NELLE QUESTIONI INERENTI A QUESTI PERSONAGGI, L’ITALIA E’
POCO RISPETTATA DAI RISPETTIVI PAESI
E pensare che con questi Paesi abbiamo da anni intrapreso
ottime collaborazioni professionali nonché umanitarie. Eppure incassiamo
sovente tanti ben servito e mancanze di rispetto nelle questioni diplomatiche,
giudiziarie o fiscali. Il caso Battisti, latitante in Brasile, è ormai storico;
quello dei Marò in India è umiliante e paradossale; quello di Maradona, che ci
deve da vent’anni bei soldini per il Fisco, non è da meno.
BATTISTI, IN BRASILE DA 5 ANNI
- Prosegue la vacanza di Cesare Battisti in Brasile, la Patria del calcio e
della samba in cui si trova dal 2007, quando fu trovato ed arrestato ma mai
rilasciato. Da allora, le continue richieste di estradizione da parte
dell’Italia sono state negate. Battisti ha ucciso 4 persone: Lino Sabbadin, un
macellaio iscritto all’Msi, ucciso lo stesso giorno di Torregiani; la guardia
carceraria Antonio Santoro; l’agente della Digos Andrea Campagna. Questi ultimi
due uccisi nel ’78. Pierluigi Torregiani, gioielliere ucciso durante una rapina
da Battisti a Milano nel 1979, mentre il figlio Alberto è costretto su una
sedia a rotelle, vittima della sparatoria messa in atto da Battisti (fu però
colpito accidentalmente dal padre). Aveva solo 15 anni.
Per questi 4 omicidi, ma anche per “banda armata, rapine,
armi e gambizzazioni”, reati commessi durante gli “anni di piombo” nelle file
dei Proletari Armati per il Comunismo (PAC), Battisti è in fuga da sempre. Fu
anche arrestato in modo celere nel 1979, ma evase dal carcere di Frosinone
giusto 2 anni dopo. Scappò così in Francia e poi in Messico (dove si dedicò
anche alla scrittura). Ritornò poi nel 1990 nel Paese francese poiché la
politica tollerante verso gli estremisti politici stranieri (che però avessero
agito in altri Stati fuorché la Francia; bella roba aggiungerei) dell’allora
Premier socialista Mitterand, gli permise di avere protezione insieme ad altri
terroristi rifugiati.
Restò in Francia fino al 2004 quando il Presidente Chirac
concesse l’estradizione dietro nuova richiesta da parte dell’Italia. Ma
Battisti riuscì a fuggire, facendo perdere le sue tracce. Fu ritrovato ed
arrestato come detto dopo qualche anno in Brasile (2007). Il resto è storia
d’oggi.
Se Lula ha sempre negato l’estradizione, anche la
neopresidente socialista Dilma Rousseff, non è stata da meno. D’altronde non si
poteva sperare diversamente, giacché quest’ultima è stata anch’essa una
terrorista di estrema sinistra negli anni ’70. Dunque la solidarietà è
automatica.
Il Brasile sta negando l’estradizione proteggendo Battisti
come “rifugiato politico”. Una motivazione che ha una logica quando il
ricercato fugge da un Paese in cui vige un regime dittatoriale, dunque rischia
ingiustamente la vita per le proprie legittime idee politiche.
Battisti invece è un ex terrorista che ha commesso svariati
reati; e l’Italia, nonostante tutto, resta un Paese democratico.
I DUE MARO’ ARRESTATI IN INDIA
- Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, entrambi pugliesi, sono indagati per
la morte di due pescatori indiani durante un tentativo di abbordaggio pirata
alla petroliera «Enrica Lexie». I due fucilieri del battaglione S.Marco erano in
servizio sulla petroliera italiana Enrica Lexie e sono stati arrestati in India
perchè accusati di aver ucciso il 15 febbraio due pescatori scambiandoli per
pirati. Giovedì 23 febbraio la magistratura indiana aveva deciso di tenere i
due italiani per altri sette giorni in stato di fermo . Una decisione che si è
prolungata per molto, fino allo scorso 2 giugno, quando i Marò sono stati
rilasciati, ma non possono ancora rientrare in Italia.
