MEZZO MONDO SI STA MOBILITANDO PER LEI, SENZA CONOSCERE
NULLA SULLE ACCUSE RIVOLTEGLI
Continuano veementi in Ucraina le proteste contro il Governo
in carica guidato da Viktor Yanukovych, reo di aver preferito sospendere l’annessione
all’Unione europea per concentrarsi sul rafforzamento dei rapporti con la
Russia. In controtendenza con mezza Europa, gli ucraini manifestano per entrare
nell’Ue (per approfondire leggi
qui); ma anche per protestare contro la detenzione di Julija Tymošenko
iniziata il 5 agosto 2011 per ordine del tribunale di Kiev, con l’accusa di aver
stipulato un contratto per la fornitura di gas russo all'Ucraina senza aver
avuto il preventivo consenso del governo. Secondo i suoi sostenitori, le vere
ragioni stanno nel fatto che la Tymošenko abbia calpestato i piedi (e dunque gli
affari) ad alcuni oligarchi russi. Comunque zone d’ombra nella sua vita non
mancano e mezzo Mondo la ritiene una vittima pur non conoscendone la storia.
ORIGINI E ASCESA ECONOMICA - Julija
Tymošenko nacque il 27 novembre 1960 nella città ucraina di Dnipropetrovsk,
nell'allora URSS, da una famiglia di origine ebraica. Tuttavia, le sue origini
sono contestate. Tymošenko afferma di essere per metà lettone, per parte di
padre, e per metà ucraina, per quella di madre. Il nome del padre, Grigvan, fu
anche erroneamente interpretato come armeno. Nel 2005 fu definita ebrea da
Jevhen Červonenko, un suo ex-ministro capo della comunità ebraica locale.
Timošenko negò pubblicamente ma dichiarò di essere vicina agli ebrei ucraini.
Tymošenko tentò la scalata del potere già sotto il sistema
sovietico, ma fu dopo la sua caduta che assunse un ruolo di particolare
rilievo, dirigendo svariate compagnie di energia e acquisendo un considerevole
patrimonio economico tra il 1990 e il 1998. Durante le privatizzazioni, che
presero esempio dalla Russia per quanto concerne corruzione e malversazioni,
divenne una delle donne più ricche del Paese, esportando metalli. Dal 1995 al
1997 presiedette la Compagnia generale di energia, un'azienda privata che prese
ad importare gas metano dalla Russia nel 1996. Durante questo periodo, fu
soprannominata la "principessa del gas" per le accuse di aver
stoccato enormi quantità di metano, facendo aumentare le tasse sulla risorsa.
Mentre era un'economista stabilì relazioni d'affari con
molti uomini importanti dell'Ucraina, soprattutto della sua città natale: Pavlo
Lazarenko, Viktor Pinčuk, Ihor Kolomoyskyj, Rinat Akhmetov e Leonid Kučma, che
sarebbe poi divenuto presidente. Per il mercato del gas ebbe contatti molto
stretti con la russa Gazprom.
Prima dell'entrata in politica era una donna d'affari di
successo nell'industria del gas e grazie a questa attività divenne una delle
donne più ricche della nazione. Il 28 luglio del 2005 la rivista statunitense
Forbes la dichiarò terza donna più potente del mondo, dopo Condoleezza Rice e
Wu Yi. Nel 2007 uscì dalla lista, ma nell'agosto 2008 vi rientrò in 17ª
posizione. Nel 2009 è stata definita il leader più sexy del mondo.
I suoi detrattori sostengono che abbia guadagnato
immeritatamente la propria fortuna. Alcuni hanno speculato sulle sue passate
frequentazioni di uomini condannati per corruzione e frode, come l'ex premier
Pavlo Lazarenko. Il 28 gennaio del 2005, dopo la Rivoluzione Arancione, i suoi
avversari sostennero che anche la famiglia Tymošenko fosse coinvolta negli
scandali, a partire dal marito, Oleksandr, e dal suocero, HenadiJ. Oleksandr
Tymošenko rientrò in Ucraina subito dopo le accuse rivoltegli.
