USA, GB E FRANCIA VOGLIONO ATTACCARE. CINA E RUSSIA SONO
CONTRARIE E ALLEATE DI ASSAD. PAESI ISLAMICI DIVISI
In Medioriente sta per scoppiare l’ennesima guerra, tra un
Regime che spacca in due il suo popolo e i Paesi Terzi, alleati e non. Questa
volta il teatro del conflitto è la Siria, dove il dittatore Bashar al-Assad sta
massacrando il suo popolo da quasi tre anni; da quando cioè ha iniziato a
reprimere nel sangue la famigerata Primavera araba. I Paesi esterni sono divisi
sul da farsi, muovendosi in base ai propri interessi economici e strategici. La
crisi siriana potrebbe portare lacerazioni tra i loro rapporti e conflitti militari
indiretti tra le superpotenze. Come avvenne in Vietnam, dove un piccolo Stato
si trasformò in una valvola di sfogo tra Occidente e Oriente.
I PAESI OCCIDENTALI – Mentre
l’Onu gongola da tempo su come agire, mostrando ancora una volta una profonda
diversità di vedute tra gli Stati membri, ecco che questi agiscono in modo
diverso tra loro, entrando come detto in conflitto. Francia e Gran Bretagna
sono decise a intervenire militarmente, come già fecero in Libia contro
Gheddafi. Gli Usa invece, anche forse per salvaguardare gli interessi
dell’alleata Israele che rischia grosso essendo presente tra Paesi musulmani, vogliono
invece colpire obiettivi precisi e strategici. Iniziando da oggi e per tre
giorni dei bombardamenti.
L’Italia ha invece dichiarato – per bocca del Ministro
Bonino – che non presterà le basi aeree agli americani senza il beneplacito
dell’Onu; come avvenne ad esempio per il Kosovo. Dobbiamo crederci?
RUSSIA E CINA ALLEATE DI ASSAD
– Il mancato intervento dell’Onu in Siria è dipeso dal diniego di Russia e
Cina, da sempre alleate della Siria fin dai tempi del Dopoguerra in chiave
anti-americana. Sostengono Assad e non si esclude che gli concederanno armi e
basi militari.
IRAN E ARABIA SAUDITA IN CONTRASTO
– L’Iran non vuole perdere un alleato forte come la Siria, che senza Assad
andrebbe nel caos almeno nei primi anni. Ha peraltro già minacciato ritorsioni
contro Israele qualora l’America interverrà. L’Arabia Saudita, altro Paese
islamico molto potente in Medio Oriente, spinge invece per un intervento
occidentale, forte della sua storica alleanza finanziaria con gli americani (i sauditi
detengono il 20% del totale delle azioni a Wall Street), al fine di avere
maggiore egemonia nell’area.
Il Qatar, Stato islamico dalle piccole dimensioni ma dalla
grande influenza diplomatica, punta invece alla mediazione.
I rischi di un Terzo conflitto Mondiale sono dunque molto
forti. Intanto è già partita la guerra mondiale informatica, con gli Hacker
siriani che hanno oscurato il sito del New York Times, influente giornale
americano. Del resto siamo nel Terzo millennio.
SONDAGGIO
Gli intervistati sono nettamente contrari alla guerra in Siria. Qualche adesione in più la si riscontra tra gli over 55 (40%).
SONDAGGIO
Gli intervistati sono nettamente contrari alla guerra in Siria. Qualche adesione in più la si riscontra tra gli over 55 (40%).
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