sabato 1 dicembre 2012

LA PALESTINA ENTRA NELL’ONU, UN PRIMO PASSO PER LA NASCITA DI UNO STATO


l'Assemblea generale HA VOTATO LA RISOLUZIONE con 138 voti su 193

Esattamente 65 anni dopo il voto sulla spartizione della Terra Santa in due Stati (era il 29 novembre del 1947, e persino un giovedì), l'Assemblea generale delle Nazioni Unite si rende protagonista di un'altra giornata memorabile, approvando con 138 voti su 193 una risoluzione voluta fortemente dal presidente dell'Anp Abu Mazen, che prevede l’entrata della Palestina nell’Onu come “Stato osservatore”. Dunque non ha ancora diritto di voto, ma almeno viene riconosciuta come entità nazionale da un punto di vista formale.

IL VOTO - Il si' alla Palestina da parte dell'Assemblea Onu consegna alla storia un mondo occidentale diviso: con gli Stati Uniti al fianco di Israele nel dire 'no' e i Paesi europei in ordine sparso, incapaci di parlare con una sola voce e di raggiungere una posizione comune. Posizione che aveva auspicato l'Italia, a cui fino all'ultimo ha lavorato la diplomazia del nostro Paese, che alla fine ha optato a favore della risoluzione insieme a Francia, Spagna e molti altri Stati della Ue. Provocando pero' la reazione dell'ambasciata israeliana a Roma che parla di "forte delusione". Altri Stati europei, come Germania e Regno Unito, si sono invece astenuti.

LA DICHIARAZIONE DI ABU MAZEN - "La Palestina crede nella pace e il voto di oggi e' l'ultima chance per salvare la soluzione dei due Stati", ha affermato il leader dell'Anp davanti all'Assemblea che lo ha accolto con un calorosissimo applauso. Assemblea a cui ha chiesto di dare alla Palestina "un certificato di nascita" come Stato. Per Abu Mazen si tratta di un'enorme vittoria diplomatica, che lo rafforza anche sul fronte interno e nei confronti di Hamas.
"Noi siamo qui mentre stiamo ancora seppellendo i martiri a Gaza", ha detto non rinunciando ad alcune battute polemiche nei confronti di Israele.

CHI SI E’ OPPOSTO - Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, è tornato a ribadire con forza che la decisione dell'Assemblea delle Nazioni Unite "non avvicinera' la costituzione di uno Stato della Palestina. Anzi - ha sottolineato - l'allontanera'".
Ancora piu' dure le sue parole dopo che l'Assemblea Onu si e' pronunciata, con l'intervento di Abu Mazen definito "ostile e velenoso" e dai toni che non si conciliano con la richiesta di pace. Sulla stessa linea gli Stati Uniti, con Hillary Clinton e la sua possibile erede al Dipartimento di Stato, l'ambasciatrice all'Onu Susan Rice, che hanno definito il voto "controproducente" e che "pone nuovi ostacoli alla pace".

COSA CAMBIA - Per gli israeliani, come per Washington, un vero e proprio Stato palestinese che viva in pace e sicurezza accanto ad Israele puo' scaturire solo da un negoziato che porti a un definitivo e duraturo accordo di pace. Netanyahu, quindi, assicura come il voto all'Onu di fatto non cambi nulla: "Non sara' costituito uno Stato palestinese senza il riconoscimento di Israele come Stato del popolo ebraico, senza la proclamazione della fine del conflitto e senza misure di sicurezza reali che difendano lo Stato di Israele e i suoi abitanti". Da domani pero' qualcosa cambia. E il neo 'Stato palestinese', per esempio, avra' accesso a molti trattati e organizzazioni internazionali che finora gli erano preclusi. A partire dalla Corte penale internazionale, davanti alla quale i palestinesi potrebbero decidere di portare Israele per denunciare la questione dei Territori Occupati.
Questo uno dei timori piu' grandi degli israeliani e di molti altri Paesi, anche se i vertici dell'Anp hanno assicurato che non compiranno tale passo automaticamente: dipendera' dalla politica che Israele decidera' di portare avanti sul fronte degli insediamenti. Intanto Abu Mazen guarda gia' alla prossima sfida, questa si' impossibile e simbolica: il si' alla Palestina Stato membro dell'Onu da parte del Consiglio di sicurezza. Una mossa gia' tentata dal presidente dell'Anp ma che si e' inevitabilmente scontrata con il veto degli Stati Uniti. L'auspicio di tutti, pero', e' che dalla storica giornata al Palazzo di Vetro nasca una nuova spinta verso il dialogo. In questo senso il segretario generale dell'Onu, Ban ki-Moon ha lanciato un chiaro appello a israeliani e palestinesi: "E' giunta l'ora di rianimare il processo di pace". Un processo di pace in stallo da troppo tempo.

(Fonte: Msn)

1 commento:

  1. gli Israeliani fortemente delusi.. sì, tanto che infatti hanno continuato a sparare ai pescatori che si avvicinavano un po' troppo (evidentemente per poter pescare e mangiare...)
    sì è un primo, gran bel passo

    RispondiElimina