INGRESSO IN POLITICA E PRIMO ARRESTO
- Julija Tymošenko entrò in politica nel 1996 e fu eletta al Parlamento nella
circoscrizione di Kirovohrad, con una percentuale del 92,3%. Fu rieletta nelle
legislature successive. Nel 1998, divenne presidente della Commissione Economia
del Parlamento. Dal 1999 al 2001, fu ministro dell'Energia nel gabinetto di
governo di Viktor Juščenko. Fu poi licenziata dal presidente Kučma nel gennaio
del 2001, su richiesta degli industriali.
Nel febbraio del 2001 la Tymošenko fu arrestata per
falsificazione di documenti e importazione illegale di metano, tra il 1995 e il
1997 (mentre era presidente della Compagnia Generale di Energia) ma fu liberata
la settimana successiva. I suoi sostenitori politici organizzarono
manifestazioni di protesta davanti al carcere di Kiev dove era detenuta.
Secondo Tymošenko, i documenti falsi erano stati creati dal regime di Kučma, in
combutta cogli oligarchi che si opponevano alle riforme di mercato.
Una volta liberata, divenne la leader dell'opposizione
intransigente al presidente Kuchma e condusse campagne contro il suo regime,
anche per il suo presunto coinvolgimento nell'assassinio del giornalista
Georgij Gongadze. Timošenko mostrò per la prima volta il suo piglio
rivoluzionario, durante e dopo la detenzione. Un anno dopo, fu coinvolta in un
incidente stradale, in cui riportò lievi ferite. C'è il sospetto che sia stato un
tentativo di omicidio politico.
LA RIVOLUZIONE ARANCIONE E LA NOMINA
A PREMIER NEL 2005 - Prima di diventare la prima donna premier in
Ucraina era considerata la più importante alleata del capo dell'opposizione
Viktor Juščenko (Tymošenko era stata una deputata del suo gruppo quando
Juščenko era premier), sostenendolo durante la campagna per le presidenziali
del 2004. Fu anche una delle guide della Rivoluzione Arancione, nata da quelle
elezioni e che portò Juščenko alla presidenza. In questo periodo alcuni mezzi
di comunicazione occidentali la raffigurarono come la "Giovanna d'Arco
della Rivoluzione Arancione".
Il 24 gennaio 2005 fu nominata primo ministro dal neo eletto
presidente Viktor Juščenko. Dopo diversi mesi di governo la mancata attuazione
delle promesse di riforme iniziò a danneggiare il gabinetto Tymošenko. L'8
settembre del 2005, dopo le dimissioni del presidente del Consiglio di
Sicurezza e Difesa Nazionale Petro Porošenko e del deputato Mykola Tomenko, il
governo fu sciolto dal presidente stesso, che ne diede comunicazione alla
nazione mediante un messaggio televisivo.
Dopo le dimissioni la Tymošenko iniziò a viaggiare per l'Ucraina,
in vista delle elezioni politiche del 2006. Rese subito chiaro che intendeva,
in quanto leader del Blocco, ritornare a capo del governo. Il Blocco si
posizionò secondo alle elezioni, conquistando 129 seggi su 450. Il 21 giugno, i
media ucraini rivelarono il raggiungimento di un accordo per un governo
presieduto dalla Tymošenko, dopo tre mesi di palude politica. La nomina di
Tymošenko a premier e la sua fiducia al Parlamento era attesa a giorni, ma era
condizionata all'elezione del rivale di lungo corso Petro Porošenko, di Nostra
Ucraina, alla presidenza del parlamento.
Dopo l'elezione a sorpresa di Oleksandr Moroz, leader dei
socialisti ucraini, alla presidenza del parlamento nella notte del 6 luglio,
con i voti determinanti dei comunisti e del Partito delle Regioni, la
coalizione di maggioranza terminò la propria esistenza, svanendo così la
speranza di Timošenko di tornare a presiedere il gabinetto di governo. Dopo la
creazione di una larga coalizione di maggioranza, guidata da Viktor Janukovič e
composta dal Partito delle Regioni, Nostra Ucraina, socialisti e comunisti,
Tymošenko divenne la leader dell'opposizione democratica.
