OLTRE AD ESPONENTI DEL PARTITO DEMOCRATICO CI SONO ANCHE
NICHI VENDOLA E BRUNO TABACCI
Dopo il pressapochismo e la bagarre della passata edizione,
il Partito democratico ci riprova con le Primarie. Lontana versione delle più
famose e spettacolari che si tengono in America. Allora si scelse per Bersani
come Segretario e si disse che in caso di elezioni sarebbe stato lui il
candidato. Stiamo parlando del 2009, dunque abbastanza recenti. Ma si vede che
i democratici ci hanno preso gusto.
Questa volta sono sei i candidati, tra cui un outsider non
di poco conto: Nichi Vendola. Il Governatore pugliese si contrappone dunque ai
due principali avversari, Bersani e Renzi.
Le Primarie sono aperte anche ai non tesserati al partito;
una scelta scellerata che non fa altro che falsarle e consentire anche agli
elettori di centro-destra di parteciparvi e avere un peso di non poco conto sul
risultato finale (anche creando una minoranza forte che spacchi il partito
ancor di più di quanto non sia già). Non a caso questa opportunità piace a
Matteo Renzi, che nutre simpatie anche (e forse soprattutto) da destra.
Vediamo dunque i candidati e le regole.
PIERLUIGI BERSANI - E’
segretario del Pd dal 2009, anno in cui vinse le primarie contro Franceschini e
Marino, presentandosi come il punto di congiunzione fra i valori
cattolico-popolari e quelli del socialismo democratico.
Vanta una vasta esperienza politica, avendo ricoperto ruoli
di grande responsabilità: Bersani è stato infatti Ministro dell’Industria, del
Commercio, dell’Artigianato e del Turismo nel primo Governo Prodi e
successivamente Ministro dei Trasporti e della Navigazione; dopo una breve
parentesi da parlamentare europeo, dal 2006 al 2008 ha ricoperto la carica di
Ministro dello Sviluppo Economico nel secondo Governo Prodi.
Con la “Carta d’intenti del Partito Democratico e dei
progressisti”, presentata a luglio, Bersani ha precisato i punti fondamentali
del programma del partito: lavoro, fisco e diritti civili. I primi due temi
sono strettamente collegati, in quanto l’idea è quella di alleggerire il peso
fiscale che grava sul lavoro e sulle imprese e caricarlo invece sui grandi
patrimoni e le rendite. Quanto ai diritti civili, Bersani ha spiegato che
quando il Pd sarà al governo intende provvedere a due norme in materia: una
legge per i figli degli immigrati che vanno a scuola e il riconoscimento
giuridico alle coppie omosessuali.
NICHI VENDOLA - Il
Governatore della Regione Puglia si era proposto per le primarie di coalizione,
tuttavia, dopo la candidatura di Renzi e la visibilità mediatica che ha assunto
il duello Renzi-Bersani, ha chiesto chiarimenti perché qualora si trattasse di
elezioni interne al partito e non per la leadership del centrosinistra come si
era detto, non sarebbe sua intenzione sostenere alcun candidato.
La storia politica di Nichi Vendola è strettamente legata
all’evoluzione del comunismo in Italia. Giovane impegnato in ambito politico e
sociale, si iscrive al PCI e inizia una brillante carriera nella FGCI, mettendosi
in luce sin dal suo primo congresso per le sue doti oratorie, che gli son valse
un applauso di ben due minuti in seguito al quale fu subito chiamato a far
parte dell’esecutivo nazionale. Sciolto il PCI, entra nel Partito di
Rifondazione Comunista e diventa deputato nel 1992, ruolo che abbandona in
favore della presidenza della Regione Puglia. Nel 2009 fonda Sinistra Ecologia
e Libertà.
La ricetta di Vendola per l’Italia: giustizia sociale ed
equità, ripartire investendo nell’istruzione, nella ricerca e nella tutela del
patrimonio culturale. Dal punto di vista economico, il leader di Sel ha sempre
spinto per una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze, mentre abolirebbe
l’Imu sulla prima casa.
