L'ARTISTA E' STATO FORTEMENTE CRITICATO PER LA VOCE PRESTATA
A UNO SPOT TV. HA DOVUTO GIUSTIFICARE LA SUA SCELTA
Enrico Ruggeri nei guai per la pancetta. No, non quella che
funesta la siluette, soprattutto in estate quando indossiamo il costume e
indumenti più aderenti. Bensì, proprio per quella di maiala; anzi, per i salumi
in generale. Di fatti ha prestato la sua voce a un Jingle pubblicitario per la
famosa marca Negroni. Poche parole, ma che spiazzano all'ascolto, certo, e che
hanno scatenato subito una tempesta di critiche sui social. Al punto che
l'artista, scrittore e anche presentatore, è stato costretto a difendersi sul
proprio profilo Facebook. Eppure, non dovrebbe più sorprendere. Giunti a
un'età, soprattutto quando la propria carriera è in fase di declino, capita di
'svendersi' e fare ciò che si criticava fino a qualche anno prima. Gli esempi
sono tanti: Piero Pelù, Morgan, J-Ax, Elio, Loredana Bertè. Certo, fa sempre
effetto vedere un antesignano del Punk in Italia finire in questo modo. Come si
è difeso?
COME SI E' DIFESO RUGGERI - Le stelle sono tante, milioni di milioni: la
stella di Negroni vuol dire qualità è la frase cantata con l'inconfondibile
timbro da Ruggeri, che sulla sua pagina Facebook ha risposto alle critiche
giustificando la sua scelta. Il cantautore, dopo aver precisato di aver
"prestato la voce ad uno spot pubblicitario, cantando uno slogan
"storico" appartenente alla mia infanzia e a quella di tutti i miei
coetanei", si è rivolto alla "piccolissima
percentuale dì duri e puri che ha manifestato dissenso: come se la cosa fosse
dequalificante per un musicista che si proclama "serio""
ricordando che molti altri artisti prima di lui abbiano fatto pubblicità
(citati Jannacci, Dario Fo, Gassman e Fiorello). Ed ancora: Ci sono artisti che si sono prestati a cose
ben più gravi, prostitutorie direi, presso i potenti di turno, in televisione,
sui giornali, nelle sedi di partito: quello è venir meno a dignità ed etica!. Quindi
si è spinto oltre, tirando in ballo il mecenatismo: I più grandi pittori, poeti e musicisti dei secoli passati hanno
vissuto di Mecenatismo, dipingendo i nobili che li ospitavano, affrescando le
loro magioni o scrivendo poesie e musiche alle loro signore.
Infine la chiusa, più esplicita che mai: Il denaro, per un artista, è indipendenza
creativa: io non ci compro macchine lussuose, barche o cocaina, io faccio i
dischi che mi piacciono, come e quando mi va, scrivo libri o articoli, conduco
trasmissioni. Senza dover rendere conto a nessuno del mio operato. Questo è il
lusso che voglio permettermi, questa è la mia cifra distintiva: il musicista
più bravo, la copertina più curata, il palco più bello e, perché no?, una bella
business class per arrivare più in forma al concerto. Per ottenere e difendere
la mia autonomia e la mia onestà intellettuale posso anche prestare la voce.
Senza vendere la mia anima.
DAL PUNK ALL'INDIE PASSANDO PER I
SUCCESSI COMMERCIALI – Nato a Milano il 5 giugno 1957, la sua carriera
inizia nel 1972, quando a 15 anni fonda il suo primo gruppo, gli
"Josafat", che nel 1974 si trasformano, con l'ingresso di Silvio
Capeccia, in Champagne Molotov. Nel 1977 dalla fusione degli Champagne Molotov
e la band Trifoglio, nascono i Decibel, con cui incide nel 1978 il primo album
Decibel, pubblicato per la Spaghetti Records. Il disco però è un insuccesso
(poche centinaia di copie vendute), e frutta anche una denuncia per vilipendio
alla religione a causa del testo di Paparock che verrà camuffato in sede di
missaggio rendendolo inintelligibile all'ascolto. La band conosce il primo
successo di massa con la partecipazione a Sanremo con il brano Contessa, che
culmina con una serata nello Stadio di S. Siro davanti a un pubblico di 50.000
spettatori.
Nel 1981 Enrico Ruggeri intraprende la propria carriera
solista prodotto da quello che diventerà il suo produttore storico, Silvio
Crippa, e avviando la pluridecennale collaborazione con il chitarrista Luigi
Schiavone. Si apre per lui un decennio molto proficuo, grazie anche a una
svolta pop e commerciale, tra successi come solista, autore di brani per altri
(come Il mare d'inverno cantata da Lorenda Bertè o Quello che le donne non
dicono da Fiorella Mannoia) e la vittoria a Sanremo nel trio assieme a Morandi
e Tozzi col brano 'Si può dare di più'.
A inizio anni '90 raggiungerà l'apice della carriera grazie
all'album Peter Pan, che vendette 400.000 copie in pochi mesi e ben quattro
dischi di platino. Il 23
novembre 1991 il singolo Peter Pan sale al secondo
posto, subito dopo Black or White di Michael Jackson. Il 18 gennaio, dopo due
mesi e mezzo, il singolo lascia la top ten. Sull'onda del trionfo del disco,
l'anno seguente Enrico è protagonista di un fortunatissimo tour di oltre 100
concerti. Nel 1993 Ruggeri conquista per la seconda volta il Festival di
Sanremo con il brano rock Mistero, da lui stesso considerato troppo di genere
per ambire a una vittoria scontata.
Di lì poi altre svolte professionali e nuovi esperimenti, nonché
qualche esperienza come scrittore e presentatore. Fino all'epilogo dei salumi…
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