IL GIORNALE METTE IN EVIDENZA L’ONEROSO VITALIZIO BENEFICIATO DAL GIORNALISTA FONDATORE DE LA REPUBBLICA, PER UN BREVE PERIODO DA DEPUTATO
Al Giornale non sono andati proprio giù i consigli che Eugenio Scalfari ha avanzato al Governo per l’ultima manovra Finanziaria, ovviamente sulle pagine de La Repubblica. “Una cura immediata da 12 miliardi” ha infatti chiesto l’altro giorno, definendo Giulio Tremonti «un timoniere che naviga a vista». Ha anche criticato il rinvio “sine die” del taglio dei costi della politica. Per esempio, a suo dire, sarebbe bastato “il solo azzeramento dei vitalizi agli ex parlamentari che vale 218 milioni”.
Già proprio lui che, nello stesso articolo, ha ammesso: “personalmente riscuoto come ex deputato un assegno netto di 2400 euro mensili. Cinque anni fa inviai una lettera ai questori della Camera chiedendo che mi fosse annullato. La risposta fu che ci voleva una legge, in mancanza della quale l’assegno mi sarebbe stato comunque accreditato”. Apriti cielo. Il Giornale diretto da Sallusti non perde tempo a ripercorrere la breve carriera di Eugenio Scalfari da politico, grazie alla quale percepisce una superpensione già da un bel po’ di anni. L’articolo http://www.ilgiornale.it/interni/povero_scalfari_stato_non_lascia_rifiutare_pensione/15-07-2011/articolo-id=534981-page=0-comments=1 è a firma di Stefano Filippi.
UN’ESPERIENZA BREVE MA INTENSA…PER IL C/C – “Noi invece ci domandiamo – parte Filippi - come mai Scalfari abbia scritto quella lettera soltanto cinque anni fa. Se quel denaro lo scandalizza tanto, perché non l’ha lasciato subito all’erario? L’uomo che non credeva in Dio ma ha incontrato Io ha fatto parte dell’assemblea di Montecitorio dal 1968 al 1972 e al compimento dei 60 anni (6 aprile 1984) ha maturato il diritto al vitalizio. Milioni di italiani incassano la pensione minima dopo una vita di fatiche, a lui invece sono bastati quattro anni alla Camera per garantirsi 2400 euro netti ogni mese, cioè quasi 30mila euro l’anno, che in 27 anni sfiorano gli 800mila euro. Oltre a incrementi e rivalutazioni, quelle che oggi Tremonti intende sforbiciare. Al lordo, che poi equivale al costo per il contribuente italiano, la rendita che ripugna a Barbapapà ha superato addirittura il milione di euro: 3200 euro (il 25 per cento dell’indennità del parlamentare) per 12 mesi per 27 anni”.
PERCHE’ NON L’HA RESPINTA? – “E poi ci domandiamo perché Scalfari, dinanzi al prevedibile diniego della casta, non abbia lanciato una campagna di stampa per abolire l’odiato privilegio. Ha un giornale a sua disposizione: poteva sguinzagliare reporter, raccogliere firme, promuovere manifestazioni, mobilitare il proprio editore provvisto della tessera numero 1 del Pd. Poteva proporre un referendum abrogativo. Oppure incalzare gli ex colleghi della Camera con le mitiche dieci domande di Repubblica: quanto costano le ingiustificate pensioni d’oro dei vecchi parlamentari? Perché non le eliminate? Non vi vergognate di sperperare il denaro pubblico? Non vi sentite complici del baratro di bilancio? Invece egli è rimasto zitto, mugugnando tra sé e sé, lisciandosi la barba bianca e lasciando l’esclusiva delle dieci domande alla vita privata di Berlusconi”.
LA SOLUZIONE – Infine, Stefano Filippi gli avanza anche un suggerimento: “perché non esegue un bel bonifico di 800mila euro sul conto corrente della Camera e si toglie un pensiero?”
In effetti, i soldi sono proprio difficili da rifiutare. Anche per chi persegue da anni, almeno a mezzo stampa, una certa morale e una certa etica. Del resto, come si dice: “i comunisti hanno il cuore a sinistra e il portafogli nella tasca destra”.
a parole siamo tutti comunisti, nei fatto però...
RispondiEliminaè uno dei giornalisti italiani più schifosi
RispondiEliminaLucio
facile fare i froci col culo degli altri (cit. non mia)
RispondiEliminaLuigi