sabato 23 giugno 2012

AZZURRINA, IL FANTASMINO CHE DISTURBA I VISITATORI DEL CASTELLO DI MONTEBELLO


VERITA’ O BUFALA?

Leggende legate ad anime tormentate che di tanto in tanto appaiono per portare scompiglio sono sempre esistite, tramandate nei secoli. Nell’era del digitale poi circolano ancor di più, grazie ai tanti programmi per ritoccare foto sempre più semplici e alla portata di tutti. Anche in Italia non mancano storie di spiriti, specie in castelli o vecchi ruderi abbandonati; come quello di Azzurrina nel Castello di Montebello in provincia di Rimini.

LA STORIA DI AZZURRINA - Il bellissimo Castello di Montebello (Torriana – Rimini) ogni anno è meta di molti turisti, che vi si recano per ammirarne l’accurata ristrutturazione con pregiati pezzi originali avvenuta nel 1989, a cura della famiglia Guidi proprietaria fin dal rinascimento. E non solo. Il Castello è infatti famoso per la leggenda che lo vede protagonista insieme ad Azzurrina.
Figlia di un certo Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello, nel 1375 fu la protagonista di un triste fatto di cronaca. Era il 21 giugno di quel lontano anno quando, nel nevaio della vecchia Fortezza, la bimba scomparve mentre cercava di recuperare una palla di stracci con cui stava giocando.  e non venne mai più ritrovata. Il fatto che fosse albina non è di poco conto: la madre per toglierle il color bianco candido dai capelli, glieli tingeva con pigmenti facendoli diventare azzurri, da qui il nome. Inoltre, a quel tempo la superstizione popolare collegava l'albinismo con eventi di natura magica se non diabolica.

LA VISIONE DI AZZURRINA DA VICINO - Da quel momento, i racconti si sono susseguiti sempre più fantasiosi e ricchi di particolari. Dalla visione della bambina eterea che passeggia con i suoi capelli lunghi per le varie stanze lasciando impronte, al sentire un pianto o delle urla dell’infante. Non solo: Azzurrina ha dato il via ad una serie di altri fenomeni che non sono direttamente riconducibili alla sua presenza. Infatti, fino ad alcuni anni fa nell’antica sala da pranzo dei Guidi dove si trova l'originale tavolo di legno, le guide permettevano che i visitatori appoggiassero le mani sul piano e una grande percentuale di questi asseriva di sentire una vibrazione di energia. 

IL RITO CHE SI RIPETE OGNI 21 GIUGNO - Ancora oggi, pur non essendo più possibile toccare il mobilio, su questo tavolo si svolgono sedute medianiche e psicometriche, e pare che non poche volte il tavolo, con i suoi tre quintali e mezzo di peso, si alzi ad altezza di uomo e vada in giro per la stanza. Un fatto che si ripete il 21 giugno di ogni anno, documentato dal 1990 per alcuni anni fino al 2000, è che ad un attento ascolto si possono udire tuoni, uno scrosciare violento di pioggia. Ed un suono, che per alcuni è una voce, per altri una risata.

(Fonte: Libero)

3 commenti:

  1. Cosa mi hai fatto ricordare il quadro con quest' Azzurrina stava a casa di mia nonna.....mi ha fatto sempre un pò impressione devo dire!!!!

    rita

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  2. Marò Lu, mi ha sempre un po' impressionata st'azzurrina xD

    francesca

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  3. Cari Amici condividiamo con voi le ultime scoperte sull'argomento!

    Venerdì 24 maggio 2013 è andata in onda la prima puntata di “Percezioni”, il nuovo docu-reality sul paranormale trasmesso su Italia 2.

    È nota ormai a tutti la versione diffusa della leggenda secondo la quale Azzurrina, la bimba albina scomparsa in circostanze misteriose in epoca medievale, si chiamerebbe “Guendalina Malatesta”.

    All’interno della prima puntata di “Percezioni” lo storico Marco Filippi, sulla base di quanto rivelato dalla sensitiva Marina Dionisi, ha smentito la versione diffusa della leggenda apportando novità assolute sull’identità di Azzurrina.

    Secondo le ricerche del dott. Filippi il nome di “Adelina”, percepito dalla sensitiva Marina Dionisi, risulta più probabile sia a livello linguistico che a livello storico.

    Risulta infatti che la forma “Adelina” si avvicina maggiormente a quella tramandata nel titolo dell’unico presunto documento sulla storia di Azzurrina: “Mons Belli et Deline”. La forma “Deline”, tradotta dal latino all’italiano, corrisponde al nome di “Adelina” e non di “Guendalina”.

    Inoltre, sembra che il nome “Guendalina” non sia stato usato in Italia almeno fino ai primi dell’Ottocento.

    Risulta quindi evidente, sulla base di considerazioni storico-linguistiche, come Azzurrina non potesse chiamarsi “Guendalina”.

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