ACRONIMO DI Stato
Islamico dell'Iraq e della Siria, HA UNA STORIA AMBIGUA E INTRECCIATA AGLI
OCCIDENTALI
Gli
occidentali in Medio Oriente stanno facendo da un trentennio a questa parte il
bello e, soprattutto, il cattivo tempo. Creano e disfano di continuo relazioni
con dittatori e gruppi armati locali, a seconda della propria convenienza e dei
propri interessi. Armano e appoggiano personaggi e gruppi locali per poi farci
la guerra quando non servono più. La lista è ormai diventata troppo lunga e
imbarazzante: Saddam
Hussein, i Mujahadeen, Bin
Laden, Gheddafi,
ora l’Isis. Lasciando così una scia di caos e sangue che si è estesa a macchia
d’olio e che sembra incontrollabile. Iraq, Libia e un pezzo di Siria sono così
finiti nelle mani degli jihadisti, mentre noi italiani dobbiamo sobbarcarci
migliaia di disperati che giungono sulle nostre coste. Soprattutto con la
caduta di Gheddafi, voluta da Sarkozy
per recuperare consensi, ci abbiamo perso molto: oltre al succitato esodo
di immigrati, abbiamo anche perso importanti accordi commerciali con tante
imprese che lavoravano in Libia costrette a rientrare; ma anche l’11% di
approvvigionamento di gas, costringendoci a una maggiore dipendenza dalla
Russia di Putin. E l’Isis è nata proprio da questi continui errori,
espandendosi trovando terreno fertile dalla destabilizzazione politica che
abbiamo creato in quei territori.
ORIGINI DELL’ISIS - Lo Stato
Islamico (abbreviato IS), è un gruppo terrorista islamista attivo in Siria,
Iraq e Libia, il cui attuale comandante, Abu Bakr al-Baghdadi, nel giugno 2014
ha unilateralmente proclamato la nascita di un califfato nei territori caduti
sotto il suo controllo. Prima della proclamazione del califfato, si faceva
chiamare Stato Islamico dell'Iraq e al-Sham, comunemente tradotto come Stato
Islamico dell'Iraq e della Siria (abbreviato ISIS) oppure Stato Islamico
dell'Iraq e del Levante (abbreviato ISIL).
Nato come Al-Qaida in Iraq (2004-2006), venuto meno il potere
di Saddam Hussein per volere degli americani, che paradossalmente teneva a bada
proprio gli estremisti islamici, divenne Stato Islamico dell’Iraq (2006-2013),
per combattere l’occupazione americana dell’Iraq e il governo sciita sostenuto
dagli USA. Mentre partire dal 2012 è intervenuto nella guerra civile siriana
contro il governo di Bashar al-Assad, pare, finanziata anche dagli stessi
americani e da Israele. Nel 2013 ha conquistato una parte del territorio
siriano (con capitale Raqqa), cambiando nome in Stato Islamico dell’Iraq e
della Siria, e nel 2014 si è espanso in territorio iracheno (con la presa di
Mossul in giugno), proclamando la nascita del califfato. Dapprima alleato di
Al-Qaida, rappresentata in Siria dal fronte al-Nusra, se ne è definitivamente
distaccato nel febbraio 2014, diventandone il principale concorrente per il
primato nel jihad globale.
A partire da ottobre 2014, gruppi jihadisti esterni all’Iraq
e alla Siria hanno dichiarato la loro affiliazione all’ISIS, assumendo il nome
di “province” (wilayah) dello Stato Islamico: tra queste, si sono
particolarmente distinte per le loro attività la Provincia del Sinai, attiva
nella regione egiziana del Sinai, e le Province libiche di Barqa e Tripoli, che
controllano la città di Derna e parte della città di Sirte in Libia.
IL LEADER ABU BAKR AL-BAGHDADI -
Quanto al suo leader, l’iracheno Abu Bakr al-Baghdadi, è stato Imam e poi
militante di Al Qaeda. Secondo le registrazioni del Dipartimento statunitense
della Difesa, Abū Bakr al-Baghdādī è stato detenuto nel Camp Bucca come
"internato civile" dalle forze iracheno-statunitensi dai primi del
febbraio 2004 fino al 2009, quando fu rimesso in libertà grazie all'indicazione
di una commissione, definita Combined Review and Release Board, che ne
raccomandò il "rilascio incondizionato". La liberazione suscitò lo
stupore del colonnello Kenneth King, tra gli ufficiali di comando a Camp Bucca
nel periodo di detenzione di al-Baghdādī.
Il 16 maggio 2010, ad appena un anno dal rilascio, un
comunicato del Consiglio Consultivo dello Stato Islamico dell'Iraq annuncia la
nomina di Abū Bakr al-Baghdādī al-Ḥusaynī al-Qurashī al posto di Abū ʿOmar
al-Baghdādī, ucciso il 18 aprile di quello stesso anno in un'operazione
congiunta delle forze irachene e statunitensi.
Dall'ottobre 2011 figura tra i tre terroristi maggiormente
ricercati dal governo statunitense, che ha offerto per la sua cattura una
taglia di 10 milioni di dollari, inferiore solo alla taglia posta su Ayman
al-Zawahiri, di 25 milioni di dollari. Durante la sua prima apparizione
pubblica come capo dell’ISIS, al Baghdadi ha ordinato ai musulmani di obbedire
a lui come “il leader al vostro comando.” E’ stato anche visto indossare un
orologio costoso, probabilmente un Rolex, un Sekonda o un Omega Seamaster –
tutti costano un paio di migliaia di dollari. Una scelta di moda strana per un
leader che ha giurato di comabattere la “decadenza occidentale”
FINANZIATI DALL’AMERICA STESSA?
