I NUMERI BOCCIANO IMPIETOSAMENTE I PROFESSORI
Il Governo Monti, o forse sarebbe meglio dire la Dittatura
delle Borse, ha compiuto qualche giorno fa un anno. In Italia, come in altri
Paesi dell’Ue, vi è stata un’autentica sospensione della democrazia con
un’ascesa al potere della tecnocrazia più spietata. Quella che ci considera
semplici numeri su cui calcolare tasse, tagli e spesa pubblica. Nei Paesi
dell’Europa meridionale le manifestazioni sono ormai all’ordine del giorno, con
consueti bagni di sangue per opera della polizia.
I numeri bocciano comunque i professori; il cui unico
successo è il dimezzamento dello Spread rispetto al precedente Governo
Berlusconi. Il differenziale rispendo ai Bond tedeschi resta comunque alto,
sfiorando sovente i 400 punti.
I NUMERI DEL FALLIMENTO - Il
debito pubblico è arrivato al massimo storico di 1995 miliardi di euro. Solo
nell’ultimo mese è salito di 19,51 miliardi. Da quando c’è Monti, addirittura,
di 80,75 miliardi: 252,34 milioni di euro al giorno. Significa che Monti non ha
fatto meglio ma persino peggio di Berlusconi. Nell’anno precedente, infatti, il
debito era cresciuto di 44,52 miliardi di euro: 121,97 milioni al giorno. Circa
la metà di quel che ha combinato il professore.
Quando il governo tecnico si è insediato l’Italia era in
conclamata recessione e il Pil aveva registrato, per il 2011, un -0,7%. Ora,
mentre Monti afferma che siamo fuori dalla crisi, il Pil sta molto peggio, vale
a dire a -2,4%, e il debito ammonta al 126,26% del Pil medesimo. Un disastro.
Anche la disoccupazione ha raggiunto il massimo storico, con
un tasso del 10,9% che, secondo tutte le stime, peggiorerà ulteriormente nei
prossimi mesi. Rispetto ai tempi duri, prima che arrivassero i professori con
le loro cure, i disoccupati sono aumentati del 2%. E’ un quadro catastrofico,
ma tra i giovani la situazione è peggiore: uno su tre non ha lavoro. E, grazie
al ministro Fornero, l’aumento è addirittura del 4,5% in più di giovani
disoccupati. La disoccupazione femminile viaggia verso il 30%.
Al momento le ore di cassa integrazione nell’anno di Monti,
Passera e Fornero sono state 900 milioni ma, per la fine dell’anno, supereranno
il miliardo. Di conseguenza non c’è da stupirsi se la gente compra poco e
niente e i consumi precipitano avvitando più che mai la recessione: -4,2%.
La nota più drammatica sono le tasse: 35 miliardi di tasse
in più. I dati di Confesercenti: per effetto delle tre manovre che si sono
succedute da metà 2011, ogni famiglia ha speso 1450 euro in più.
Infine, anche le bollette di gas e luce sono state di nuovo
aumentate al rialzo.
NULLA FATTO PER L’AMBIENTE –
Il Governo Monti è stato bocciato anche sull’ambiente da tutte le associazioni
ambientaliste.
Perfino l’industria, meno interessata all’ambiente per ovvi
motivi, boccia lo scarso pollice verde dell’esecutivo Monti. L’Associazione
italiana di Produttori di Energia da Fonte Rinnovabile - che riunisce le
aziende del settore – dichiara sollievo per aver posto fine ad una situazione
difficile e senza timone ma esprime delusione per le azioni finora intraprese.
L incertezza normativa che caratterizzava il settore energetico durante il
precedente governo è stata superata ma le semplificazioni normative necessarie
per adeguarsi agli standard europei del settore non ci sono state.
Anzi, sono arrivate nuove barriere (registri, aste, plafond,
sbilanciamenti) che contraddicono gli obiettivi di crescita definiti nella
strategia energetica nazionale appena varata.
Insomma un bilancio disastroso, che difficilmente il Governo
Monti può migliorare di qui a 5 mesi dalla fine della legislatura. A difenderlo
ancora a spada tratta solo quei politici che temono di non entrare in
parlamento alle prossime elezioni – come Fini e Casini – o chi si affaccia ora
sulla scena politica, come Montezemolo e la Marcegaglia. Il rischio però è che
ci ritroveremo i tecnici anche dopo le elezioni, poiché la soglia che si vuole
imporre alle coalizioni per poter governare il paese è del 42,5%. Quel 2,5
superfluo ha proprio l’intenzione di scongiurare ogni governabilità. Del resto,
ai partiti fa comodo starsene all’opposizione (o nascosti in maggioranza) e
darsi al populismo.
(Fonti: Il
Blog di Antonio Di Pietro, Tuttogreen)
lascia una bella eredità a chi gli succederà...
RispondiEliminail paese è in ginocchio...
bella roba va...