DIRIGERA’ l'Unità di
investigazioni e analisi criminale DELL’ONU
Il Plenum del Csm ha dato via libera al Pm Antonio Ingroia -
titolare dell'indagine sulla trattativa tra Stato e Mafia - di lasciare la
Procura di Palermo per un incarico dell'Onu in Guatemala. Si è parlato di forti
discussioni interne all’organo, ma il voto è stata abbastanza netto: 17 voti a
favore, 4 contrari e 3 astensioni. In realtà si è acceso un aspro dibattito
anche fuori dal Csm, con la creazione di due scuole di pensiero: chi ritiene
che Ingroia sia stato costretto ad andarsene per le troppe pressioni subite e
chi invece la ritiene una giusta promozione. La causa scatenante è il fatto che
il Pm palermitano è titolare di alcune delicate inchieste. Su tutte la
trattativa Stato-Mafia.
NELLE SUE PAROLE TRAPELA AMAREZZA
- «La Procura di Palermo ritiene di aver ricostruito la trama e lo svolgersi di
questa trattativa» tra Stato e mafia e «di aver individuato i principali
protagonisti, ma non ancora tutti coloro che hanno avuto un ruolo nella
trattativa, nella consapevolezza che rimangono ancora dei buchi neri». Il
procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, nel corso di una intervista a
La Stampa, spiega che per risolvere i punti ancora da chiarire «dobbiamo
superare l’omertà in Cosa nostra di quel tempo, e reticenze nel mondo
istituzionale di quel tempo». Per farlo, aggiunge, «credo sia necessario che la
politica, le istituzioni, comprendano di dover procedere quanto prima alla
revisione della legge sui pentiti, allungando il periodo dei sei mesi entro i
quali il collaboratore di giustizia deve dichiarare tutti i temi sui quali
vuole parlare».
Antonio Ingroia dice di aver «apprezzato e condiviso il
richiamo del Capo dello Stato alla necessità di lavorare senza sosta e senza
remore per accertare la verità sulla strage di via D'Amelio». E, in riferimento
all'appello di Napolitano di scongiurare sovrapposizioni nelle indagini,
aggiunge: «È vero che in passato c’è stata qualche incomprensione tra le
procure che indagano sul biennio stragista del ‘92-’93. Ma da tempo ormai il
coordinamento funziona a perfezione come attestato dal procuratore nazionale
antimafia Piero Grasso». «Io non mi sento in guerra con nessuno», prosegue
Ingroia, «però che sia diventato un bersaglio questo lo avverto anch’io».
Infine, annuncia che a settembre partirà per il Guatemala, accettando l'offerta
delle Nazioni Unite per un incarico annuale di capo dell`unità di
investigazione e analisi criminale nel paese sudamericano. Nel frattempo,
conclude Ingroia, «ho deciso di rinunciare alle mie ferie».
Ora, come bisogna interpretare questa scelta? L’occasione da
non perdere? In fondo parliamo di un incarico Onu. O l’occasione di “scappare”
da un’Italia che mette costantemente in difficoltà i Magistrati, tagliandogli
risorse e facendogli pressioni esplicite o subliminali? Ingroia lavorava per
una Procura molto delicata, qual è quella di Palermo. Grillo sul suo Blog ha
parlato di “confino”, altri di scelta inopportuna visto che alcuni delicati processi
sono in pieno corso. I quali andranno comunque avanti, essendo Ingroia solo
coordinatore.
Fatto sta che, qualunque sia la natura della scelta di
Ingroia, l’Italia perde un altro importante Magistrato.
(Fonte: Corriere
del Mezzogiorno)
"promozione" per levarselo di torno..
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