi casi quelli di Shevchenko e
Kaladze; ma la lista è lunga. Quasi a nessuno, in realtà, è andata benissimo.
SHEVCHENKO - Sheva, che ha
annunciato il suo addio al calcio, metterà queste le sue indubbie qualità umane
al servizio non di una squadra, ma di un'intera nazione. Ad aspettare l'ex
attaccante, infatti, c'è "Avanti Ucraina!", il partito guidato da
Natalia Korolevska, alleata in passato dell'ex Primo Ministro Julija Tymošenko.
«La mia è una scelta che sorprenderà molte persone», ha spiegato ieri l'ex
calciatore, per cui era legittimo, in effetti, attendersi un futuro da
dirigente sportivo alla Dinamo Kiev. I meno sorpresi, possiamo giurarci,
saranno i tifosi del Milan, ormai abituati a vedere molti ex campioni tentare
l'avventura in politica.
KALADZE - Lo stesso percorso,
più o meno, l'ha compiuto Kakhaber Kaladze, roccioso difensore ex Milan e Genoa
che, nonostante delle qualità tecniche non proprio eccelse, vanta nel proprio
palmares due Champions League, un Mondiale per Club ed uno Scudetto. La sua
vita, sportiva e professionale, è stata segnata dal sequestro del fratello
Levan, effettuato nel 2001, per cui i rapitori chiesero un riscatto da 600mila
euro. Dopo cinque anni di terribile angoscia e numerosi tentativi di mediazione
andati a vuoto, Levan Kaladze venne ritrovato morto, insieme ad altri sette, in
una remota regione del Paese a metà tra Europa e Asia. Nel 2007, due uomini
vennero condannati per l'omicidio.
Kakha, dopo essere stato eletto per cinque volte
"Calciatore Georgiano dell'anno", ha appeso gli scarpini al chiodo al
termine dell'ultima stagione, nel desiderio di intraprendere una nuova sfida:
quella politica, ovviamente. L'ex difensore rossonero, nel frattempo diventato
anche businessman, ha aderito al partito "Sogno Georgiano - Georgia
Democratica", una forza politica filo-russa che sfiderà il presidente
Mikhail Saakashvili nelle elezioni previste per il 2013. «Saakashvili ha messo
in piedi una vera e propria dittatura», ha detto Kaladze a maggio, durante la
sua ultima conferenza stampa, mentre indossava una t-shirt del suo partito.
«Mollo in anticipo il calcio perché mi piange il cuore a vedere la povertà in
cui vive la mia gente».
GLI ALTRI ROSSONERI - Ed è
proprio Gianni Rivera, Pallone d'Oro nel 1969, a ricoprire il ruolo di
capostipite della grande famiglia dei calciatori ex Milan ad aver intrapreso la
carriera politica. Il numero 10, onorevole per ben quattro legislature, è
attivo in politica sin dal lontano 1987. Il percorso di Rivera è, in realtà,
l'antitesi di quello di Silvio Berlusconi al Milan: il calciatore abbandonò il
club, di cui era vicepresidente, proprio con l'arrivo in società
dell'imprenditore di Arcore. Entrato nella Democrazia Cristiana, con cui
divenne segretario alla Presidenza della Camera, Rivera entrò prima in
Rinnovamento Italiano, e poi nella formazione dei Democratici guidati da Prodi,
trovando infine la sua dimensione nelle file della Margherita.
Dopo l'ennesimo dribbling politico, Rivera si è ritrovato
dall'altra parte della barricata nel 2011, quando ha sostenuto - senza successo
- la candidatura di Letizia Moratti a sindaco di Milano contro Giuliano
Pisapia. «L'unica vera costante della vita è il cambiamento, e io ho sempre
cercato di cambiare me stesso», ha ammesso Golden Boy qualche mese fa, in
un'intervista concessa all'interistissimo Beppe Severgnini sul Corriere. «Sono
deluso dal centrosinistra, che non è diventato come speravo. Ora serve un
centrodestra che faccia gli interessi veri del Paese, visto che al momento bada
solo a quelli personali di qualcuno».
In tempi più recenti fu il turno di George Weah, il
centravanti per eccellenza, l'uomo che, di fronte alla possibilità di giocare
con la nazionale Francese, scelse la ben più umile rappresentativa della
Liberia la quale, grazie ai suoi gol, ottenne due storiche qualificazioni alla Coppa
d'Africa. A partire dal 2003, Weah ha cominciato la sua trasformazione da uomo
d'area di rigore a uomo d'area politica, mettendo il suo impegno a favore del
suo Paese e diventando una figura importante anche a livello umanitario. La sua
candidatura alle presidenziali del 2005, tuttavia, fu una delle poche partite
perse della sua vita: Ellen Johnson-Sirleaf, ancora oggi alla guida dello stato
africano, lo sconfisse al ballottaggio.
GLI ALTRI CASI - Nonostante
una chiara preponderanza rossonera, comunque, non di solo Milan vive la
politica in Italia. Nel nostro Paese anche la politica è diventata uno sport
nazionale. Nella (lunga) lista dei calciatori ad aver tentato questo tipo di
carriera c'è anche l'ex portiere della Lazio Felice Pulici, poi diventato dirigente
sportivo, che fu candidato a livello regionale per La Destra di Francesco
Storace nel 2005, ma non ottenne abbastanza voti. Andò meglio a Luigi Martini,
centrocampista anch'egli con un passato in biancoceleste, eletto per due volte
come deputato nelle file di Alleanza Nazionale, nel 1996 e nel 2001.
Troviamo poi Marco Pecoraro Scanio, fratello dell'ex leader
dei Verdi Alfonso, mediano plasmato da Arrigo Sacchi ed ex di Genoa e Cagliari,
prima Assessore allo Sport nella sua città, Salerno, poi divenuto Senatore
della Repubblica. Nel libro "La Casta", di Sergio Rizzo e Gian
Antonio Stella, Pecoraro Scanio fu accusato di "fratellismo", ovvero
di avere sfruttato la parentela con il leader di sinistra per ottenere un posto
in Parlamento. E infine ecco Claudio Vinazzani, che dopo aver scelto il Napoli
e la Lazio, ha confermato l'amore per i colori azzurri diventando coordinatore
provinciale del Pdl a Carrara.
Nonostante la popolarità di cui godono, nessun calciatore ha
dunque fin’ora lasciato il segno. Essere famosi non basta per fare politica. A
ciascuno il suo ruolo, per favore.
(Fonte: Linkiesta)
speriamo ke nn seguono le orme del cavaliere ahahahaahaha
RispondiEliminaraffaele