giovedì 12 novembre 2009

L’ENNESIMA DEBOLEZZA DEI NOSTRI POLITICI: IL CASO MARRAZZO


Come in occasione del caso escort riguardante il Premier, scrivo forzatamente, e soprattutto per par condicio, un post anche sul caso trans riguardante il Governatore del Lazio, Piero Marrazzo.
Tutti ormai credo che sappiate cosa sia successo: ad inizio luglio quattro carabinieri fanno irruzione in un appartamento di via Gradoli in Roma, dove Marrazzo si trovava seminudo in compagnia di un trans anch’egli seminudo, e li filmano con un cellulare (di qui la scarsa qualità audio-video del filmato), filmando anche il tesserino della Regione Lazio, dal quale si vede il nome del Governatore. Dal video appare anche cocaina su un tavolo. Il governatore, preso dal panico, avrebbe consegnato tre diversi assegni di 20 mila euro ai militari.
Da allora, fino ad ottobre, i carabinieri hanno continuato a minacciare il Governatore, oltre a tentare di vendere il video a settimanali e quotidiani, tra cui “Chi”, che sappiamo essere di Berlusconi. Quest’ultimo però, venuto a sapere del video dalla figlia cui il giornale è intestato, si è rifiutato di farlo pubblicare, avvisando altresì Marrazzo del video in circolazione.
Marrazzo ha scelto di chiudersi in un convento, in attesa della totale redenzione e soprattutto di una condanna.
Ora, posto che per me ognuno di noi nel proprio privato può scegliere di avere rapporti sessuali con chi vuole, e ciò vale anche per chi ricopre cariche istituzionali importanti, restano dei punti alquanto gravi:
1) Marrazzo doveva subito dimettersi all’arrivo delle prime minacce per l’esistenza del video. Se vogliamo anche far passare il fatto che sia stato sgamato (chissà quanti politici hanno rapporti extraconiugali e fanno uso di coca), non poteva continuare a governare la regione nella delicata situazione nella quale si trovava, ossia sotto minaccia. Infatti, è facile pensare che molti provvedimenti attuati nei 3 mesi successivi al fattaccio, siano stati firmati o ideati sotto minaccia.
2) La presenza di cocaina nell’appartamento, il cui uso da parte di un politico è condannabile, ma ahimè, anche diffuso nella categoria; quella categoria che ipocritamente condanna e perseguita chi si fuma una semplice canna.
3) Il comportamento dei carabinieri, che anziché limitarsi al dovuto arresto del Governatore, sia per l’utilizzo dell’auto blu per fini personali, sia per la presenza di cocaina, hanno minacciato a suon di migliaia di euro Marrazzo. Dalle testimonianze dei trans della zona, risulta anche che questi quattro carabinieri già da tempo li minacciavano e li picchiavano.
4) L’ipocrisia dei media, che dopo l’esplosione di questo caso, stanno dando molto spazio ai trans, ormai tutti i giorni in TV o sui giornali; mentre prima erano posti ai margini, ghettizzati, ritenuti solo una perversione umana e uno scherzo di Madre natura.
A differenza di molti non condanno invece Berlusconi, per non aver fatto pubblicare al suo giornale l’accaduto. Pur essendo un Premier, e in teoria, non avrebbe dovuto essere omertoso, è anche vero che ha avvertito Marrazzo dell’esistenza del video, e nei mesi successivi, non ha utilizzato lo stesso per mere speculazioni politiche. Certo, di guai del genere ne ha anche in casa sua, e forse anche per questo, non se l’è sentita di far esplodere il caso; però voglio essere in buona fede, e pensare che il Cavaliere abbia sperato che Marrazzo si dimettesse, senza utilizzare i suoi giornali per effettuare la spallata. Almeno che l’attesa non avesse un termine, e quindi il caso Marrazzo sarebbe comparso su qualche suo giornale o rete televisiva verso gennaio, ad un paio di mesi dalle elezioni regionali.
Comunque, senza disegnare possibili teorie, complotti, e iperbole varie nella mente, l’unica cosa che so è che Marrazzo è stato una delusione, soprattutto se mi vengono in mente i tempi di quando era il bravo presentatore di “Mi manda Raitre”; ma soprattutto penso alla nostra politica, che ancora una volta ci ha regalato fattacci appartenenti alla sfera della vita privata dei suoi attori principali.

(Fonti: Il Correre della sera, La Stampa)

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