NEL 2009 se ne era
andata dopo la cancellazione di una puntata dell'Era Glaciale
la
designazione di Daria Bignardi come neodirettrice di Rai3 è stata già definita
ironicamente una ''invasione barbarica'', prendendo ispirazione dal programma
che ha condotto per diverso tempo su La7. Una designazione palesemente renziana,
sebbene lei si sia sempre definita ''di sinistra''. Comunque, malgrado abbia
lavorato lungamente per Mediaset prima e per La7 poi, ha avuto anche una
parentesi in Mamma Rai nel 2009. Parentesi finita tutt'altro che bene e lei non
lesinò critiche al Servizio pubblico.
LA REAZIONE ALLA CANCELLAZIONE DE
L'ERA GLACIALE - Come riporta Libero,
all'epoca se ne era andata dopo la cancellazione di una puntata dell'Era
Glaciale a causa, probabilmente, di strane dichiarazioni che fece Morgan
durante l'intervista con lei. "Alle
23 mi chiamano diversi amici", dichiarò Daria al Corriere della sera,
"e mi dicono: "Perché sta andando in onda Paperino al posto dell’Era
glaciale?". Cado dalle nuvole, cerco di capire: nulla, nessuna risposta.
Finalmente in tardissima serata parte la mia puntata. Evidentemente c’è stata
l’intenzione di mandarlo in onda il più tardi possibile perché le dichiarazioni
di Morgan avevano turbato qualcuno. Non so chi".
Si è pentita di essere andata in Rai? "Pentita no, ma
in tanti mi avevano messo in guardia. Sei di sinistra, cercheranno di farti
fuori". E poi l'attacco: "Purtroppo i luoghi comuni - che io detesto
e cerco sempre di sfatare - sono veri, spesso. Almeno nel caso della Rai: un
luogo dove vince lo strapotere della politica e dove non si pensa al prodotto:
L’Era Glaciale andava bene".
RAITRE RISCHIA DI PERDERE IL PROPRIO
TAGLIO CRITICO - Sandro Curzi, direttore del Tg della terza rete dal
1987 al 1993, si starà ribaltando nella tomba. Lui, comunista dall'età di 13
anni, che diede a quel telegiornale una impronta inconfondibile, veloce e aggressiva
che dava voce alle istanze della sinistra italiana interpretando gli umori di
una crescente insofferenza verso la cosiddetta prima Repubblica. Un
telegiornale che negli anni successivi ha comunque mantenuto una sua matrice di
sinistra, distintiva rispetto agli altri due canali e molto critica nei
confronti di qualsivoglia governo susseguitosi. Resistendo perfino alle
epurazioni berlusconiane.
Bisognerà vedere se con la Bignardi il taglio resterà tale.
Fatto sta che per la prima volta un direttore del Tg3 è palesemente
filo-governativo.
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