Negli Usa sta avanzando con passo certo ed inesorabile un movimento radicale ed estremista in seno al Partito Repubblicano, alimentato dalla contrarietà nei confronti delle politiche definite “socialiste” di Barack Obama.
Stiamo parlando del “Tea Party”, della cui nascita non si ha una data precisa, per molti riconducibile a quando Rick Santelli, giornalista della CNBC, proponeva una riedizione della rivolta anti-inglese contro le politiche neo stataliste della nuova Amministrazione democratica. Durante la Rivoluzione Americana, infatti, folle di patrioti gettarono tonnellate di tè nella baia di Boston per protestare contro una tassa sull’importazione, al grido“Niente tassazione, senza rappresentazione”.
Pertanto, gli odierni seguaci del Tea Party si richiamano a questo gesto storico per protestare contro le iniziative del governo Obama. Ma non si limitano solo a manifestazioni per strada con fiumane di scontenti al seguito, bensì stanno ottenendo grandi successi anche nelle primarie interne allo stesso Partito Repubblicano, in vista delle elezioni dei Governatori che si terranno il prossimo novembre.
Leader di questa rivoluzione conservatrice è Sarah Palin, l’ex candidata alla vicepresidenza dei Repubblicani nel 2008, che ha appoggiato molti dei candidati “alternativi”. La nuova forma della politica, che in Italia pure ha preso corpo da anni, è questa: mancanza di esperienza politica, gaffe verbali risibili e fatti personali molto imbarazzanti si trasformano in punti di forza. Sono proprio i difetti che rendono in qualche modo umani i candidati, così che li fanno sembrare l’antitesi del politico classico, tutto pettinato con le parole ben pesate e un curriculum vitae all’altezza dell’incarico cercato. Insomma, la rivalsa dell’ “uomo qualunque”, in America già vissuta negli anni ’50 col “maccartismo”.
Proprio il fatto che la Palin abbia dimostrato durante la campagna elettorale di non sapere assolutamente niente della politica estera o del funzionamento dell’economia, non è stato interpretato come un punto squalificante per il 25% or 30% dell’elettorato che la appoggia a pieno.
Anche la diffusione della notizia che ella ebbe una figlia a soli 16 anni, che tra l’altro oggi la sbeffeggia partecipando in trasmissioni simili al nostro “Ballando con le stelle”, l’ha indebolita.
Oltre all’esaltazione dell’Uomo della strada, con tutti i suoi difetti, il Tea Party incarna i pensieri più estremi del conservatorismo repubblicano, cavalcando le ansie e le paure della gente, il fanatismo religioso, la diffidenza per ciò che è “altro”. Ed ecco che difende la pena di morte, l’uso privato delle armi, le guerre preventive, la castità pre-matrimoniale, il libero mercato, l’anti-statalismo. Il tutto fomentato ovviamente dalla vittoria di Obama, definito come detto in precedenza, un socialista.
Prima parlavo anche dei successi di questo movimento nelle primarie dei repubblicani. Molto interessanti sono le due vittorie conseguite dai seguaci della Palin a New York e nel Delaware. Nel primo caso, trattasi di uno Stato democratico dove i repubblicani solitamente vincono solo puntando su moderati, il miliardario di Buffalo Carl Paladino ha sconfitto Rick Lazio, politico di carriera che aveva il sostegno dell'establishment del partito. Sulla carta il miliardario alla sua prima esperienza politica, non dovrebbe rappresentare nessun pericolo per Andrew Cuomo, l'attorney general, e figlio dell'ex governatore democratico Cuomo, che ha già accumulato 24 milioni di dollari per la sua campagna elettorale e un consistente vantaggio nei sondaggi. Ma gli analisti si preparano comunque ad assistere ai fuochi d'artificio da parte dei Paladino, che sfrutterà ogni occasione, senza risparmiarsi qualunque tipo di arma e di spesa, per mettere in difficoltà l'avversario.
Nel secondo caso, a Delaware, Christine O'Donnell, candidata praticamente senza nessuna chance fino a poche settimane prima, ha sconfitto il moderato Michael Castle, che per mesi era stato considerato il candidato repubblicano in pectore per il seggio al Senato del piccolo Stato del nord-est alle elezioni di novembre. La O’Donnell è diventata l’altra donna simbolo di questo movimento, sbandierando fieramente la propria verginità e promuovendola come migliore anticoncezionale.
In realtà, l’avanzata del Tea Party potrebbe mettere in difficoltà lo stesso Partito Repubblicano, poiché la candidatura a governatore di personaggi così estremi e privi di esperienza politica, potrebbe allontanare l’elettorato e dunque, fare il gioco dei democratici.
L’avanzata di partiti che parlano alla “pancia” dei cittadini, e la discesa in politica di persone con bassa cultura, e/o senza alcuna esperienza politica, che hanno come unico potere la propria popolarità televisiva, sono fenomeni ben presenti già da anni nella destra italiana, concretizzatisi nella nascita di partiti quali la Lega Nord e Forza Italia, oggi Popolo della libertà.