MATTEO RENZI - Sindaco di
Firenze dal 2009, Renzi ha mosso i primi passi in politica ai tempi del liceo,
e da allora, con il sostegno del padre Tiziano, già consigliere comunale di
Rignano sull’Arno in quota Dc, non si è mai fermato, arrivando alla notorietà
nazionale grazie alla sua proposta provocatoria di “rottamare” il quadro
dirigenziale del Pd, creando spazio per i giovani, che attualmente non riescono
ad emergere.
Se il ricambio generazionale si può considerare il cavallo
di battaglia di Renzi agli occhi di molti elettori, è pur vero che ha
dimostrato di avere a cuore anche diverse altre tematiche, quali l’abolizione
del finanziamento pubblico ai partiti, l’elezione diretta dei politici da parte
dei cittadini, la riduzione dei costi della politica e l’abolizione di molti
dei privilegi dei parlamentari. Tuttavia, alcune sue posizioni vengono
criticate dai colleghi di partito e da una parte dell’opinione pubblica perché
considerate più vicine al centrodestra che al centrosinistra. Ne è un valido
esempio l’opinione manifestata da Renzi a proposito del progetto industriale di
Marchionne, che il sindaco di Firenze ha dichiarato di approvare “senza se e
senza ma” e che non è stata affatto gradita invece dal mondo dei sindacati e
degli operai.
Sensibile ai temi
ambientali, in materia di diritti si dice favorevole alle unioni civili, ma non
al matrimonio per gli omosessuali. Diverse volte si è espresso contro
l’eutanasia.
Un particolare che non tutti conoscono di Matteo Renzi è il
fatto che nel 2011 è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti
della Toscana per danno erariale e obbligato al pagamento di 14000 euro. Il
reato contestato riguarda l’epoca in cui Renzi era presidente della Provincia
di Firenze, per l’assunzione a tempo determinato in categoria D anziché C di
quattro persone nello staff. In seguito alla condanna Renzi è ricorso in
appello.
BRUNO TABACCI - Laureato in
Economia e Commercio, 66 anni, ha un lunghissimo curriculum vitae: con la
Democrazia Cristiana dagli anni settanta al 1994, è stato dapprima consigliere
comunale, poi consigliere regionale e Presidente della Regione Lombardia,
inoltre è stato membro di diverse Commissioni e Comitati, alcuni dei quali sono
stati da lui anche presieduti. In particolare è stato relatore della Legge
finanziaria 1994 predisposta dal Governo Ciampi.
Dal 1994 al 2001 si è
invece occupato della propria carriera da funzionario statale come consigliere
d’amministrazione di ENI, SNAM ed Efibanca, in seguito come presidente
dell’Autostrada A15 Cisa e dal 2000 copresidente della Fondazione del premio
letterario Bancarella.
Nel 2001 ha aderito all’UDC di Pier Ferdinando Casini, che
ha lasciato nel 2009 per confluire nel gruppo misto assieme a Francesco Rutelli
e Gianni Vernetti ex Pd.
Attualmente è assessore al bilancio del Comune di Milano,
carica che intende sospendere per la durata della propria candidatura alle
primarie: spetterà poi al sindaco Pisapia decidere se, terminato l’impegno
riaffidargli le deleghe o meno.
LAURA PUPPATO - Partecipando
alle primarie per la designazione del premier per le elezioni del 2013, Laura
Puppato sarebbe la prima donna a correre per la carica di primo ministro in
Italia. Ha 55 anni, è un’imprenditrice nel campo assicurativo-finanaziario e
proviene dal mondo dell’attivismo ambientale e non da quello politico, cui si
avvicina per la prima volta nel 2002 con una lista civica appoggiata dall’Ulivo
per la carica di sindaco del comune di Montebelluna, vincendo le elezioni.
