PER REALIZZARLO CI VORRANNO TRE ANNI E DAI 7 AI 9 MILIARDI
DI EURO. PIU' ALTRE OPERE QUALI ponti,
viadotti e superstrade
Calabria, regione dalle tante potenzialità mal sfruttate.
Una regione quasi completamente bagnata dal mare, ma anche potenzialmente
adatta al turismo invernale per la presenza dell'Aspromonte e interessante
anche dal punto di
vista archeologico. Si penti, su tutti, ai Bronzi di Riace (gestiti però
anch'essi in
modo vergognoso negli ultimi anni). Peccato però che la malapolitica, in commistione
con la 'ndrangheta, l'abbia trasformata nella regione più povera d'Italia. Col
tasso di disoccupazione più altro che altrove e con una costante emigrazione di
massa.
Ed ecco che per rilanciarla si è pensato di dividerla in due
parti. Il curioso progetto è giunto sulla scrivania del Presidente della
Regione Mario Oliverio e nelle intenzioni del comitato promotore dovrebbe
approdare a breve anche su quella del Ministro delle Infrastrutture Graziano
Delrio.
IL PROGETTO – Stando al
progetto, la Regione verrà divisa in due parti da un maxi canale che collegherà
il versante jonico con quello tirrenico. Il progetto è chiaro: tagliare in due
la Calabria, con un grande canale navigabile che colleghi il mar Ionio con il
Tirreno “segando” la regione da Lamezia a Squillace.
Il “Canale dei Due Mari” dovrebbe costare tra i 6,5 e i 9
miliardi di euro, e prevede la costruzione all’imbocco del canale di due citta’
nuove di zecca. "Quando il canale sarà a regime i vantaggi sono evidenti:
occupazione di giovani quali addetti alla manutenzione; incasso dei pedaggi che
potranno essere destinati dalla Regione ad opere sociali; creazione di due
nuove città, una sul lato Tirreno con il nome di Neoeliopolis in onore di
Tommaso Campanella e della sua città del sole, l' altra con il nome
Neotalassopolis in onore del mare che bagna la Calabria; possibili strutture
ospedaliere con relativi centri di ricerca medica e farmacologica;
valorizzazione dei benefici della dieta mediterranea con l' utilizzo di
alimenti tipici calabresi", spiega a Libero l'avvocato Domenico Pio
Riitano, tra i promotori del progetto.
Di fatto, il canale, avrà grosse ricadute sulla navigazione:
"L' idea è quella di costruire un canale navigabile di dimensioni tali da
ospitare il transito nei due sensi di navi cargo e da crociera, evitando il
periplo dell' Italia attraverso lo stretto di Messina, realizzando un risparmio
tra le 13 e le 16 ore di navigazione, con una riduzione del consumo di nafta
pesante e con una minore spesa tra i 150 e 190.000 Euro. Quanto ai costi, la
stima oscilla tra i 7 e i 9 miliardi di euro, al netto delle cosiddette opere
ancillari, quali ponti, viadotti e superstrade. È garantito il rispetto per l'
ambiente e l'ecosistema", conclude Riitano.
Chissà quale potrebbe essere il reale impatto ambientale di
un simil progetto e se economicamente è fattibile. Dubbi che rendono ad esempio
irrealizzabile un altro progetto infrastrutturale pensato da anni per la
Calabria: il Ponte sullo stretto. Opere del genere, così invasive sull'ambiente,
sono state realizzate in alcuni paesi centroamericani e in Cina. Paesi nei
quali dinanzi al profitto non si sta guardando da tempo più in faccia a nulla.
(Fonte: Il
Giornale)
ma esplodetela!
RispondiEliminafuori di testa completamente
RispondiEliminaSpianare il Passo del Turchino... eviterebbe la nebbia in Val Padana...
RispondiEliminaSsse magna....
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