IL SECONDO MANDATO 2007-2008 -
A seguito del voto alle elezioni anticipate del 2007, tenutesi il 30 settembre,
i partiti della Rivoluzione arancione affermarono di aver ottenuto abbastanza
voti da poter formare un governo di coalizione. Il 3 ottobre 2007 il totale
quasi definitivo dava all'alleanza di Julija Tymošenko e del Presidente un
lieve vantaggio sul partito rivale del Primo Ministro Janukovyč. Nonostante
Janukovyč, il cui partito aveva conquistato più voti degli altri singoli partiti,
proclamò la vittoria, uno degli alleati di coalizione, il Partito Socialista
d'Ucraina, non riuscì ad ottenere abbastanza voti per mantenere i seggi al
Parlamento.
Il 15 ottobre 2007, il Blocco Autodifesa del Popolo-Nostra
Ucraina e il Blocco Julija Tymošenko giunsero a un accordo per la formazione di
una coalizione nel nuovo Parlamento alla 6ª convocazione. Il 18 dicembre Julija
Tymošenko è divenuta Primo Ministro per la seconda volta.
Dopo che il Blocco Julija Tymošenko ha votato insieme al
Partito Comunista d'Ucraina e il Partito delle Regioni per approvare una
legislazione atta a facilitare la procedura di messa in stato di accusa del Presidente
e per limitare i poteri del Presidente, aumentando quelli del Primo Ministro,
il blocco di Viktor Juščenko si è posto fuori dalla coalizione e Juščenko
stesso ha promesso di porre il veto sulla legge ed ha minacciato un'elezione in
caso di mancata formazione di un'altra nuova coalizione. Ciò ha portato alla
crisi politica del 2008 culminata con lo scioglimento del Parlamento avvenuto
l'8 ottobre 2008. Mentre era in visita in Italia, il Presidente Viktor Juščenko
annunciò le terze elezioni in meno di tre anni in un discorso pre-registrato
per la televisione ucraina.
LE ELEZIONI DEL 2010 - Julija
Tymošenko si presentò come candidata alle elezioni presidenziali, ingaggiando
specialisti stranieri per la sua campagna elettorale. Al primo turno del 17 gennaio
giunse seconda, ottenendo il 25% di preferenze. Al ballottaggio del 7 febbraio
si scontrò con l'acerrimo rivale di sempre Viktor Janukovič, che ottenne il
maggior numero di voti, il 48,95%, rispetto al 45,47% della Tymošenko.
L’ARRESTO – Come anticipato,
il 5 agosto 2011 il tribunale di Kiev ne ha ordinato l'arresto nel processo che
la vede imputata per aver stipulato un contratto per la fornitura di gas russo
all'Ucraina senza aver avuto il preventivo consenso del governo; la Tymošenko
aveva ripetutamente contravvenuto alle disposizioni della procura di non
lasciare Kiev. Una delle tesi sulle ragioni dell'arresto è quella di aver
insidiato le rendite degli oligarchi russi del gas.
Julija Tymošenko è stata arrestata in aula dove sono
scoppiati tafferugli. Alcuni deputati vicini alla Tymošenko hanno tentato di
impedire l'intervento dei poliziotti ma sono stati bloccati dalle forze
dell'ordine. Uscendo dall'aula l'ex eroina della Rivoluzione Arancione ha
gridato "Vergogna! Vergogna!, io ho sempre lavorato nell'interesse
esclusivo dell'Ucraina!". L'arresto ha seguito quello del suo ex ministro
degli Interni Jurij Lucenko, detenuto in carcere da tre anni con la medesima
accusa. Il giorno successivo, i sostenitori della Tymošenko sono scesi in piazza
per protestare contro quello che la "lady di ferro" ha definito un
processo politico. Il giorno 11 ottobre 2011 è stata condannata a 7 anni di
carcere per aver esercitato pressioni su un accordo per la fornitura di gas con
Putin. Lei ha ascoltato la sentenza "seduta" in tribunale con in mano
un iPad, annunciando in seguito che farà ricorso alla Corte Europea dei diritti
dell'uomo.
