I CASI DI CLAUDIO COLANGELO E PAOLO BOSUSCO SONO SOLO GLI ULTIMI
DI UNA LUNGA SERIE DI PERSONE CHE PARTONO ALL’AVVENTURA IN AREE DEL MONDO
SCONSIGLIATE
Dalle foreste dell'India, allo Yemen oppure nei deserti
africani frequentati solo da tagliagole, non sono mancate frotte di turisti
italiani finiti nei guai per i quali la Farnesina è costretta ad impegnarsi
faticosamente per poterli liberare. Ultimi casi quelli di Claudio Colangelo e Paolo
Bosusco, finiti nelle mani dei maoisti in una foresta indiana con l’ultimo che,
al ritorno, si è concesso pure una battutina: «Sono stati 28 giorni di vacanza
pagata». Poi ha fatto marcia indietro sostenendo che «era dura» e spiegando di
aver perso 10 chili. Alle Invasioni Barbariche di venerdì scorso ha perfino
detto: "Il comandante dei maoisti ha mille sfaccettature, è molto umano ed
è stato attento alle nostre esigenze ma è anche implacabile. Per certi aspetti
lo ammiro". Lo ammira così tanto che gli ha anche allungato qualche
suggerimento sulla strategia da attuare: "Mi ha fatto piangere il racconto
di uno dei rapitori, la cui sorella è stata presa, incarcerata e violentata
dalla polizia. Quando l'ho saputo, ho detto al comandante che se era vero avremmo
dovuto aspettare che fosse liberata prima di liberare me".
Forse per i turisti in cerca di avventura o per gli ostaggi
più imbecilli bisognerebbe almeno presentare il conto una volta tornati a casa.
Pochi lo sanno, ma dal 2011 esiste una norma che lo prevede…
RIMBORSO TOTALE O PARZIALE -
Si tratta del comma 5 dell'articolo 50 del codice del turismo. «In ogni caso,
il Ministero degli affari esteri può chiedere agli interessati il rimborso,
totale o parziale, delle spese sostenute per il soccorso e il rimpatrio delle
persone che, all'estero, si siano esposte deliberatamente, salvi giustificati
motivi correlati all'esercizio di attività professionali, a rischi che
avrebbero potuto conoscere con l'uso della normale diligenza», recita il
decreto legge nr. 79 del 23 maggio 2011. Non risulta che sia stato ancora
applicato. Lo stesso ministro degli Esteri, Giulio Terzi, ha parlato ieri,
riferendosi a Bosusco e Colangelo, il compagno di viaggio liberato prima, come
di «una vicenda rischiosa e molto complessa che in queste settimane ci ha visto
impegnati a tutti i livelli e senza sosta». A Bosusco, da nove anni in India
come accompagnatore di turisti, non occorreva leggere le avvertenze sul sito
«Viaggiare sicuri» per sapere che l'entroterra dell'Orissa era pericoloso.
Ad altre latitudini, come nell'Africa subsahariana dove non
abbiamo ambasciate ed antenne dei servizi dappertutto, costa ancora di più in
termini di missioni e lavorio dietro le quinte salvare gli ostaggi.
I RECIDIVI - Poi ci sono i
casi dei recidivi, come i turisti italiani rapiti in Niger, che una volta
liberati tornarono a prendersi le automobili lasciando allibito l'ambasciatore
che li aveva tirati fuori dai guai. Da tempo chi lavora in prima linea sui
sequestri sostiene «che non si deve dare tutto per scontato. Quando qualcuno va
a cercarsela perché fa parte di una Ong un po' garibaldina, oppure per uno
svago avventuroso bisognerebbe chiedersi perché deve pagare sempre Pantalone».
Come non bastassero i tanti guai che già abbiamo, ci si
mettono pure questi turisti fai-da-te da andare a liberare o gli operatori
turistici in aree sconsigliate per la loro pericolosità.
(Fonte: Il
Giornale)
lo stato si faccia dare una fideiussione !
RispondiEliminaluigi
io distinguerei tra turisti e operatori umanitari: ho lavorato per la Ong cui appartiene Rossella Urru e conosco la sua serietà e l'impegno dei suoi collaboratori, il qualunquismo del Giornale come al solito mi fa incavolare! per loro probabilmente anche EMERGENCY dovrebbe levare le tende dall'Afghanistan e chissenfrega dei malati e dei feriti (anche per colpa di armi italiane) basta che stiamo bene noi, no?..
RispondiEliminaPerò ammetto che i turisti imprudenti faidate cominciano a darmi un po' sui nervi, anche perché il Ministero appunto stila una lista di paesi a rischio..
un piccolo rimborso almeno simbolico glielo chiederei
ciao