Il quadro normativo si sviluppa attraverso elementi di
normativa basilare e consolidata e legislazione recente, quindi
fisiologicamente controversa. Fra le prime, a livello sostanziale interno e
comunitario, troviamo il secondo comma dell’art. 4 del codice penale “Le navi e
gli aeromobili italiani sono considerati come territorio dello Stato, ovunque
si trovino…” e l’art. 19 della Convenzione di Ginevra che pone dei limiti
giurisdizionali in base all’indice di rilevanza dei fatti sulla comunità”.
Allo stato le indagini proseguono nell’assoluta autonomia
dei giudici indiani, che tuttavia consentono una piena facoltà di
“osservazione” a delegati del governo italiano.
Sempre nella prospettiva giuridica occorre fare riferimento
a due elementi che vengono riferiti di grande pregnanza significativa. In
prospettiva istruttoria viene conferita fondamentale e derimente importanza
alla perizia balistica che si presume favorevole ai nostri connazionali al
punto da essere globalmente liberatoria e che, non casualmente, tarda ad essere
depositata. Ugualmente significative sarebbero le evidenze geografiche, che in
fatto sarebbero incompatibili con la tesi che i colpi siano partiti dal
mercantile italiano, oltre a sollevare problematiche di competenza
giurisdizionale, ove si accertasse il superamento dei limiti delle cd. ”acque
internazionali”. Quanto alle modalità della detenzione, è necessario tenere
conto delle particolarità legate alla dislocazione in un edificio separato, al
cibo italiano, alla possibilità di indossare la divisa del Battaglione San
Marco, di ricevere continua assistenza e contatti con la diplomazia italiana e
di telefonare in famiglia.
Si tratta di indizi di particolare rilevanza che ci
auguriamo siano prodromici ad un esito favorevole per i nostri connazionali.
Sul piano giuridico la questione può definirsi in questi termini.
MARADONA DEVE ALL’ITALIA 34 MILIONI
DI EURO - Per pendenze relative all'attività di calciatore svolta (gloriosamente)
in Italia nelle file del Napoli dall'84 al '91, Diego Armando Maradona deve al
fisco italiano 34,2 milioni di euro, ridotti già abbastanza essendo
originariamente pari a 40 milioni. "Una vittoria a metà, andremo in
appello per ottenere la cancellazione di tutto il debito illegittimo", ha
dichiarato l'avvocato Angelo Pisani.
La telenovela Maradona-fisco, dunque, è destinata a proseguire.
La Commissione tributaria ha annullato solo quattro delle sei cartelle
esattoriali contestate e i legali andranno avanti nella loro battaglia:
"Si tratta di una sentenza contraddittoria - ha aggiunto Pisani - Nega
giustizia a Maradona che al fisco non deve nemmeno un euro. Ci sono le sentenze
del '92 e del '94 che gli danno ragione, è estraneo a queste vicende e la
sentenza di oggi è parzialmente errata. La impugneremo e andremo avanti fino
alla Cassazione se non addirittura fino alla Corte europea dei diritti
dell'uomo".
Pisani rivela anche che il suo assistito ha chiesto di
incontrare il presidente della Repubblica perchè si sente vittima di una
"persecuzione" e «"nche l'Argentina farà sentire le sue ragioni
attraverso il suo ambasciatore". C'è anche una data per l'arrivo dell'ex
fuoriclasse del Napoli in Italia: "Verrà il 20 giugno - ha concluso Pisani
- per raccontare la verità e chiedere al Parlamento una commissione d'inchiesta
che faccia luce su questa storiaccia".
Del resto, come disse il figlio non riconosciuto di Diego,
Maradona è stato un grande campione, forse il migliore di sempre. Ma come uomo
è sempre rimasto piccolo piccolo.
se siamo una repubblica delle banane, mica è colpa loro???
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