ECCO UNA CARRELLATA DELLE ORDINANZE PIU’ ASSURDE IN GIRO PER
L’ITALIA
Con l’arrivo dell’Estate e dunque delle temperature
africane, ci si sente un po’ più liberi di vestirsi quel tanto che basta e di
fare all’aperto attività che il maltempo invernale e autunnale impedisce. Ma a
quanto pare anche le amministrazioni comunali si sbizzarriscono non poco in
questo periodo, proprio ad impedirci certe libertà, quasi si vivesse secoli
orsono. Proibizioni che appaiono oggi ridicole e pretestuose. Ecco a voi
qualche delibera alquanto curiosa in giro per l’Italia
IL DIVIETO DI GIOCARE AL CALCIO
BALILLA - Già da maggio a Teggiano, nel salernitano, chi decide di farsi
una partita a biliardino rischia grosso: tra aprile e settembre dopo le ore 22
vige il divieto assoluto. Da ottobre a marzo va ancora peggio: il coprifuoco
sul calciobalilla scatta addirittura alle 20, nemmeno si trattasse di una finale
di Champions league a rischio hooligans. Non è l'unico caso. Le cronache
raccontano di divieti simili in vigore già negli anni scorsi anche altrove, da
Cambobello di Licata a Villa d'Ogna, nel bergamasco, paese nel quale, peraltro,
i biliardini vengono prodotti.
CAPRI, ISOLA LUSSURIOSA…MA CON TANTI
DIVIETI - A Capri, invece, è tolleranza zero contro i padroni che non
puliscono le deiezioni dei propri cani. Quella delle regole per il decoro a
Capri è storia vecchia: basterà ricordare i divieti sull'uso degli zoccoli di
legno o dei costumi da bagno in paese. E storia vecchia è anche quella di certi
bizzarri divieti che segnalano l'avvio della bella stagione, molti dei quali
approvati nel 2008, quando ad aprire le porte a questa deriva fu il pacchetto
sicurezza dell'allora ministro dell'Interno leghista Roberto Maroni. Si
ricordano: er l'uso delle panchine diventò necessario un libretto di
istruzioni: c'era chi vietava di poggiarci i piedi, chi di usarle dopo le 23,
chi addirittura ne vietava l'uso ai minori di 70 anni. Lo stesso dicasi per i
parchi pubblici: a Napoli si vietò il fumo all'aperto, altrove si proibì ai
cittadini di frequentarli in più di due alla volta. Nelle città non si poté più
mangiare un panino per strada, usare tosaerba a motore, dare da mangiare ai
piccioni, addirittura baciarsi. A Castellammare fece scalpore l’ordinanza che
vietava di indossare abiti succinti. Correva l’anno 2010.
A VENEZIA VIETATO IL JAZZ
SPERIMENTALE - A Venezia, una
delibera del 2008 di Massimo Cacciari, autorizzava la musica dal vivo non in
base ai decibel ma al genere musicale. Dunque, al bando il «jazz sperimentale
quale free jazz che essendo dissonante potrebbe essere sgradevole o di
disturbo». Ora si sta studiando il modo per porre fine a questo scempio. Il
Jazz sperimentale forse piacerà a pochi, ma in fondo, non ha mai fatto male a
nessuno.
(Fonte: Il
Mattino)
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