SI PROGETTA DI APRIRE UN QUARTO CAMINO, CHE NON TROVA
GIUSTIFICAZIONE
Acerra, comune a Nord di Napoli il cui territorio è stato
stuprato dalle industrie e dal criminale dissotterramento di veleni. Come non
bastasse, da alcuni anni qui è stato messo in funzione un inceneritore
(inaugurato baldanzosamente dalla coppia Berlusconi-Bertolaso nel 2008),
definito Termovalorizzatore per non spaventare la popolazione. Ma nei fatti non
produce alcuna energia, bensì solo veleni nell’aria. Un impianto contro il
quale da anni si sono battute associazioni ambientaliste e la sinistra
massimalista, ma invano. E oggi rischia pure di essere ampliato, con l’aggiunta
di una quarta linea (o camino, o fumarola, se preferite) alle tre già
esistenti. La Rete Campana per la Civiltà del Sole e della Biodiversità esprime
totale opposizione a questa ennesima, pesantissima, sciagura per l’ambiente e
la salute della Campania. L’ampliamento dell’inceneritore, per l’Associazione,
è solo funzionale all’abnorme arricchimento della società di gestione
dell’inceneritore (l’A2A) e a tutto ciò che ruota attorno ad essa.
L’INQUINAMENTO – La RCCSB poi
scende nei dettagli. La realizzazione di tale quarta linea non trova
giustificazione alcuna nelle necessità di smaltimento dei rifiuti, già nella
situazione attuale, ed estremamente di
meno nel conseguimento degli obbiettivi standard nazionali ed europei di
raccolta differenziata e di riciclo, che al contrario impongono la progressiva
chiusura dell’intero impianto di incenerimento.
Ammesso ed assolutamente non concesso che si siano
rispettati i limiti di legge per le emissioni, è un’abnorme e cosciente bugia affermare che in questi
quattro anni del funzionamento
dell’inceneritore non vi siano stati
danni gravissimi ed incalcolabili per la salute e per l’ambiente. Ogni anno
sono stati emessi nell’atmosfera fumi inquinanti e tossici corrispondenti a 600.000 tonnellate
di rifuiti bruciati: oltre alle conseguenze sull’effetto serra e sul clima per
la CO2, tali emissioni una volta uscite dai camini diventano immissioni e sono
parti integranti dell’aria circostante gli impianti, espandendosi anche per
vasti territori. Le sostanze inquinanti vengono assorbite dalle persone umane,
dagli animali, da frutta e verdura, da piante, da monumenti; tutto questo, a
partire dai polmoni delle Persone, costituisce la “discarica” degli
inceneritori: una verità che nessuno può
cancellare. Le ceneri prodotte negli inceneritori continuano ad andare, come
rifiuti tossici e nocivi, a discariche.
Le sostanze tossiche “dure a morire” emesse, quali diossina e furani, si accumulano
nell’organismo di ogni specie vivente, animale e vegetale, della zona (bioconcentrazione) e si
accrescono nelle catene alimentari (biomagnificazione)
di cui l’Uomo è il terminale!
Al di là di tutte le altre ragioni del no, è profondamente immorale
solo pensare di aggiungere alla gravissima situazione esistente che emergerà
come sempre a reato compiuto, una nuova linea che aggiungerà addirittura un
terzo di quello già oggi bruciato: 200 mila tonnellate di rifiuti.
Ma ad Acerra ci sono anche belle notizie, come la
riapparizione del fiume Riullo, della quale parlai qui.
(Fonte: Contropiano)
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