CON IL SUO INTERVENTO DI UN’ORA NELLA PRIMA SERATA, TRA
ATTACCHI FRONTALI AL CLERO, TEMATICHE SOCIALI E POLITICHE, E UNA STRAORDINARIA
INTERPRETAZIONE CANORA, E’ STATO IL VERO VINCITORE DI UNA MANIFESTAZIONE MORTA
DA ANNI
Anche quest’anno il carrozzone di Sanremo sta giungendo a
destinazione, lasciando dietro di sé la solita coda polemica, qualche
canzonetta che ricorderemo solo per qualche mese, gli scarti vertiginosi delle
prorompenti conduttrici di turno e tanti soldi a presentatori e ospiti erogati
un po’ dal canone pagato da noi e un po’ dagli sponsor. Gli artisti (o presunti
tali) che ivi si presentano sono: o cantanti affermati ma in un momento di
difficoltà della propria carriera; o sconosciuti in cerca di un trampolino di
lancio; o cantanti diventati famosi proprio grazie alla Kermesse ligure e
dunque ci tornano come fosse un debito di riconoscenza. Ma se hanno il vento in
poppa, sanno anche dire tranquillamente “no grazie” (vedi Eros, Giorgia,
Pausini, Zucchero e Vasco).
Insomma, una manifestazione canora che ormai da oltre un
decennio di canoro ha ben poco, complice soprattutto una musica leggera
italiana che ha già detto tutto e da tempo evidenzia solo ripetitività e
banalità. Il vero vincitore con il suo intervento nella prima serata è stato
senza dubbio Adriano Celentano; per due motivi: con le sue parole ha provocato
un terremoto mediatico e politico, comportando addirittura un
“commissariamento” delle puntate successive del Festival, e ha cantato alla
grande, benché abbia 74 anni.
L’ATTACCO FRONTALE ALLA CHIESA
– Il suo intervento, durato circa un’ora tra le 22e10 e le 23e10, è iniziato
con un terremoto che ha fermato Morandi mentre presentava la prossima canzone e
un inquietante bombardamento del teatro Ariston e della città tutto, con
persone in fuga disperata. Poi sul palcoscenico è calato il buio e il
Molleggiato è emerso tra alcune persone sdraiate. Da qui è partito un monologo,
cominciato con un attacco frontale ai preti incapaci a suo dire di esprimere
delle omelie che parlino dell’al di là e del disegno divino che Dio ci ha
riservato, poiché la nostra vita terrena è solo passeggera. Di qui anche
l’attacco a Avvenire e Famiglia cristiana, ree di parlare di politica anziché
religione e il mistero della Fede. Non dando così a chi soffre ed è solo un
conforto spirituale.
WAGON LITS E SOVRANITA’ POPOLARE
- Celentano ha anche parlato degli addetti al Wagon lits che da due mesi sono
in sciopero giorno e notte sulla torre-faro accanto al binario 21 della Stazione
centrale di Milano, chiamando in causa anche Montezemolo. In un siparietto con
Morandi, Pupo e Papaleo ha poi trattato della questione Referendum e sovranità
popolare, messe in disparte rispettivamente dalla bocciatura di ben 1200 firme
da parte della Consulta e dal Governo tecnico.
INTERPRETAZIONE VOCALE IMPECCABILE
– Al di là del monologo al vetriolo, Celentano ci ha regalato anche una
stupenda interpretazione canora, con alcuni suoi classici in americano
masticato magnificamente alla sua maniera. Una voce ancora potente, molto più
di tanti cantanti che pur avendo 40-50 anni meno di lui, spremono pure le
budella per emettere un po’ di canto.
Ad alcuni è piaciuto, ad altri no. Quello di dividere gli
italiani è il destino della Rai e sarà così fin quando ci faranno pagare il
Canone; tassa che ci fa sentire tutti proprietari di un’azienda che in realtà
da quando esiste è stata solo spartita dai partiti. Tornando a Celentano, il
suo è stato un messaggio cristiano e non anti-clericale. Per me Sanremo l’ha
vinto lui, o se preferite, è stato l’unico a non perdere.
Ahimè non ho visto il monologo e nemmeno l'esibizione.
RispondiEliminaHo letto molte polemiche, forse il risultato è stato raggiunto...
Non ho visto neanche un secondo del Festival e mai lo vedrò. Su Celentano... solo chiacchiere e distintivo... Se voleva attaccare la chiesa lo doveva fare in modo chiaro e netto, senza attaccare i giornali made in Vaticano, perchè quelli fanno politica, perchè è la Chiesa stessa che fa politica... da sempre!!!
RispondiEliminaConcordo solo sulla parte vocale e musicale, come ho scritto l'altro giorno. Come oratore il suo tempo è bello che finito a mio parere. http://www.wakeupnews.eu/sanremo-2012-adriano-celentano-e-il-teatro-del-pressappochismo/
RispondiEliminaFrancesco
..ma se ti dico cosa penso...son volatili per diabetici (cazzi amari)...
RispondiEliminaLuigi
Avrei sottolineato molto di più l'impostazione di metodo che non ho affatto condiviso, come già sai. :)
RispondiEliminaSimone
ottimo lavoro come sempre ;)
RispondiEliminapaolo
Sono anni che Sanremo per fare audience, visto la pochezza delle canzoni (e dei cantanti), si basa sullo scandalo di turno. Quest'anno è stata la volta del monologo di Celentano e dello spacco di Belen. Onestamente io preferisco quando Celentano canta, quando fa il predicatore mi piace molto meno...
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