venerdì 21 agosto 2015

Come avevo previsto, Tsipras si è rivelato un bluff: ha accettato la Troika e ha svenduto alla Germania

IL PREMIER GRECO ERA STATO ELETTO PER DARE UNA SVOLTA ALLA GRECIA E ALLA STESSA UE. MA SI E' PIEGATO NEL GIRO DI POCHI MESI

No, non ho doti da veggente. Ma semplicemente buon senso. Sarebbe bastato quello e meno facile entusiasmo per intuire che Alexis Tsipras non avrebbe spostato di una virgola la situazione greca. Come ho scritto all'indomani della sua elezione, ha promesso la Luna e peggio ancora, si è alleato con i nazionalisti, inimicandosi presto parte del suo partito. L'indizione di un Referendum, che ho comunque definito un bluff, aveva alimentato di nuovo le speranze dei greci che lo hanno eletto e della sinistra europea, che qualcosa in Grecia e nell'Ue finalmente cambiasse.

SI E' PIEGATO ALLA TROIKA E HA PROSEGUITO CON LE PRIVATIZZAZIONI - E invece, non solo Tsipras ha accettato a metà luglio un accordo peggiore di quello bocciato dal suo popolo con il suddetto Referendum, ma ha anche proseguito con le privatizzazioni. Tradendo così una parte importante del suo programma, che invece prevedeva che tutto ritornasse in mano pubblica, come d'altronde inizialmente aveva fatto.
Per di più, paradossalmente, Atene ha approvato la vendita di 14 aeroporti regionali al gestore aeroportuale tedesco (Fraport) per 1,23 miliardi di euro. Già, proprio alla tanto odiata Germania. Certo, il Premier greco ha specificato che si tratta di concessioni quarantennali e non di vere e proprie cessioni definitive, e che gli accordi erano già stati presi dal precedente governo. Ma un nuovo esecutivo non ha il potere di annullare vecchi contratti?
Il Guru Varoufakis se ne è andato il giorno dopo la vittoria del Referendum, certo di un brillante futuro da intellettuale strapagato alla Clinton, Gore e Blair.


Morale della favola? Tsipras si è dimesso e la Grecia si ritrova con nuovi debiti, ma soprattutto, con un fattore fondamentale in meno: la speranza.  

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