Il 29 agosto 2012 la Corte Suprema dell'Ucraina nell'ultimo
grado di giudizio ha confermato la condanna a sette anni di reclusione per
abuso d'ufficio. A favore dell'ex Primo Ministro ucraino è arrivata la sentenza
della Corte Europea dei diritti dell'uomo, che il 29 aprile 2013 ha decretato
"illegale" la detenzione della Tymošenko.
PERCOSSE IN CARCERE - Il 22
novembre la Tymošenko è stata ricoverata in ospedale a causa di dolori lombari
che da giorni la costringevano a letto. Il 23 dicembre, la corte d'appello ha
confermato la sentenza di primo grado a sette anni di reclusione. L'ex premier
ha sostenuto che si tratta di una sentenza politica e che si rivolgerà alla
Corte europea per i diritti umani.
Nell'aprile del 2012, il partito della ex premier ucraina ha
diffuso varie fotografie che riprendono la leader dell'opposizione seduta su un
letto mentre mostra alcuni lividi che lei afferma esserle stati procurati nel
corso di un'aggressione delle guardie carcerarie.
I MERITI – A dispetto del
passato discutibile, il suo passaggio da oligarca a riformista è creduto da
molti come sincero ed effettivo. Sotto il suo ministero, l'industria energetica
ucraina crebbe di circa il 700%. Lottò contro il prelievo abusivo di energia
dei grandi complessi industriali. Le sue riforme servirono al governo per
pagare gli statali e aumentare i salari. Fondò il Blocco Elettorale Julija
Tymošenko, che ottenne il 7,2% alle elezioni politiche del 2002. Divenne la
leader del Partito della Patria.
PALADINI DISINFORMATI -
Insomma, quello che si sa di lei restituisce la storia di una donna ricca e
potente, imprenditrice in un settore strategico, quello del gas e delle risorse
energetiche. Sembra che sia stata anche spregiudicata negli affari: come visto
nel 2001, già più di 10 anni fa, ci furono accuse contro di lei per
falsificazione di documenti e importazione illegale di metano; venne
addirittura arrestata. Aveva amici chiacchierati, anche loro condannati per
corruzione e altri reati tipici dei potenti dell’economia. Entrò in politica
sfruttando la sua ricchezza, le sue relazioni nel mondo degli affari e della
politica e una corte personale costruita attraverso la rete delle sue aziende.
Fin dai primi processi si difese secondo un copione standard, sempre utilizzato
fino ad oggi: persecuzione giudiziaria utilizzata come strumento di lotta
politica. Insomma, una versione femminile (molto carina) di B.
La differenza è che dei suoi processi, dei reati che è
accusata di aver commesso, dei suoi conflitti di interessi, della presunta
strumentalizzazione della giustizia ucraina a fini politici, non so
assolutamente nulla. Sono convinto che nessuno di quelli che oggi protestano
conosce un solo atto dei numerosi processi cui è stata sottoposta; insomma
nessuno è in grado di sapere se davvero, in Ucraina, si è realizzata una
perversione dell’amministrazione della giustizia che si sarebbe piegata ai
loschi fini dei suoi avversari politici.
Siamo sicuri che sia una guerra giusta? Oppure siamo come i
cittadini di Roma che si preparavano a bruciare Roma dopo l’uccisione di
Cesare? “Dunque amici andate a fare ciò che non sapete”, dice Antonio ai Romani
(Shakespeare, Giulio Cesare). A meno che non ci si limiti alla protesta per i
maltrattamenti.
Verità, supposizioni e bugie. Qs donna è stata collegata a Berlusconi. Figurarsi! Chi l'ha fatto non ha la più pallida idea della differenza abissale fra i due. Ma tant'è, sappiamo benissimo che il Cavaliere, nonostante mantenga migliaia di famiglie italiane, nonostante sia un uomo molto generoso e abbia fatto molto per qs nostra povera Italia, è considerato da molti un genio del Male, con tutti gli epitteti più sgradevoli che qui non ripeto perché mi vergogno. Ora che i magistrati ROSSI, sono riusciti ad eliminarlo dalla politica, sn proprio curiosa di vedere con chi se la prenderanno i cari compagni e consimili. Ora sono orfani e spero che vada loro sempre peggio!!
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