Successivamente rieletta, ha all’attivo diversi premi, fra i quali il Leone
dell’Innovazione da parte dell’ANCI e il Premio Qualità delle Amministrazioni
Pubbliche.
Candidata col Pd alle elezioni europee nel 2009, ottiene
quasi 60.000 voti. Nel 2010 diventa consigliere regionale del Veneto,
risultando la seconda consigliera più votata dell’intera Regione. A dicembre
dello stesso anno il Presidente della repubblica Giorgio Napolitano l’ha
nominata Cavaliere al Merito della Repubblica.
Attualmente ricopre il ruolo di capogruppo del Partito
Democratico in Veneto.
E’ estremamente
attenta alle tematiche ambientali e sociali, che vede anche come risorse
occupazionali per il futuro; per quanto riguarda l’economia, ritiene che ci
troviamo di fronte alla crisi di un sistema economico ormai da superare. Altre
riforme urgenti da affrontare, quella della giustizia e dell’amministrazione,
per creare uno Stato a misura di cittadino.
REGOLE – Le primarie si
terranno il 25 novembre. Un documento contiene le norme di massima delle
primarie di coalizione. Nel caso al primo turno nessun candidato ottenga il 50%
+1 dei voti, “e’ previsto un turno di ballottaggio per i primi due candidati da
svolgersi a una settimana di distanza dal primo”. E ancora: “la partecipazione
alle primarie e’ aperta a tutte le elettrici e gli elettori che dichiarano di
riconoscersi nel manifesto politico dell’alleanza e si impegnano a sostenere
l’alleanza alle elezioni politiche del 2013, sottoscrivendo un impegno pubblico
per il successo dell’alleanza stessa e iscrivendosi all’albo delle sue
elettrici ed elettori”. L’iscrizione all’albo si legge ancora nel documento
“potra’ avvenire nel 21mo giorno precedente la data delle primarie fino al
giorno del voto. Questo albo deve essere costruito con modalita’ tali da
renderlo un concreto ed effettivo strumento di partecipazione delle elettrici e
degli elettori alla campagna elettorale, al fine del successo dell’alleanza
alle elezioni politiche”.
“Possono sottoscrivere la candidatura tutti gli iscritti del
2011 che abbiano rinnovato l’iscrizione al momento della candidatura e tutti i
nuovi iscritti per l’anno 2012, di cui non piu’ di 3000 in ogni regione”, dice
ancora il documento e sempre secondo l’Agi. I moduli saranno disponibili al Pd
a partire dalle 18 di domani. La presidenza dell’assemblea, cui dovranno
pervenire le candidature verificherà le sottoscrizioni entro 24 ore ed eventuali
ricorsi saranno esaminati dalla commissione nazionale di garanzia entro 24 ore.
Volendo tirare le somme, il favorito è ovviamente l’attuale
Segretario Pierluigi Bersani. Curiosa è comunque la corsa agli altri due posti
del podio, tra Renzi e Vendola, due “disturbatori” del Pd. Oltre a Vendola,
altro outsider è Bruno Tabacci (Api), che potrebbe essere la sorpresa di queste
Primarie, potendo raccogliere le simpatie dei tanti elettori cattolici del Pd,
ma anche dei moderati dell’Udc e del Pdl. Specie il primo avrebbe tutto
l’interesse, in prospettiva di una possibile alleanza, che diventasse proprio
lui il candidato di coalizione.
vincerà Bersani, perchè a parole sono tutti per il cambiamento..a parole.
RispondiEliminadi Civati non sapevo, Gozzi credo sia stimato abbastanza, ma alla fine penso anch'io vicerà Bersani e Renzi dovrebbe imparare ad abbassare un po' la cresta, (questa è la mia idea ovviamente). Comunque la questione del PD e dei suoi alleati onestamente non mi appassiona più, credo dai tempi di Prodi. ciao
RispondiEliminama accatt na zeppola co zucchero è meglio
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