mercoledì 8 agosto 2012

VILLAGGIO COPPOLA, DA MIAMI A SILENTI HILL


SORSE NEGLI ANNI ’60 A CASTEL VOLTURNO, DIVENTANDO CON LE NORMATIVE SUCCESSIVE UNO DEI TANTI ECOMOSTRI

Anche la Campania ha tentato di avere una sua Miami, realizzata negli anni ’60, quando l’abusivismo edilizio non conosceva limiti e paletti. Parlo del Villaggio Coppola, ecomostro che sorge a Castel Volturno, il quale nell’ambizione dei suoi ideatori doveva essere un lussuoso insediamento turistico abitativo sul mare; ossia un quartiere non solo utilizzabile nel periodo estivo, ma ove si potesse vivere tutto l’anno. Poi il graduale degrado e la mancata riqualificazione.

LA REALIZZAZIONE - Il villaggio sorse come detto negli anni sessanta, nel luogo ove si trovavano le dune costiere di Castel Volturno, con lo scopo di creare un centro turistico balneare polivalente. Il progetto del Villaggio Pinetamare di Castel Volturno si ispirava a un «modello» urbanistico di insediamento turistico abitativo che aveva l’obiettivo di valorizzare ai fini turistici, innanzitutto locali e nazionali, un’area bellissima della Campania. La costruzione del nucleo del Villaggio Pinetamare inizia a metà degli anni ’60 e le 8 torri, le villette vista a mare, il centro commerciale, le strade di accesso al Villaggio e di tutte le vie interne; la rete fognaria ed elettrica, l’unico depuratore all’epoca esistente sul Litorale Domiziano. Tutte le iniziative realizzate nell’ambito del Villaggio Pinetamare, incluse le torri, sono fatte sulla base di licenze rilasciate negli anni ‘60 prima dell’apposizione dei vincoli paesaggistici (1985 – 86). A partire dal 1965 si apre la contestazione sull’effettiva proprietà di alcune aree. La contestazione è riferita a costruzioni che coprono meno del 5% del comprensorio dell’intero villaggio. In questi anni vengono annullate dal Sindaco di Castel Volturno, per difetto di procedura, le licenze relative alle 8 torri, in quel momento al rustico. Su ricorso della società costruttrice il Consiglio di Stato dà ragione alla Coppola Pinetamare e annulla l'Atto dell'Amministrazione Comunale.
Ecco il progetto finale: Un quartiere di un milione e mezzo di metri cubi su una superficie di circa 48 km quadrati, per un valore presunto di circa 100 miliardi. Presenti 12mila appartamenti, più una serie di infrastrutture per servizi terziari e quaternari: scuole elementari, medie e superiori; posto di polizia e carabinieri, chiesa, sportello bancario, farmacia, sala cinematografica, discoteche, tabaccherie, ambulatorio, sala congressi, etc. Il tutto realizzato su spiaggia e pineta demaniale, senza concessioni edilizie ed autorizzazioni paesaggistiche.
Le 8 torri presenti vengono affittate per 20 anni alla Marina degli Stati Uniti per ospitare le famiglie dei militari americani della Nato di stanza a Napoli.

L’ARRIVO DEI TERREMOTATI – A partire dalla fine degli anni ’70 Napoli viene colpita da ripetuti eventi naturali - il 1°bradisismo del 1978, il terremoto del 1980, il 2°bradisismo 1983 – che rendono drammaticamente evidenti le carenze del territorio sotto l’aspetto del patrimonio edile, e trovano nel Villaggio Pinetamare una soluzione temporanea. Così dal 1978 al 1988 nelle sue strutture sono ospitate oltre 5000 persone.

L’INIZIO DEL DEGRADO – Dal 1988, con la requisizione da parte del Governo delle unità abitative private per ospitare i terremotati, inizia il degrado del territorio. I privati svendono nel giro di pochi anni le loro proprietà e la manutenzione delle infrastrutture, fino ad allora curata dai privati, viene trascurata.

