martedì 13 gennaio 2015

DOMENICA A PARIGI IL CORTEO DELL’IPOCRISIA: 40 LEADER PER 200 METRI CONTRO IL TERRORISMO CHE ESSI STESSI FOMENTANO

LA MARCIA IN SOLIDARIETA’ PER QUANTO SUCCESSO A CHARLIE HEBDO. MA QUASI TUTTI HANNO SCHELETRI NELL’ARMADIO

La Francia cerca ancora di riprendersi da quanto accaduto nei giorni scorsi al giornale satirico Charlie Hebdo. Commenti solidali, critici o complottisti si sono sprecati in questi giorni, con alcuni politici italiani che si sono riscoperti difensori della satira dimenticando di averla duramente attaccata in casa propria. Noi italiani, oltre alla satira, siamo allergici proprio all’informazione; non a caso il nostro Paese risulta al 46mo per quanto concerne la libertà di stampa. Ma l’ipocrisia e la retorica si è sprecata pure in campo internazionale, con la clamorosa marcia di domenica pomeriggio che ha visto una quarantina di leader politici mondiali sfilare in marcia per circa duecento metri partendo da Place de la Repubblique. C’erano tutti, o quasi. Ognuno con i propri scheletri nell’armadio. Giunti in un autobus dai vetri scuri, perchè, essendo molto democratici e amati dal popolo, è meglio non farsi vedere.

LA PARATA – C’era il nostro Matteo Renzi, in rappresentanza di un Paese, come detto al 46mo posto per quanto concerne la libertà di stampa. Lui, con un pantalone alla Joker, che dice di restare al Governo per altri tre anni senza neppure essere stato votato. C’erano sotto braccio la Merkel e Hollande, dimenticando le diatribe in seno all’Ue per quanto riguarda il fatidico 3 percento. La Francia ha bissato pure con la presenza di Sarkozy, ex Presidente francese, sul quale non si sono mai dissolti i sospetti di aver dato fondi al Raìs libico Muhammar Gheddafi.
C’era David Cameron, Premier di un Paese, la Gran Bretagna, che in questi anni ha seguito come un cagnolino fedele il delirio bellico americano, fomentando il clima di odio dei musulmani verso gli occidentali. Lo stesso che ha armato i terroristi contro Charlie. Assente invece proprio il Presidente Usa Barack Obama, Premio Nobel per la Pace 2008 ma forse in vacanza con la famiglia.
E ancora, c’era il Premier israeliano Benjamin Netanyahu (in piena campagna elettorale per le elezioni anticipate), Leader di un Paese che da anni non riconosce i diritti dei palestinesi e massacra donne e bambini (ma anche, come avvenne nel 1987 in una missione punitiva a Londra, quando fu ucciso il disegnatore palestinese Naji al-Ali). C’era anche Abu Mazen, leader palestinese che di certo non aiuta nel dialogo.
E ancora, i poco democratici reali di Giordania, il premier turco Ahmet Davutoglu, che nelle sue carceri detiene una cinquantina di cronisti, e il presidente del Gabon, Ali Bongo, che si illustra nelle classifiche di “Reporters sans frontières”.

Assente invece il Presidente russo Vladimir Putin, non certo simbolo di libertà e democrazia. Ma almeno lui ha avuto la decenza di non prendere in giro nessuno.

SONDAGGIO


Per quasi 8 elettori su 10 quello di Charlie Hebdo è un chiaro attentato alla libertà di espressione.

2 commenti:

  1. Complimenti agli scampati dell’orrenda strage che sprezzanti del pericolo continuano a sfanculare i seguaci di Allah. E bravi i nostri giornali che ripubblicano le vignette con tanto di traduzione. Il mondo libero sta dando una lezione a Vauro.

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