SORSE NEGLI ANNI ’60 A CASTEL VOLTURNO, DIVENTANDO CON LE
NORMATIVE SUCCESSIVE UNO DEI TANTI ECOMOSTRI
Anche la Campania ha tentato di avere una sua Miami,
realizzata negli anni ’60, quando l’abusivismo edilizio non conosceva limiti e
paletti. Parlo del Villaggio Coppola, ecomostro che sorge a Castel Volturno, il
quale nell’ambizione dei suoi ideatori doveva essere un lussuoso insediamento
turistico abitativo sul mare; ossia un quartiere non solo utilizzabile nel
periodo estivo, ma ove si potesse vivere tutto l’anno. Poi il graduale degrado
e la mancata riqualificazione.
LA REALIZZAZIONE - Il
villaggio sorse come detto negli anni sessanta, nel luogo ove si trovavano le
dune costiere di Castel Volturno, con lo scopo di creare un centro turistico
balneare polivalente. Il progetto del Villaggio Pinetamare di Castel Volturno
si ispirava a un «modello» urbanistico di insediamento turistico abitativo che
aveva l’obiettivo di valorizzare ai fini turistici, innanzitutto locali e
nazionali, un’area bellissima della Campania. La costruzione del nucleo del
Villaggio Pinetamare inizia a metà degli anni ’60 e le 8 torri, le villette
vista a mare, il centro commerciale, le strade di accesso al Villaggio e di
tutte le vie interne; la rete fognaria ed elettrica, l’unico depuratore
all’epoca esistente sul Litorale Domiziano. Tutte le iniziative realizzate
nell’ambito del Villaggio Pinetamare, incluse le torri, sono fatte sulla base
di licenze rilasciate negli anni ‘60 prima dell’apposizione dei vincoli
paesaggistici (1985 – 86). A partire dal 1965 si apre la contestazione
sull’effettiva proprietà di alcune aree. La contestazione è riferita a
costruzioni che coprono meno del 5% del comprensorio dell’intero villaggio. In
questi anni vengono annullate dal Sindaco di Castel Volturno, per difetto di
procedura, le licenze relative alle 8 torri, in quel momento al rustico. Su
ricorso della società costruttrice il Consiglio di Stato dà ragione alla
Coppola Pinetamare e annulla l'Atto dell'Amministrazione Comunale.
Ecco il progetto finale: Un quartiere di un milione e mezzo
di metri cubi su una superficie di circa 48 km quadrati, per un valore presunto
di circa 100 miliardi. Presenti 12mila appartamenti, più una serie di
infrastrutture per servizi terziari e quaternari: scuole elementari, medie e
superiori; posto di polizia e carabinieri, chiesa, sportello bancario,
farmacia, sala cinematografica, discoteche, tabaccherie, ambulatorio, sala
congressi, etc. Il tutto realizzato su spiaggia e pineta demaniale, senza
concessioni edilizie ed autorizzazioni paesaggistiche.
Le 8 torri presenti vengono affittate per 20 anni alla
Marina degli Stati Uniti per ospitare le famiglie dei militari americani della
Nato di stanza a Napoli.
L’ARRIVO DEI TERREMOTATI – A
partire dalla fine degli anni ’70 Napoli viene colpita da ripetuti eventi
naturali - il 1°bradisismo del 1978, il terremoto del 1980, il 2°bradisismo 1983
– che rendono drammaticamente evidenti le carenze del territorio sotto
l’aspetto del patrimonio edile, e trovano nel Villaggio Pinetamare una
soluzione temporanea. Così dal 1978 al 1988 nelle sue strutture sono ospitate
oltre 5000 persone.
L’INIZIO DEL DEGRADO – Dal
1988, con la requisizione da parte del Governo delle unità abitative private per
ospitare i terremotati, inizia il degrado del territorio. I privati svendono
nel giro di pochi anni le loro proprietà e la manutenzione delle
infrastrutture, fino ad allora curata dai privati, viene trascurata.
IL TENTATIVO DI RILANCIO - La
svolta si ha nel 1998, con la nomina di un Commissario Straordinario per la
definizione di un accordo transattivo: nel febbraio 1999 la firma di un primo
documento a testimonianza della volontà di definire in via transattiva tutte le
vertenze in atto, ad aprile 2001 la costituzione del Consorzio Rinascita subito
seguita nel maggio 2001 dalla firma del Protocollo di Intesa con Regione
Campania, Provincia di Caserta, Comuni di Castelvolturno e Villa Literno, per
la realizzazione di un articolato Piano di Risanamento, riqualificazione
ambientale e di rilancio socio-economico del Litorale Domizio.
