Secondo l’Agenzia
Internazionale per l’Energia, “la domanda di carbone nel mondo crescerà del 21%
entro il 2035
Il carbone è
stato una risorsa energetica fondamentale per la rivoluzione industriale
ottocentesca; un motore trainante per lo sviluppo tecnologico ed economico
dell’umanità. Una risorsa la cui importanza è stata conservata anche nel ‘900 e
proseguirà pure in futuro, purtroppo per noi, essendo il carbone altamente
inquinante. Dunque non sarà solo il petrolio a minare l’ecosistema del Mondo, e
siamo ancora lontanissimi da una svolta in favore delle energie rinnovabili. Inoltre, nel Mondo per estrarlo muoiono ancora migliaia di operai.
I PAESI CHE NE FANNO PIU’ USO
- Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia, “la domanda di carbone nel
mondo crescerà del 21% entro il 2035”. Sono già più di mille i nuovi impianti
in arrivo: bruciando il buon vecchio combustibile fossile, immetteranno in
atmosfera una quantità di gas serra pari a quelle dell’intera Cina, ormai il
più grande inquinatore del pianeta. Catastrofe climatica assicurata, avverte il
World Resources Institute, ma l’allarme cade nel vuoto: l’importante, per i
super-produttori, è garantirsi energia a basso costo. Proprio la Repubblica
Popolare, insieme all’India, ospiterà più di tre quarti di questi nuovi
impianti. I due giganti asiatici però non sono soli: fra i 10 principali
importatori e utilizzatori di carbone restano anche nazioni europee “virtuose”
come la Germania, il Regno Unito e, nonostante la forte vocazione nuclearista,
la Francia.
Se il vecchio carbone vivrà una nuova giovinezza in Europa e
in Giappone, ci sono Paesi come Turchia e Russia che – riguardo a nuove
centrali – coltivano progetti ambiziosi ma ancora incerti. Senza contare la
costellazione di economie emergenti (dal Senegal alla Cambogia, fino
all’Uzbekistan) che hanno fame di energia immediata e poco costosa, ma non
dispongono di giacimenti entro i propri confini.
I NUMERI - Il combustibile
più inquinante del mondo non passa mai di moda: come 200 anni fa, è ancora
leader nell’industria energetica. Sono infatti 483 le compagnie elettriche che,
in tutti i continenti, si apprestano a costruire ben 1.199 nuove centrali.
Impianti che, come evidenzia lo studio Global Coal Risk Assessment (qui il
documento integrale, in inglese), saranno capaci di fornire elettricità per
oltre 1.400 Gw: una quantità di energia enorme, pari a quattro volte quella
attualmente prodotta (con il carbone) negli Stati Uniti d’America. Il record di
progetti è detenuto dall’India, che da sola costruirà 455 nuove centrali; segue
la Cina, con 363. E le 381 rimanenti? Saranno sparse in 57 altri Paesi. Fra cui
l’Italia, dove lo studio prevede i cantieri per l’avvio di 4 nuovi impianti.
LE PREVISIONI NEGATIVE DEGLI
SCIENZIATI - Uno scenario che, secondo il responsabile della Campagna
Energia e Clima di Greenpeace Italia, Andrea Boraschi, deve preoccupare:
costruire oggi infrastrutture energetiche di quel tipo vuol dire “aggiungere un
contributo enorme alle emissioni di gas serra per almeno 30 o 40 anni”. E’
questione di numeri, avverte Boraschi: anche se l’Europa dovesse frenare, “se
Cina e India non invertiranno presto la rotta, la strada verso il caos
climatico sarà sempre più breve e diretta”.
(Fonte: Il
Fatto quotidiano)
d'altronde, di energia rinnovabili, mica se ne parla, quindi andiamo avanti cosi..si vede che va bene
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