HA UN’azienda
agricola: La Madeleine. TRA UNA POLTRONA E L’ALTRA, LA SUA AVVENTURA NELL’UVA
E’ INIZIATA NEL 2008
“Faremo un rosso, anzi un grande rosso”. Massimo D’Alema non
si riferisce certo alla politica; del resto certe ideologie le ha seppellite
subito sotto i mattoni del muro di Berlino. Scelta che gli ha ripagato una gran
collezione di poltrone. Bensì al vino, sua nuova passione dal 2008, quando ha
fondato l’azienda La Madeleine, che pigia l’uva proveniente dalle terre di
Terni.
LA SUA NUOVA CREATURA: IL NARNOT
- “Abbiamo già ottenuto dei riconoscimenti con il nostro spumante”, spiega
riferendosi al Nerosé, un metodo classico rosato (solo Pinot nero). Il suo
primo vino è stato Sfide, un Cabernet franc in purezza. Ora tocca al rosso più
impegnativo, NarnOt, un uvaggio in stile bordolese (oltre a Pinot nero e
Cabernet franc nei 15 ettari della tenuta di D’Alema si coltivano i vitigni
d’origine francese Marselan e Tannat). NarnOt, nome in assonanza con Merlot, è la crasi tra Narni e Orticoli, un
omaggio al territorio in cui crescono le
vigne della Madeleine. Il grande consigliere dell’uomo politico è Riccardo
Cotarella, presidente degli enologi italiani,
consulente dell’azienda. NarnOt uscirà l’anno prossimo.
D’Alema racconta che la sua avventura nel mondo del vino è
iniziata nel 2008, “acquistando a poco prezzo un’impresa fallita, investendo
tutti i miei risparmi e vendendo la barca a vela”. L’azienda è intestata ai
figli Giulia e Francesco. Quella del 2013 alla Madeleine, annuncia, sarà “una vendemmia straordinaria per qualità
e quantità”. Si definisce “veramente appassionato”, con l’obiettivo di fare “un
buon prodotto del territorio”, dopo aver “creato anche un po’ di lavoro”.
LA LUNGA CARRIERA POLITICA - Il
suo impegno politico è cominciato nel 1963, quando si iscrive alla Federazione
giovanile comunista italiana (Fgci), della quale dal 1975 al 1980 è Segretario
nazionale. La prima tessera del Partito comunista italiano (Pci) è del 1968.
Entra a far parte nel 1979 del Comitato centrale al XV congresso, al congresso
successivo nel 1983 è nella Direzione, nel 1986 nella segreteria.
E' tra i giovani dirigenti della "svolta" che, nel
1989, con Achille Occhetto, trasformano il Pci in Partito democratico della sinistra
(Pds). Alla nascita del nuovo partito, nel 1990, ne diviene Coordinatore
politico. Il primo luglio 1994 è eletto Segretario nazionale del Pds.
Entra per la prima volta alla Camera dei deputati nel 1987,
eletto nella circoscrizione di Lecce-Brindisi-Taranto. Nel 1992 è capolista.
Rieletto, assume l'incarico di Presidente del gruppo dei deputati del Pds. Nel
1994 è candidato, con il nuovo sistema elettorale uninominale, nel collegio
n.11 della Puglia, in cui è stato riconfermato il 21 aprile 1996.
Il 5 febbraio 1997 è eletto Presidente della Commissione
parlamentare per le riforme istituzionali che il 4 novembre dello stesso anno
ha trasmesso ai Presidenti delle due Camere un progetto di legge Costituzionale
di revisione della parte seconda della Costituzione.
Dal 21 ottobre 1998 all'aprile 2000 ricopre la carica di
Presidente del Consiglio dei Ministri.
Nel dicembre 2000 viene eletto Presidente dei Democratici di
sinistra.
Dall'ottobre 2003 all'agosto del 2012 è vicepresidente
dell'Internazionale Socialista, carica alla quale viene eletto nel Congresso di
San Paolo del Brasile e riconfermato durante il Congresso di Atene nel luglio
2008.
Nel giugno 2004 viene eletto al Parlamento Europeo dove
ricopre l’incarico di Presidente della Delegazione Permanente per le relazioni
tra l’Unione Europea e il Mercosur.
Il 9 aprile 2006 viene eletto deputato nella lista
dell’Ulivo nella Circoscrizione Puglia. Diventa Ministro degli Esteri nel Governo Prodi.
Il 22 aprile 2008 si conferma Deputato della XVI Legislatura
nella Circoscrizione XXI Puglia nelle liste del Partito Democratico.
Da gennaio 2010 è Presidente del Comitato Parlamentare per
la Sicurezza della Repubblica.
Il 30 giugno 2010 viene eletto Presidente della Foundation
of European Progressive Studies (FEPS). Attualmente è anche Presidente della
Fondazione di cultura politica Italianieuropei.
Dice un vecchio proverbio: “Quando la volpe non può arrivare
all’uva, dice che è acerba”. Lo sa benissimo Massimo D’Alema, che ricevette il
nomignolo “Volpe del tavoliere” dal giornalista Luigi Pintor ben 17 anni fa,
per la sua scaltrezza nel muoversi in politica. Visto il curriculum, fu un
nomignolo più che azzeccato….
(Fonti: Corriere
della sera, Sito
di Massimo D’Alema)
Gli idealismi non esistono più sono morti con BERLINGUER Ultimo vero idealista.
RispondiEliminaQuando la sinistra è andata al governo se c’era BERLINGUER al posto di Dalema
Una delle prime leggi sarebbe stata sul conflitto d'interessi.
Un vecchio detto recita cosi chi è causa del suo mal pianga se stesso
Peccato che ha piangere sia sempre il POPOLO.
E se oggi Berlusconi fa il Duce Dobbiamo ringraziare ( L’Angelo NERO) Dalema. VITTORIO
SI, ma quello di d'Alema ha l'aceto, e ha perso di colore è diventato al massimo un rosatello
RispondiEliminaE l'unico rosso rimansto nella ""SINISTRA"" (mi riferisco principalmente al PD) italiana.
RispondiEliminaè ora di cambiare tutto, ma proprio tutto nel PD...o continuare a perdere...
RispondiEliminasi togliesse un po' dal cazzo e' anche molto grazie a lui se il berlu l'abbiamo ancora sul culo
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