L’ULTIMA FINANZIARIA APPROVATA E’ LA PIU’ PESANTE DEGLI
ULTIMI DECENNI, FORSE DAI TEMPI DI SALAZAR
“Ce pede Europa” diranno anche in Portogallo. Ce lo chiede
l’Europa, un motto inquietante col quale si chiedono sacrifici ai popoli
europei per calmare lo Spread. Una dittatura delle borse che sta massacrando i
Paesi del Sud Europa. Si parla tanto della Grecia, ma anche il Portogallo è nel
baratro e in questi giorni è stata approvata una finanziaria pesantissima, che
a molti forse sta rievocando i tempi duri della dittatura clerico-fascista di António
de Oliveira Salazar.
LE MISURE - In mezzo a
un’ondata di nuove proteste e indignazione sociale, il Parlamento portoghese ha
approvato oggi pomeriggio il bilancio 2013, definito dallo stesso governo e da
molti media come il più pesante degli ultimi decenni. La legge finanziaria del
prossimo anno – approvata con i voti dei soli due partiti di centrodestra, il
Psd e il Cds-PP, che sostengono il primo ministro Pedro Passos Coelho – prevede
pesanti tagli alla spesa sociale e forti aumenti delle tasse. In tutto 5,3
miliardi di risparmi sulle spalle dei portoghesi, ad esempio su una sanità già
al collasso. Per l'80% nuove tasse che graveranno per intero su quella che una
volta si considerava una incipiente classe media e che ora ha sempre più
difficoltà a sopravvivere. Quella dei lavoratori dipendenti - sia del pubblico
che del privato - che da gennaio, dovranno pagare un 3,5% in più di Irpef quale
che sia il loro salario. Tra tagli e nuove gabelle i portoghesi ci rimetteranno
l'equivalente di uno stipendio.
Addirittura coloro che percepiscono il sussidio di
disoccupazione dovranno pagare la supertassa. E i pensionati, che perderanno
anche la quattordicesima, già sparita lo scorso anno.
LA SITUAZIONE ECONOMICA PORTOGHESE
- Il governo di destra ha così rispettato gli impegni sottoscritti da Lisbona
con la troika già dal 2011, in cambio di un pacchetto di aiuti da 78 miliardi
di euro. Secondo le previsioni dell'Ocse (Organizzazione per la cooperazione e
lo sviluppo economico) il Pil del Portogallo scenderà d’un ulteriore 1,8% il
prossimo anno, un tracollo quasi doppio rispetto alle stime realizzate dal
governo portoghese. Dopo che nel 2012 la contrazione della ricchezza prodotta è
già stata del 3%.
LE MANIFESTAZIONI - Nella
piazza antistante l’Assemblea della Repubblica soprattutto i lavoratori
convocati dal sindacato comunista CGTP, protagonista nei mesi scorsi di
scioperi generali e proteste capillari insieme a movimenti creati ad hoc da
precari e realtà sociali. Il segretario generale del maggiore sindacato
portoghese, Arménio Carlos, ha chiesto formalmente al presidente della
Repubblica, Cavaco Silva, di porre il suo veto al Bilancio dello Stato, annunciando
per i prossimi giorni nuove proteste da parte dei lavoratori e dei cittadini.
Due grandi manifestazioni sono state già convocate per l’8 dicembre a Porto e
per il 15 dicembre a Lisbona.
Davanti al Parlamento anche molti giovani precari, studenti,
casalinghe e anziani. Arrabbiati e disperati. "Fatemi uscire da questo
film" recitava il cartello portato da un manifestante. Un film horror di
cui non si capisce il senso.
(Fonte: Contropiano)
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