PER ORA E’ SOLO UN RISCHIO MOLTO CONCRETO, EVIDENZIATO DAL PRESIDENTE DELL’UNIONE ITALIANA CIECHI PIETRO PISCITELLI
Negli ultimi anni, il Terzo settore è stato sovente sacrificato sull’altare della Patria in nome dei sacrifici e dei tagli giustificati come necessari. A farne le spese, tra gli altri, anche i non vedenti, i quali in Campania rischiano di chiudere tre strutture: a Caserta, Benevento e Avellino per mancanza di fondi. Una situazione che sa di beffa, a fronte dei tanti casi di frodi sanitarie messe in atto da finti ciechi senza scrupoli. I quali così finiscono per sottrarre risorse ai reali non vedenti.
“NON POSSIAMO PAGARE CORRENTE ELETTRICA E TELEFONO” – Salvatore Campitiello, il presidente dell’Assostampa Valle del Sarno insieme con l’Assostampa Napoletana, ha organizzato un dibattito nella sala Tommaso Sica della sezione provinciale di Salerno. Ciò che dice il presidente regionale de l’Unione Italiana Ciechi ed Ipovedenti Pietro Piscitelli è desolante e allarmante: “La morte civile della categoria sta passando nel silenzio totale: a giorni saremo costretti a chiudere le sezioni provinciali poiché non riusciamo a pagare nemmeno le bollette di luce e telefono (…)Attualmente le strutture vengono finanziate con un contributo 22mila e 500 euro, stanziati lo scorso anno. “In passato, le nostre strutture in Campania hanno rappresentato il fiore all’occhiello della Onlus – ha spiegato Piscitelli – basti pensare che con la legge regionale n. 34 del 1982 erano stati erogati 100 milioni di lire e che nel 2002, appena entrata in vigore l’euro, la cifra era arrivata ad ammontare a ben 250mila euro”.
COSTRETTI A CHIUDERE ALCUNE STRUTTURE – Prosegue il presidente: “Ora non ci sono più soldi per pagare gli affitti, le utenze, e ci sono i dipendenti da mesi senza stipendio: tra pochi giorni saremo costretti a chiudere le strutture di Avellino, Benevento e Caserta, tentando di far sopravvivere almeno quelle di Napoli e Salerno”. Attualmente, in Campania, l’associazione conta circa 10mila iscritti per i quali vengono offerti gratuitamente i supporti scolastici per i bambini, l’assistenza pomeridiana per lo studio, la formazione al lavoro, attività sportive e riduzioni sui viaggi. Un supporto che rischia di andare in malore, come tante altre cose nel nostro Paese.
(Fonte: Giornalettismo)
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