IL GOVERNO RENZI HA
RAGGIUNTO ACCORDI CON SVIZZERA, LIECHTENSTEIN E PRINCIPATO DI MONACO PER LA
SOPPRESSIONE DEL SEGRETO BANCARIO. MA NE RESTANO ANCORA TANTI DOVE I PAPERONI POSSONO
PORTARE I PROPRI CAPITALI
Destinazione
paradiso…fiscale. Parafrasando una bella canzone di Gianluca Grignani, possiamo
dire che oltre i cervelli, e i terroristi negli anni ’70, dall’Italia scappano
pure i capitali. Verso i cosiddetti Paradisi fiscali, ossia quei Paesi le cui
banche non sono tenute a fornire i dati dei propri clienti e prevedono una
tassazione molto bassa. Il Governo Renzi ha stretto accordi con alcuni di essi
affinché possa sgamare Paperoni nostrani che hanno portato i propri quattrini
lì, per sottrarsi alle tasse italiane. Il Governo Berlusconi aveva previsto un
rientro dei capitali senza
alcun reato previsto e con una sovrattassa ridicola del 5%, la quale è
apparsa subito irrisoria giacché viene surclassata dagli interessi che negli
anni quei soldi hanno maturato nelle Banche paradisiache (ma sappiamo bene che
il Governo Berlusconi è stato sempre morbido con gli evasori). E così, dopo la
Svizzera, il Ministro dell’economia Padoan ha annunciato accordi anche con il Liechtenstein
e dal Principato di Monaco fanno sapere la stessa cosa. Ma i Paradisi fiscali
sono ancora tanti. Di seguito la lunga lista…
L’ACCORDO CON IL Liechtenstein - Come annunciato,
il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il premier e Ministro delle
finanze del Liechtenstein Adrian Hasler, hanno firmato l’accordo in materia di
scambio di informazioni ai fini fiscali. Un patto che, come accaduto con Berna,
pone fine al segreto bancario nel Principato. I due ministri hanno firmato
anche un Protocollo aggiuntivo in materia di «richieste di gruppo».
L’accordo - spiega il Tesoro in una nota - è basato sul
modello Ocse di Tax Information Exchange Agreement (Tiea) e consente lo scambio
di informazioni su richiesta relativamente a tutte le imposte. Lo Stato a cui
sono richieste le informazioni non può rifiutarsi di fornire allo Stato
richiedente la collaborazione amministrativa per mancanza di interesse ai
propri fini fiscali, né opporre il segreto bancario.
Il Protocollo aggiuntivo, che disciplina le richieste di
gruppo, consentirà di presentare richieste in relazione a categorie di
comportamenti che fanno presumere l’intenzione dei contribuenti di nascondere
al fisco italiano patrimoni e attività detenute irregolarmente nel
Liechtenstein.
Le intese verranno applicate dopo la ratifica da parte dei
Parlamenti dei rispettivi Paesi e lo scambio di informazioni potrà riguardare
elementi in essere alla data di oggi.
Con la firma il Principato viene considerato ai fini della
Voluntary Disclosure un Paese «non black list», consentendo così ai cittadini
italiani che detengono in maniera illegale patrimoni/attività nel Liechtenstein
di accedere alla procedura di regolarizzazione alle condizioni più favorevoli
previste dalla legge.
Insieme all’Accordo e al Protocollo aggiuntivo i ministri
hanno firmato anche una Dichiarazione congiunta di carattere politico con la
quale i due Paesi confermano il reciproco impegno ad applicare lo scambio automatico
di informazioni sulla base dello standard globale Ocse dal 2017. L’Italia,
subito dopo l’entrata in vigore dell’Accordo e del Protocollo includerà
formalmente il Liechtenstein nelle white list. Con la Dichiarazione congiunta,
infine, Italia e Liechtenstein si impegnano ad avviare i negoziati per una
convenzione contro le doppie imposizioni, una volta entrati in vigore l’Accordo
e il Protocollo.
I PARADISI ANCORA VIGENTI –
Ma la lista è ancora lunga. Come riporta Wikipedia:
Alderney (Aurigny); Andorra; Anguilla; Antigua e Barbuda; Antille
Olandesi; Curaçao; Sint Maarten; Municipalità Speciali dei Paesi Bassi; Aruba; Bahamas;
Bahrein; Barbados; Belize; Bermuda; Brunei; Cipro; Costa Rica; Dominica; Emirati
Arabi Uniti; Ecuador; Filippine; Gibilterra;
Gibuti; Grenada; Guernsey; Hong Kong; Isola di Man; Isole
Cayman; Isole Cook; Isole Marshall; Isole Vergini Britanniche; Jersey; Libano; Liberia;
Macao; Malaysia; Maldive; Malta; Maurizio;
Montserrat; Nauru; Niue; Oman; Panama; Polinesia Francese; San
Marino; Sark (Sercq); Seicelle;
Singapore; Saint Kitts e Nevis; Saint Lucia; Saint Vincent e
Grenadine; Taiwan; Tonga; Turks e Caicos; Tuvalu; Uruguay; Vanuatu; Samoa.
Fa piacere che il Governo Renzi abbia ripreso la strada che
i due Ministri dell’economia Visco e Padoa Schioppa, del Governo Prodi II,
stavano intraprendendo. Percorso poi bruscamente interrotto per
la caduta dell’esecutivo ad opera dell’Udeur e di altri parlamentari poi
autoproclamatisi venduti. Speriamo sia solo l’inizio. E speriamo sia anche
rivisto il sistema bancario italiano, vergognoso su
vari aspetti.
cominciamo dalla Svizzera, e non è poco...
RispondiEliminaavanti così...