L’ECONOMISTA DALL’ASPETTO OTTOCENTESCO, CHE CURA UN
PROGRAMMA RADIOFONICO E APPARE SPESSO IN TV, PROPONE UN MANIFESTO ANTI-TASSE
Lo si vede spesso in tv – specie a Linea notte – col suo
aspetto da omino dell’800: calvo, occhialini, barbetta a pizzo, minuto, giacca
e cravatta, bastone alla Chaplin, a prescrivere ricette liberiste e anti-caste
per far riprendere il nostro Paese. Che la politica puntualmente non segue. E
allora ha deciso, forse, di scendere lui in campo in prima persona per
realizzarle. O quantomeno, di realizzare un manifesto che poi altri candidati
realizzerebbero.
Parlo di Oscar Giannino, il quale cura anche una rubrica su
Radio24, che apre con il doorsiano e poco confortante “This is the end”. Nelle
ultime puntate ha parlato spesso della minaccia incombente che per l’Italia si
prefigura l’intervento del Fondo monetario internazionale. Un’esagerazione?
Chissà. Ma torniamo al suo ingresso in politica.
L’ARTICOLO SU TEMPI – In un
articolo pubblicato su Tempi, Giannino dice: "Per affrontare questa
minaccia incombente, con tanti altri non politici che condividono la ricetta,
abbiamo deciso di pubblicare tra poco un manifesto, che rinvia a un sito e un
programma più articolato - rivela Giannino, di fatto gettando la maschera alla
sua creatura politica -. Siamo infatti convinti che nell’offerta politica
attuale non ci sia niente di adeguato alla portata di questa minaccia, al nuovo
patto con gli italiani che serve per affrontarlo". L'economista dice di
non sentirsi "un salvatore della patria", ma avverte sui rischi che
corre il Belpaese: "Arrivo personalmente a dire che, insieme ad altri,
penso che se dovessimo finire sotto il tallone di un’ulteriore repressione
fiscale, per colpa della vecchia politica, vincolo costituzionale o meno
chiederei un referendum perché fossero gli italiani a scegliere se
assoggettarsi a una tenaglia fiscale amazzafuturo, o se invece scegliere la
strada autonoma del tagliadebito e del tagliaspese". Il concetto è chiaro:
sia che si tratti di una lista, di un movimento o di un referendum, il cavallo
di battaglia di Giannino è "meno tasse, meno tasse, meno tasse".
IL PERICOLO DI UN COMMISSARIAMENTO
- Il giornalista, nell'articolo, mette in guardia dall'incubo fiscale che
potrebbe portare con sè il commissariamento dell'Italia, paese lanciato verso
la bancarotta come la Spagna: una bella patrimoniale per una persona su due.
Nell'articolo si sottolinea il peso
della spada di Damocle del debuto pubblico, giunto alla cifra record di
1.966,303 miliardi di euro. Un abisso che non accenna a diminuire, anzi.
L'incredibile "pressione fiscale record scambiata per rigore da
centrodestra e tecnici", ironizza Giannino, non può porre rimedio a
decenni di sprechi e dissennatezze. Lo sa l'Unione europea, lo sanno la
Germania e Angela Merkel, lo sa il Fondo monetario internazionale. E con lo
spread galoppante verso i 500 punti, le contromosse sono già pronte. Come
detto, vogliono commissariare l'Italia, per farle mandar giù la medicina
amarissima che da sola non riuscirebbe nemmeno a versare nel cucchiaio.
Il piano di "salvataggio", scrive il giornalista
ed opinionista di Radio24, lo ha studiato l'istituto economico tedesco Diw e a
confronto le manovre di Monti sembrano carezze al pancino degli italiani. Qui
si parla di ceffoni sonori dritti in faccia. "All'Italia - inizia Giannino
- verrebbe destinato un fondo straordinario di redenzione del debito, al quale
asservire ogni anno per un decennio di punti di Pil di gettito fiscale tra interessi
dovuti sui vecchi titoli e riduzione del loro stock". Non basta: servirà
una patrimoniale sui privati, un "prestito forzoso". Secondo il Diw,
sarebbe a carico di tutti gli italiani dotati di patrimonio superiore ai 230 o
250mila euro. I ricchi? No, perché nella stima sono comprese le proprietà
immobiliari a valore di mercato. Cioè più del 50% degli italiani.
CHI RAPPRESENTERA’ IL SUO MANIFESTO
- Magari non si getterà nella mischia politica in prima persona, ma sarà
l'animatore di un listone-partito nel quale confluiranno diverse anime
liberiste. Ma chi andrà, con Giannino? A ricostruire la rete che sta tessendo
il giornalista ci ha provato Lettera 43. Tra i
liberali coinvolti anche Luigi
Zingales, bocconiano e professore di finanza alla scuola di direzione aziendale
dell'univesità di Chicago e consigliere economico del sindaco di Firenze,
Matteo Renzi. Poi Alessandro De Nicola, presidente della Adam Smith Society e
professore di Business law in Bocconi e Michele Boldrin, docente di Economia
della Washington University.
In un primo momento si era parlato anche di Montezemolo e della Marcegaglia.
IL PROGRAMMA - Ecco i dieci punti salienti del suo programma:
1 Ridurre l'ammontare del debito pubblico
2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
3 Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni,
4 Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
5 Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
6 Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
7 Far funzionare la giustizia
8 Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
9 Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
10 Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo
1 Ridurre l'ammontare del debito pubblico
2 Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
3 Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni,
4 Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
5 Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
6 Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
7 Far funzionare la giustizia
8 Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
9 Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
10 Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo
belle cose ,ma prima bisogna riformare gli italiani.
RispondiEliminaPer riformare gli italiani, bisogna iniziare dando l'esempio.
RispondiEliminaE' ora di agire per cambiare.
Le belle cose non succedono da sole e non succedono dopo qualcos'altro.
Facciamole accadere NOI, SUBITO.
Io lo voto.
Ciao