(Fonti: La Repubblica, Adnkronos)
Stiamo parlando del “Tea Party”, della cui nascita non si ha una data precisa, per molti riconducibile a quando Rick Santelli, giornalista della CNBC, proponeva una riedizione della rivolta anti-inglese contro le politiche neo stataliste della nuova Amministrazione democratica. Durante la Rivoluzione Americana, infatti, folle di patrioti gettarono tonnellate di tè nella baia di Boston per protestare contro una tassa sull’importazione, al grido“Niente tassazione, senza rappresentazione”.
Pertanto, gli odierni seguaci del Tea Party si richiamano a questo gesto storico per protestare contro le iniziative del governo Obama. Ma non si limitano solo a manifestazioni per strada con fiumane di scontenti al seguito, bensì stanno ottenendo grandi successi anche nelle primarie interne allo stesso Partito Repubblicano, in vista delle elezioni dei Governatori che si terranno il prossimo novembre.
Leader di questa rivoluzione conservatrice è Sarah Palin, l’ex candidata alla vicepresidenza dei Repubblicani nel 2008, che ha appoggiato molti dei candidati “alternativi”. La nuova forma della politica, che in Italia pure ha preso corpo da anni, è questa: mancanza di esperienza politica, gaffe verbali risibili e fatti personali molto imbarazzanti si trasformano in punti di forza. Sono proprio i difetti che rendono in qualche modo umani i candidati, così che li fanno sembrare l’antitesi del politico classico, tutto pettinato con le parole ben pesate e un curriculum vitae all’altezza dell’incarico cercato. Insomma, la rivalsa dell’ “uomo qualunque”, in America già vissuta negli anni ’50 col “maccartismo”.
Proprio il fatto che la Palin abbia dimostrato durante la campagna elettorale di non sapere assolutamente niente della politica estera o del funzionamento dell’economia, non è stato interpretato come un punto squalificante per il 25% or 30% dell’elettorato che la appoggia a pieno.
Anche la diffusione della notizia che ella ebbe una figlia a soli 16 anni, che tra l’altro oggi la sbeffeggia partecipando in trasmissioni simili al nostro “Ballando con le stelle”, l’ha indebolita.
Oltre all’esaltazione dell’Uomo della strada, con tutti i suoi difetti, il Tea Party incarna i pensieri più estremi del conservatorismo repubblicano, cavalcando le ansie e le paure della gente, il fanatismo religioso, la diffidenza per ciò che è “altro”. Ed ecco che difende la pena di morte, l’uso privato delle armi, le guerre preventive, la castità pre-matrimoniale, il libero mercato, l’anti-statalismo. Il tutto fomentato ovviamente dalla vittoria di Obama, definito come detto in precedenza, un socialista.
Prima parlavo anche dei successi di questo movimento nelle primarie dei repubblicani. Molto interessanti sono le due vittorie conseguite dai seguaci della Palin a New York e nel Delaware. Nel primo caso, trattasi di uno Stato democratico dove i repubblicani solitamente vincono solo puntando su moderati, il miliardario di Buffalo Carl Paladino ha sconfitto Rick Lazio, politico di carriera che aveva il sostegno dell'establishment del partito. Sulla carta il miliardario alla sua prima esperienza politica, non dovrebbe rappresentare nessun pericolo per Andrew Cuomo, l'attorney general, e figlio dell'ex governatore democratico Cuomo, che ha già accumulato 24 milioni di dollari per la sua campagna elettorale e un consistente vantaggio nei sondaggi. Ma gli analisti si preparano comunque ad assistere ai fuochi d'artificio da parte dei Paladino, che sfrutterà ogni occasione, senza risparmiarsi qualunque tipo di arma e di spesa, per mettere in difficoltà l'avversario.
Nel secondo caso, a Delaware, Christine O'Donnell, candidata praticamente senza nessuna chance fino a poche settimane prima, ha sconfitto il moderato Michael Castle, che per mesi era stato considerato il candidato repubblicano in pectore per il seggio al Senato del piccolo Stato del nord-est alle elezioni di novembre. La O’Donnell è diventata l’altra donna simbolo di questo movimento, sbandierando fieramente la propria verginità e promuovendola come migliore anticoncezionale.
In realtà, l’avanzata del Tea Party potrebbe mettere in difficoltà lo stesso Partito Repubblicano, poiché la candidatura a governatore di personaggi così estremi e privi di esperienza politica, potrebbe allontanare l’elettorato e dunque, fare il gioco dei democratici.
L’avanzata di partiti che parlano alla “pancia” dei cittadini, e la discesa in politica di persone con bassa cultura, e/o senza alcuna esperienza politica, che hanno come unico potere la propria popolarità televisiva, sono fenomeni ben presenti già da anni nella destra italiana, concretizzatisi nella nascita di partiti quali la Lega Nord e Forza Italia, oggi Popolo della libertà.
(Fonti: La Repubblica, Adnkronos)
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