ASSIEME A Bacon,
hamburger, coppa, salame e prosciutto
In un post
precedente avevo criticato il
solito immobilismo dell'Onu nei confronti dell'Isis. Tanto che i singoli
Paesi membri, come sempre nelle crisi internazionali, fanno
ognuno come gli pare. Non mostra però lo stesso immobilismo contro alcuni
prodotti gastronomici vanto dell'Italia, che, secondo l'Oms – acronimo di Organizzazione
mondiale della sanità, organismo che si occupa di questioni sanitarie che fa
capo proprio all'Onu – dovrebbero addirittura essere banditi.
Qualche esempio? Bacon, hamburger e salsicce, ma anche
pancetta, coppa, salame e perfino prosciutto potrebbero finire nella lista dei
prodotti pericolosi, accusati di causare il cancro. Proprio come sigarette, arsenico,
alcol e amianto. Nel mirino anche la carne fresca, che rischia di essere
inserita nella «enciclopedia dei cancerogeni» ed etichettata come «lievemente
meno pericolosa» rispetto ai lavorati industriali.
IL PROVVEDIMENTO PENSATO DALL'ONU -
Secondo l’edizione web del Daily Mail, l’Oms potrebbe anche emettere una
raccomandazione volta a inserire «avvertimenti sulle etichette dei prodotti
interessati». Un po’ come quelle che già compaiono sui pacchetti di sigarette.
Il giornale inglese parla di «novità potenzialmente shoccante per le catene di
fast food e per l’industria della carne», dimenticando di dire, però, che i
Paesi più danneggiati sarebbero Germania e Italia, ai primi posti nella
classifica mondiale dell’industria delle carni lavorate.
Per quel che ci riguarda rischierebbero di finire sulla
lista nera dell’Oms tutti i salumi, inclusi quelli sottoposti soltanto a
salagione, come il prosciutto crudo. In compagnia di salame, coppa, pancetta,
mortadella e perfino bresaola. Il risultato finale sarebbe addirittura peggiore
di quello ottenuto con le etichette a semaforo introdotte lo scorso anno dalla
Gran Bretagna e giudicate inammissibili dall’Unione europea.
IL MOTIVO - In questo caso, a
effettuare la riclassificazione dei componenti della dieta alimentare è
l’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Oms, che, sempre secondo la fonte
citata dal Daily Mail, avrebbe approfondito la questione «in seguito alle
preoccupazioni crescenti che la carne fosse all’origine del cancro
all’intestino, il secondo tipo di tumore per frequenza nel Regno Unito». Quindi
fra le segnalazioni arrivate a Ginevra, tali da indurre l’agenzia dell’Onu ad
assumere una decisione così gravida di conseguenze per chi consuma ma anche per
chi produce, ci sarebbe anche quella di Londra.
La carne in generale contiene grandi quantità di grasso,
sostengono gli inglesi, e c’è il dubbio che il composto che la rende rossa
possa danneggiare lo strato interno dell’intestino: questa la motivazione
all’origine della sua messa all’indice. Non migliorano la situazione, sempre
secondo il Regno Unito, i trattamenti di preparazione e conservazione
industriali, dalla salatura all’aggiunta di conservanti chimici, potenzialmente
cancerogeni. Le stime del governo inglese indicano che, nella metà dei casi, per
evitare di ammalarsi di tumore all’intestino basterebbe seguire uno stile di
vita più sano, che prevede un consumo non eccessivo di carne rossa. Tesi finora
con confermata da evidenze scientifiche.
I DANNI PER L'ITALIA -
Prevedibile la tempesta di polemiche che la decisione dell’organismo ginevrino
potrebbe suscitare. Anche se, almeno per l’Italia, non si tratterebbe di una
novità. Come non ricordare lo scontro tutto interno a Federalimentare fra i
produttori di pasta e quelli di carne, per l’endorsement dell’oncologo Umberto
Veronesi a favore della prima e contro la seconda.
La posta in gioco, almeno per l’Italia, è notevole. Sui 180
miliardi annui di valore prodotti dalla filiera agroalimentare tricolore, le
carni pesano per 32 miliardi, dei quali 22 riconducibili all’industria e 10
all’agricoltura. La parte del leone spetta ai suini, con 10 miliardi, mentre
bovini e pollame pesano ciascuno 6 miliardi di euro. Ad essere più colpito, a
giudicare da quel che è trapelato finora, sarebbe il comparto delle carni
trasformate, a cominciare dai salumi. Poco importa che nella lavorazione dei
prosciutti non entri in gioco alcun conservante, ma solo il sale per il crudo e
le spezie per il cotto.
Insomma, la guerra agli insaccati è appena iniziata. I
terroristi islamici possono tranquillamente continuare a decapitare persone o distruggere
patrimoni Unesco.
(Fonte: Libero)
l'ho letta anch'io...
RispondiEliminae mi fa ridere
Ente inutile e costoso
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