sabato 5 maggio 2012

LA TOSCANA “LA LEGALIZZA”, MA PER USO MEDICO


Il Consiglio regionale toscano approva la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci conTENENTI cannabinoidi

Forse una battaglia Radicale vecchia 40 anni sta per realizzarsi. O almeno, un primo passo è stato compiuto: Il Consiglio regionale toscano ha approvato la prima legge in Italia per facilitare l’uso di farmaci con cannabinoidi nella cura di specifiche malattie, come la sclerosi multipla, la depressione o il glaucoma. Le strutture sanitarie avranno un ruolo fondamentale riducendo gli attuali tempi burocratici lunghissimi (anche quattro mesi) per ottenere la cannabis. E poi i trattamenti potranno essere continuati anche in sede domiciliare.
I benefici dell’uso di cannabis nella terapia del dolore sono comprovati: «Gli studi mostrano come nel caso di malattie legate ai muscoli, come ad esempio la distrofia – spiega il consigliere Enzo Brogi (Pd) – l’uso di medicine a base di cannabinoidi sono in grado di ridurre anche del 50 per cento l’uso di morfina».

LE RAGIONI DELL’APPROVAZIONE - La legge approvata dà sia la possibilità di acquistare farmaci a base di cannabinoidi, come pasticche che spesso arrivano da Canada e Olanda, sia preparazioni galeniche attraverso il controllo delle strutture sanitarie. Proprio i presidi sanitari potranno acquistare i farmaci, entro i budget aziendali previsti. «Si tira fuori il paziente dal labirinto della soggettività», dice Monica Sgherri (Fds-Verdi). Come si può accedere ai medicinali cannabinoidi? «I pazienti dovranno chiedere i farmaci presso gli ospedali o al proprio medico», spiega il consigliere regionale Mauro Romanelli (Fds-Verdi). «Dopo potranno poi decidere di proseguire la terapia a casa», aggiunge la consigliera Lucia Martegi (Pd) “Questa legge non ha la presunzione di risolvere la questione ma di affrontare in modo più dignitoso alcune patologie”, dice Marco Remaschi (Pd).

I DUBBI DI UDC E PDL - Qualche dubbio arriva da Marco Carraresi (Udc), che vota contrario insieme al Pdl (la Lega si astiene): «E’ veramente necessario che la Toscana faccia da apripista? io credo che sarebbe più saggio aspettare di avere chiarezza su questa materia». «Non è la politica a dover decidere se un farmaco è utile oppure no - aggiunge Stefano Mugnai del Pdl - questa legge non cambia poi così tanto nel processo di reperimento del farmaco e allora se si tratta di un’iniziativa manifesto abbiamo qualche difficoltà ad approvarla». Il Pdl ha chiesto anche una breve sospensione dell’assemblea per decidere: «Abbiamo convenuto di dare ampia libertà di voto su questo tema - dice Paolo Ammirati - non vogliamo dare una connotazione politica a questo tema, probabilmente c’è stata troppo fretta da parte della Toscana di essere prima della classe».

Vedremo se uno dei tanti tabù del nostro Paese sarà finalmente sormontato.

7 commenti:

  1. uààààààààààààààààààà

    annalisa

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  2. la puglia lo ha fatto da tempo

    luigi

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  3. Un progresso civile che merita un plauso

    angela

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  4. finamente qualcosa inizia a muoversi... anche se bisogna ricordarlo che siamo in Italia

    angelo

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  5. Ebbene sì..sarà così

    francesca

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  6. Sarebbe un passo avanti...
    meglio tardi che mai...

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  7. ben vengano le cure alternative! purtroppo le multinazionali dei farmaci non vogliono abbandonare la miniera d'oro,dei farmaci da loro brevettati,e cosi' facendo tengono i prezzi alti e speculano sulla salute dei poveri.i malati fanno da cavie e non possono sperimentare cure alternative;che hanno meno effetti collaterali dei farmaci cosiddetti tradizionali.dietro ci sono gli interessi delle case farmaceutiche,nonchè di certi medici compiacenti e dei rappresentanti farmaceutici.che vergogna!

    antonio

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