I SUOI FILM MANCANO ANCHE DI PRESUNZIONE DIDASCALICA
Non per forza il Cinema d’impegno politico e sociale deve
essere sofisticato, documentaristico, elitario. Un film può istruire,
informare, far riflettere anche trattando un argomento di attualità o un evento
storico in modo satirico, comico, leggero, pur sfociando all’occorrenza nel
drammatico. Tra i massimi esponenti di questo modo particolare di trattare il
cosiddetto “cinema impegnato”, troviamo Lina Wertmüller, autrice anche di
commedie all’italiana. Naturalmente non è stata risparmiata dai ben pensanti.
I PRIMI LAVORI - Arcangela
Felice Assunta Wertmüller von Elgg Spanol von Braueich nasce a Roma da padre
lucano (di Palazzo San Gervasio, in provincia di Potenza), avvocato, e madre
romana, discendente da una nobile e agiata famiglia svizzera. A scuola è stata
compagna di Flora Mastroianni, futura moglie di Marcello, con cui instaurerà
una lunghissima amicizia. Questa conoscenza si rivelerà poi fondamentale per
avvicinare la giovane Lina al mondo dello spettacolo. A diciassette anni si
iscrive all'Accademia Teatrale diretta da Pietro Sharoff, in seguito, per
alcuni anni, è animatrice e regista degli spettacoli dei burattini di Maria
Signorelli. Successivamente collabora con celebri registi teatrali, tra i quali
Guido Salvini, Giorgio De Lullo e Garinei e Giovannini.
Lavora sia per la radio sia per la televisione, e in veste
di autrice e regista alla prima edizione della celebre trasmissione
Canzonissima e a Il giornalino di Gian Burrasca, serie televisiva-musical, con
Rita Pavone protagonista maschile. Inizia una lunga solidarietà artistica con
Enrico Job, apprezzato scenografo teatrale con il quale presto si sposò.
Assistente alla regia in E Napoli canta del 1953 (che segnò
l'esordio sul grande schermo anche di Virna Lisi), fu aiutante e attrice di
Federico Fellini nelle pellicole La dolce vita (1960) e 8½ di due anni più
tardi.
Il suo esordio come regista avvenne nel 1963 con I basilischi,
amara e grottesca narrazione della vita di alcuni poveri amici del sud (il film
fu girato in gran parte tra la Basilicata, a Palazzo San Gervasio, e la Puglia,
a Minervino Murge), che le valse la Vela d'argento al Festival di Locarno.
I TANTI FILM CON GIANNINI -
Nella seconda metà degli anni sessanta nacque la sua collaborazione con
l'attore Giancarlo Giannini, che fu presente nei suoi grandi successi Mimì
metallurgico ferito nell'onore del 1972, Film d'amore e d'anarchia, ovvero
stamattina alle 10 in Via dei Fiori nella nota casa di tolleranza del 1973,
Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto del 1974, Pasqualino
Settebellezze del 1976, La fine del mondo nel nostro solito letto in una notte
piena di pioggia e Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova... si
sospettano moventi politici, entrambi del 1978.
Per Pasqualino Settebellezze, che ebbe successo anche negli
Stati Uniti, la Wertmüller fu candidata a tre Premi Oscar nella cerimonia del
1977 (tra cui quello per la miglior regia) mentre una quarta nomination arrivò
a Giancarlo Giannini per la sua interpretazione del protagonista.
IRONIA ANCHE SUL TERRORISMO -
Il 1983 è l'anno di Scherzo del destino in agguato dietro l'angolo come un
brigante da strada, film che affronta con leggerezza e coraggio il tema del
terrorismo (è ambientato negli anni di piombo), raccontando il guasto
dell'apertura degli sportelli di un'auto blu con il ministro dell'interno
(Gastone Moschin) bloccato all'interno e un deputato (Ugo Tognazzi) che cerca
di trarne vantaggio facendo spingere l'auto nel proprio garage.
IL TEATRO - Nel 1986 la prima
delle sue rare incursioni nel teatro lirico con la regia della Carmen di
Georges Bizet che inaugurò la Stagione lirica 1986-87 del Teatro di San Carlo
di Napoli, rappresentazione che venne ripresa in diretta su Raiuno. Nel 1997 ha
invece diretto una Bohème all'Opera di Atene.
Ha invece scritto copioni e fatto diverse regie teatrali,
dal primo Due più due non fa più quattro (1968, per la regia di Franco Zeffirelli)
a L'esibizionista (1994), da Gino, Ginetta e gli altri (1995) a Lasciami andare
madre (dal libro di Helga Schneider, con Roberto Herlitzka che recita la parte
della vecchia madre).
IL RITORNO AL SOCIALE E ALLA
POLITICA - Successivamente, la regista romana continuò a realizzare film
venati di forte satira sociale e contraddistinti spesso da titoli
esageratamente lunghi. Nel 1992 diresse Io speriamo che me la cavo con Paolo
Villaggio, mentre nel 1996 tornò alla satira politica con Metalmeccanico e
parrucchiera in un turbine di sesso e politica, con Tullio Solenghi e Veronica
Pivetti come i nuovi Giannini-Melato.
GLI ULTIMI LAVORI - Dopo la
ricostruzione storica Ferdinando e Carolina del 1999, la Wertmüller tornò
dietro la macchina da presa con la fiction Francesca e Nunziata (2001, con
Sophia Loren e Claudia Gerini) e il film Peperoni ripieni e pesci in faccia
(2004, sempre con la Loren protagonista), che però, nonostante le proteste
della regista, ebbe scarsa distribuzione nelle sale un paio d'anni dopo. Il
successivo Mannaggia alla miseria (2008, con Gabriella Pession e Sergio Assisi)
viene pertanto trasmesso direttamente in prima serata su Raiuno il 2 giugno
2010. Nello stesso anno le viene conferito il David di Donatello alla carriera.
(Fonte: Wikipedia)
Travolti da un insolito destino....etc etc...capolavoro!!!
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