- Alcuni cospirazionisti nel mondo arabo hanno avanzato l'ipotesi secondo cui
dietro lo Stato Islamico ci siano gli Stati Uniti, che così facendo intendono
destabilizzare ulteriormente il Vicino Oriente. Le primi illazioni in tal senso
furono pubblicate nel luglio 2014 dal Gulf Daily News, una testata che ha sede
nel Bahrein. Quando tali indiscrezioni hanno cominciato a guadagnare consensi,
l'ambasciata americana in Libano ha emesso un comunicato ufficiale in cui nega
le accuse, definendole una totale invenzione.
Un'altra teoria complottista afferma che Abu Bakr
al-Baghdadi è in realtà un attore e agente israeliano del Mossad chiamato
“Simon Elliot”: chi condivide questa asserzione ribadisce che ciò si evince dai
documenti scoperti da Edward Snowden, ma l'avvocato di quest'ultimo ha definito
tutta la vicenda “una bufala”.
Tutt'altra dimensione assumono i presunti rapporti con il
senatore USA John McCain, presumibilmente come presidente dell'IRI
(International Repubblican Institute, "specie di ramo repubblicano della
NED, creata da Ronald Reagan per estendere le attività della CIA")
documentati da una serie di controverse fotografie che testimonierebbero
relazioni tra i due. In un editoriale pubblicato su Boulevard Voltaire, il
giornalista Thierry Meyssan ha scritto di fotografie e video che mostrano il
senatore repubblicano in compagnia di rappresentanti di fazioni opposte al
regime siriano, fra cui Al Baghdadi. Interrogato sulla sua vicinanza a
terroristi islamici, il senatore repubblicano avrebbe affermato di non
conoscere alcuni di essi (nello specifico, Mohammad Nour, "che si sarebbe
intrufolato nella foto di sua iniziativa").
Sarah Burris di Blue Nation Review ha rilevato del resto
come McCain già dal 2013 sostenesse l'intenzione di armare l'ISIS. Sono
comunque reperibili in rete le interviste televisive originarie di FoxNews e
CNN in cui McCain rivela il supporto a gruppi ribelli in funzione anti-Assad in
Siria. McCain non è un senatore qualsiasi. E’ stato il candidato per i
Repubblicani contro Obama nel 2008, poi sconfitto dall’afroamericano.
I PRECEDENTI – Difficile dire
se l’Isis sia stata creata dagli americani. Di sicuro, rimuovendo Saddam e
Gheddafi, ne hanno facilitato l’espansione. In realtà lo stesso Saddam Hussein
fu aiutato militarmente dagli americani nella guerra contro l’Iran negli anni
’80, per poi decidere di abbatterlo sulla scia dell’11 settembre. Evento che
spinse, come noto, ancor prima la guerra in Afghanistan. E contro chi? Proprio
i Talebani, quelli che gli americani avevano aiutato sempre negli anni ’80
contro l’Unione sovietica. Basta guardare Rambo III per capire come era il
rapporto con gli afghani (alla fine del film li si elogia e ringrazia pure!).
Molti combattenti si erano addestrati proprio nella CIA, tra cui Osama Bin
Laden, divenuto poi nemico numero uno. Gli Stati Uniti hanno anche sostenuto la
Fratellanza Musulmana in Egitto, il Sarekat Islam in Indonesia, il
Jamaat-e-Islami in Pakistan, e il regime islamico di Arabia Saudita per
contrastare la Russia.
E cosa dire di Muhammar Gheddafi, mai amato dagli americani,
certo, ma che ha stretto svariati accordi commerciali con diversi paesi
europei. Tra cui anche la Francia, quella Francia che per volere di Sarkozy ne
ha voluto poi d’un tratto la rimozione. Scelta che non gli è valsa certo una
brillante carriera politica, mentre noi ne stiamo pagando duramente le
conseguenze.
Oggi l’Isis è il nuovo nemico che viene dal Medio Oriente, diventato
temuto e odiato dopo la decapitazione di diversi occidentali (anche americani stessi)
e la
strage alla redazione di Charlie Hebdo. E per i complottasti anche tutto questo
fa parte del gioco. Due italiane invece sono riuscite a rientrare, ma anche sul
loro conto non
mancano polemiche e sospetti. Infine, la
marcia di Parigi ridicola e ipocrita, come il Mondo di oggi.
(Fonti: Wikipedia,
Neovitruvian)
Ottimo articolo. Non manca nulla.
RispondiEliminaMi spiace contraddirti: L'ISIS non è figlio della Cia ( america) ma dell'Islam, e sono finanziati dall'Arabia saudita e da altri stati arabi.
RispondiEliminaQuesti che ho detto io sono fatti dimostrati con finanziamenti rintracciati, le altre sono tutte illazioni, probabilmente messe sù dagli stessi stati arabi che finanziano lo Stato islamico
In realtà ad ammetterlo è stato anche il Senatore McCain, candiato alla Presidenza nel 2008, poi sconfitto da Obama. E ci sono tanto di foto che lo ritraggono assieme a leader del movimento.
EliminaMa ammesso e non concesso che abbia ragione tu, ti ricordo che l'Arabia Saudita è il principale paese arabo alleato degli americani, con i quali hanno importanti accordi politici e finanziari (detengono un massiccio numero di azioni a Wall Street, che fino a qualche anno fa era pari al 20%, ora non so se più o meno). Dunque lo prenderei anche come un finanziamento indiretto.
Infine, io ho anche specificato che se proprio non abbiano ricevuto soldi dagli americani, sicuramente questi ultimi gli hanno facilitato il compito rimuovendo quei dittatori che ne ostacolavano l'operato. Vedi Saddam prima e Gheddafi poi (con Assad non ci sono riusciti). Creando una destabilizzazione che è terreno fertile per la loro proliferazione.