Il 1º agosto 2003, Regione Campania, Provincia di Caserta,
Comune di Castel Volturno, Comune di Villa Literno, Consorzio Rinascita e
Fontana Bleu S.p.A. firmano un Accordo di Programma con il quale viene
approvato “Il Piano di Riqualificazione per il Risanamento ecoambientale e il
rilancio socio economico per la località Pinetamare di Castelvolturno ed aree
attigue”. Oggi l’area è in fase di rilancio sotto la guida del Consorzio Rinascita:
un consorzio di enti privati che ha come presidente Felice Di Persia, che dal
2000 al 2005 ha coordinato la Direzione Distrettuale antimafia della Procura di
Napoli. Sotto la sua guida il Consorzio Rinascita ha riqualificato la
Domiziana, la strada che attraversa tutto il comune di Castel Volturno.
Inoltre, in una delle torri da poco viene ospitato il Centro
nazionale di formazione del Corpo Forestale. Due invece sono state abbattute.
IL PROGETTO DI UN PORTO
TURISTICO…SEMPRE LEGATO AI COPPOLA - Un nuovo progetto promette di
rilanciare l’interesse del turismo nazionale e internazionale nell’area, ovvero
la costruzione di un porto turistico su un’area di 756.500 mq per un totale di
1200 posti barca, la creazione di pontili per aliscafi e di un indotto da
centinaia di posti di lavoro, il tutto a un costo complessivo di 85 milioni di
euro. I lavori sono cominciati da pochi giorni e si prevede che dureranno circa
3 anni. Il Gruppo Mirabella Spa, l’aggiudicatario dell’appalto, costituì nel
2008 una società ad hoc, la Marina di Castello Spa, che gestisce la costruzione
del nuovo porto. Peccato che il Gruppo Mirabella appartenga alla famiglia
Coppola, la stessa che ha cementificato l’intero territorio a Sud di
Castelvolturno. Una famiglia, i Coppola, che deve la propria ripresa economica
ad un altro investimento speculativo realizzato nel territorio casertano, più
precisamente a Gricignano d’Aversa.
Il progetto "Polina" (simpatico ed originale
anagramma di "Napoli") prevede la realizzazione di cinque grandi
complessi residenziali su un’area di oltre 500mila mq con piscine e svariate
infrastrutture. I terreni vennero acquisiti dal Consorzio Gricignano
(controllato al 60% dai Coppola) in seguito alla loro svendita operata dall’ex
vicesindaco di Gricignano Francesco Antonio Russo per ripianare i debiti della
propria amministrazione (incassando, in verità, 24 volte tanto) e permisero ai
Coppola di riprendersi economicamente, tanto che Cristiana Coppola, figlia di
Cristoforo Coppola, venne nominata sempre nel 2008 vicepresidente di
Confindustria con delega al Mezzogiorno. E’ lei la presidente del Gruppo
Mirabella nonchè amministratore delegato della società Marina di Castello,
impegnata nella costruzione dell’ennesimo porto turistico in Campania.
IL VILLAGGIO COPPOLA OGGI - Ma
a parte il deturpamento ambientale, i nuovi progetti che puzzano di cemento
fresco, le infiltrazioni camorriste, il beneplacito della politica, il degrado
sociale…cos’è oggi il Villaggio Coppola? Di quella che doveva essere una Miami
campana nella mente di imprenditori tanto audaci quanto scapestrati, oggi
rimangono palazzi fatiscenti; spiagge enormi e abbandonate; mare inquinato;
discariche disseminate qua e là che danno la sensazione di un paesaggio post
atomico; migliaia di case disabitate, dove rimane ancora qualche erede di
quelle famiglie della piccola e media borghesia (soprattutto medici) che negli
anni ’60 decisero di stabilirvisi per le vacanze o le famiglie sfollate del
bradisismo e dal terremoto in Irpinia degli anni ’80, nonché numerosi nuclei
familiari originari dell’Africa; infine, la delinquenza locale, che utilizza
quell’enorme spazio per i propri sporchi affari.
Insomma, più che Miami, il Villaggio Coppola oggi sembra
Silent Hill.
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