IL TENTATIVO DI RILANCIO - La svolta si ha nel 1998, con la nomina di un Commissario Straordinario per la definizione di un accordo transattivo: nel febbraio 1999 la firma di un primo documento a testimonianza della volontà di definire in via transattiva tutte le vertenze in atto, ad aprile 2001 la costituzione del Consorzio Rinascita subito seguita nel maggio 2001 dalla firma del Protocollo di Intesa con Regione Campania, Provincia di Caserta, Comuni di Castelvolturno e Villa Literno, per la realizzazione di un articolato Piano di Risanamento, riqualificazione ambientale e di rilancio socio-economico del Litorale Domizio.
Il 1º agosto 2003, Regione Campania, Provincia di Caserta, Comune di Castel Volturno, Comune di Villa Literno, Consorzio Rinascita e Fontana Bleu S.p.A. firmano un Accordo di Programma con il quale viene approvato “Il Piano di Riqualificazione per il Risanamento ecoambientale e il rilancio socio economico per la località Pinetamare di Castelvolturno ed aree attigue”. Oggi l’area è in fase di rilancio sotto la guida del Consorzio Rinascita: un consorzio di enti privati che ha come presidente Felice Di Persia, che dal 2000 al 2005 ha coordinato la Direzione Distrettuale antimafia della Procura di Napoli. Sotto la sua guida il Consorzio Rinascita ha riqualificato la Domiziana, la strada che attraversa tutto il comune di Castel Volturno.
Inoltre, in una delle torri da poco viene ospitato il Centro nazionale di formazione del Corpo Forestale. Due invece sono state abbattute.

IL PROGETTO DI UN PORTO TURISTICO…SEMPRE LEGATO AI COPPOLA - Un nuovo progetto promette di rilanciare l’interesse del turismo nazionale e internazionale nell’area, ovvero la costruzione di un porto turistico su un’area di 756.500 mq per un totale di 1200 posti barca, la creazione di pontili per aliscafi e di un indotto da centinaia di posti di lavoro, il tutto a un costo complessivo di 85 milioni di euro. I lavori sono cominciati da pochi giorni e si prevede che dureranno circa 3 anni. Il Gruppo Mirabella Spa, l’aggiudicatario dell’appalto, costituì nel 2008 una società ad hoc, la Marina di Castello Spa, che gestisce la costruzione del nuovo porto. Peccato che il Gruppo Mirabella appartenga alla famiglia Coppola, la stessa che ha cementificato l’intero territorio a Sud di Castelvolturno. Una famiglia, i Coppola, che deve la propria ripresa economica ad un altro investimento speculativo realizzato nel territorio casertano, più precisamente a Gricignano d’Aversa.
Il progetto "Polina" (simpatico ed originale anagramma di "Napoli") prevede la realizzazione di cinque grandi complessi residenziali su un’area di oltre 500mila mq con piscine e svariate infrastrutture. I terreni vennero acquisiti dal Consorzio Gricignano (controllato al 60% dai Coppola) in seguito alla loro svendita operata dall’ex vicesindaco di Gricignano Francesco Antonio Russo per ripianare i debiti della propria amministrazione (incassando, in verità, 24 volte tanto) e permisero ai Coppola di riprendersi economicamente, tanto che Cristiana Coppola, figlia di Cristoforo Coppola, venne nominata sempre nel 2008 vicepresidente di Confindustria con delega al Mezzogiorno. E’ lei la presidente del Gruppo Mirabella nonchè amministratore delegato della società Marina di Castello, impegnata nella costruzione dell’ennesimo porto turistico in Campania.

IL VILLAGGIO COPPOLA OGGI - Ma a parte il deturpamento ambientale, i nuovi progetti che puzzano di cemento fresco, le infiltrazioni camorriste, il beneplacito della politica, il degrado sociale…cos’è oggi il Villaggio Coppola? Di quella che doveva essere una Miami campana nella mente di imprenditori tanto audaci quanto scapestrati, oggi rimangono palazzi fatiscenti; spiagge enormi e abbandonate; mare inquinato; discariche disseminate qua e là che danno la sensazione di un paesaggio post atomico; migliaia di case disabitate, dove rimane ancora qualche erede di quelle famiglie della piccola e media borghesia (soprattutto medici) che negli anni ’60 decisero di stabilirvisi per le vacanze o le famiglie sfollate del bradisismo e dal terremoto in Irpinia degli anni ’80, nonché numerosi nuclei familiari originari dell’Africa; infine, la delinquenza locale, che utilizza quell’enorme spazio per i propri sporchi affari.

Insomma, più che Miami, il Villaggio Coppola oggi sembra Silent Hill.

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