venerdì 21 novembre 2014

LA GERMANIA INVADE LA ROMANIA: KLAUS IOHANNIS, UN TEDESCO FAN DELLA MERKEL COME PREMIER

HA CLAMOROSAMENTE RIBALTATO IL RISULTATO, VISTO CHE AL PRIMO TURNO LO SFIDANTE VICTOR PONTA LO AVEVA BATTUTO CON IL 40 CONTRO IL 30 PER CENTO

Durante la Guerra fredda erano le due superpotenze dominanti e contrapposte, Usa e Urss, a decidere chi doveva vincere le elezioni dei vari Stati del Mondo, mediante ingerenze finanziarie e talvolta anche militari. La prima pesava sulle scelte dei Paesi dell’ovest europeo e dell’America latina; la seconda su quelli dell’est europeo e asiatici. Ora, se loro pesano molto meno ma sono comunque ancora attive (si veda la contesa dell’Ucraina o quanto accaduto da noi nel 2011), ci si è messo un terzo incomodo: la Germania. Un tempo proprio da esse spartita da un muro disumano. Un esempio lampante è quanto accaduto in Romania (ma anche da noi, sempre in quel famigerato 2011) di recente, dove a vincere è stato l’esponente conservatore, di origini tedesche e filoeuropeo Klaus Iohannis, il quale ha sconfitto clamorosamente al secondo turno il candidato socialdemocratico, Premier uscente, Victor Ponta; che lo aveva pur battuto al primo turno per ben 10 punti percentuali (40 a 30).

CHI E’ KLAUS IOHANNIS - Iohannis è tedesco per due motivi: in quanto esponente della minoranza tedesca che vive nei territori della Transilvania - e su questo nulla da ridire, anzi - ma soprattutto perché di fatto Iohannis è un pupillo di Frau Merkel e un ammiratore delle politiche di rigore e conservatrici della Cdu tedesca. Iohannis è sindaco di Sibiu e protestante, in un paese in cui il 90% degli abitanti è cristiano ortodosso.
Se prima a Berlino bastava controllare il telecomando, oggi pare proprio che la classe dirigente tedesca si stia adoperando per manovrare direttamente il guinzaglio. Un particolare, l’identità etnica e politica del nuovo presidente romeno, così eclatante che non è sfuggito neanche alla normalmente distratta stampa italiana. L’esponente della minoranza tedesca ha fatto della lotta alla corruzione e dell’apertura del paese agli investitori stranieri (che naturalmente richiedono stabilità, agevolazioni fiscali, basso costo del lavoro e zero conflittualità sindacale) i suoi cavalli di battaglia, sbaragliando al ballottaggio un Victor Ponta che al primo turno lo aveva battutto con ben dieci punti di differenza, 40% contro 30%.
Il suo piglio prussiano e la denuncia delle inefficienze del governo socialdemocratico che stavano impedendo a molti emigrati romeni di poter votare all’estero ha mobilitato un gran numero di elettori in patria (l’affluenza è passata dal 53% del primo turno al 63,5% del ballottaggio) permettendogli di ribaltare il risultato della prima tornata delle presidenziali.

LE SFIDE CHE LO ATTENDONO – Il nuovo Premier dovrà tentare di portare ordine in un paese economicamente allo sbando, governato da un premier socialdemocratico debole, uscito dalla inaspettata sconfitta delle presidenziali e oggetto di forti contestazioni politiche e sociali. Soprattutto, Iohannis dovrà tentare di riportare Bucarest sotto il pieno controllo della Germania e dell’Unione Europea, sottraendo il paese alle fortissime influenze degli Stati Uniti. La Romania fa parte dell’Ue dal 2007 ma non ancora dell’Eurozona. Dal 2014 è entrata anche nel trattato di Schengen, fattore ha destato non poche polemiche.


(Fonte: Contropiano)

1 commento:

  1. Ciao Luchè.No,ma a quanto pare il mio popolo lo ha favorito e se è un fan della Merkel,diventerà un suo alleato e di sicuro e questo non sarà un bene per i miei concittadini...anzi,avranno molto da soffrire!Speriamo che non sia cosi!Un bacione

    RispondiElimina