L’ARTERIA STRADALE CONTINUA AD ESSERE A PAGAMENTO, UNICO
CASO IN ITALIA. QUEST’ANNO PREVISTO UN NUOVO AUMENTO
Scongiurato, o per meglio dire rinviato, un nuovo ed
ennesimo aumento del pedaggio sulla Tangenziale di Napoli. Unico caso di strada
interna a una città che prevede sempre il pagamento in uscita, mentre a Milano
e Torino il pedaggio si paga solo in alcuni punti per l’attraversamento. Nelle
altre città è invece gratuita.
Ad oggi il pedaggio è di 90 centesimi, indifferentemente dal
tratto percorso, ed ha subito un incremento costante di 5 centesimi all’anno
dal 2006, quando il pedaggio era di 65 centesimi. Un nuovo rincaro era previsto
allo scoccare del primo gennaio, ma è stato rinviato a luglio, riguardando al
momento solo i mezzi pesanti. Il che vuol dire, in parole povere, un nuovo
salasso per i lavoratori pendolari e per i commercianti.
E pensare che il pedaggio doveva servire esclusivamente per
finanziare i costi della sua realizzazione e stando al progetto iniziale,
doveva essere rimosso entro il 2001. E invece non solo è ancora presente, ma è
oggetto anche di continui e ingiustificati aumenti.
STORIA DELLA TANGENZIALE DI
NAPOLI - La tangenziale di Napoli, ufficialmente denominata autostrada A56,
costituisce l'asse di attraversamento urbano principale di Napoli. Parte da
Casoria dove incrocia le tre principali autostrade campane e corre a sud
dell'abitato su un terreno prevalentemente collinoso (frequenti sono le
gallerie), passando per Napoli fino a Pozzuoli, congiungendosi con la strada
statale 7 quater Via Domitiana.
Il progetto dell'infrastruttura prende vita il 31 gennaio
1968 quando venne firmata una convenzione tra l'ANAS e Infrasud, del gruppo
IRI-Italstat, per la costruzione ed il successivo affidamento della gestione
per 33 anni del percorso viario. L'intera arteria fu costruita con capitali al
70% Iri, 15% Sme, 15% Banco di Napoli. Progettata da Spea e realizzata da
Italstrade, il costo dell'opera venne stimato in 46 miliardi di lire. Il primo
tratto venne inaugurato l'8 luglio 1972 tra la Domitiana e Fuorigrotta, seguito
dall'inaugurazione negli anni successivi degli ulteriori tratti sino a
Capodichino, raggiungibile dal 16 novembre 1975. Ulteriori aperture del 1976 e
del 1977 furono gli svincoli di Corso Malta e di Capodimonte.
La tangenziale è costituita da 3 corsie per senso di marcia
e termina a Capodichino, dove si immette sulla autostrada del Sole. Le opere
ingegneristiche più evidenti sono il viadotto Capodichino (1360 metri e altezza
massima 60 metri), il viadotto Arena Sant'Antonio (812 metri), il viadotto
Fontanelle (230 metri) e le gallerie Vomero (1035 metri) e Capodimonte (1060
metri). Le uscite sono in totale 14.
Lungo tutta la tangenziale sono presenti 65 telecamere (34 nelle
gallerie), barriere fonoassorbenti e display informativi gestiti da una
complessa sala monitoraggio. Nel complesso tra casellanti e funzionari gli
addetti sono circa 350. Il flusso di traffico che interessa questo tratto
autostradale è di circa 270.000 attraversamenti al giorno.
I DIFETTI DELLA STRADA - Le
carreggiate, alla loro destra, non presentano la corsia d'emergenza, ed esiste
solo una banchina, di dimensione variabile ma comunque inferiore ai 50
centimetri. Le condizioni orografiche del territorio napoletano hanno
fortemente caratterizzato il raggio delle curve, che sono inferiori rispetto a
quanto previsto dalla normativa vigente, che prevede un minimo di 252 metri di
raggio. Le stazioni di esazione del pedaggio sono all'interno della città, e
non delocalizzate al di fuori del centro urbano, come avviene per tutte le
grandi città; tale scelta, infatti, garantisce quantomeno che l'inquinamento
provocato dalle operazioni di esazione sia distante dal centro abitato.
Le barriere di sicurezza (guard-rail) delle carreggiate dei
viadotti sono pericolose (ad esempio sul viadotto Capodichino le barriere sono
costituite da un unico nastro a doppia onda) e ossidate dal tempo e ciò
rappresenta una minaccia per gli automobilisti poiché il tipo di barriere in
uso è a bassa capacità di contenimento. Anche sui viadotti Via Campana e via
Domitiana vale lo stesso discorso, e - peraltro - i viadotti sovrastano la via
Campana e la Strada statale 7 quater Via Domitiana, arterie stradali ad elevato
volume di traffico. Anche il resto delle barriere di sicurezza non è a norma, a
partire dai connettori che uniscono le diverse altezze delle barriere, ed
inoltre le barriere terminano in prossimità dei muri di contenimento e dei
piloni dei cavalcavia. Assenti anche i delineatori di curve in alcune curve
poste in galleria.
Nelle gallerie e sottopassi vi sono molteplici problemi di
sicurezza: nelle prime, soprattutto in quelle più lunghe, non vi sono né corsie
di emergenza né piazzole di sosta o affini, per facilitare il passaggio
pedonale in caso di emergenza; nei secondi vi è invece una scarsa illuminazione
che potrebbe portare ad un elevato tasso di incidentalità. Le aree di servizio
e le piazzole di sosta sono poste in curva e quindi poco visibili e pericolose
in caso di emergenza e/o di rifornimento. Anche vari svincoli presentano
problemi strutturali e/o di visibilità: ad esempio, lo svincolo in entrata di
Corso Malta (direzione Pozzuoli) è privo di corsia di accelerazione il che
provoca, oltre ad una situazione di potenziale pericolo, un rallentamento sia
del flusso di auto in entrata che di quelle in normale transito sulla
carreggiata; anche lo svincolo in entrata dei Camaldoli (direzione Capodichino)
è caratterizzato da una brevissima (ed insufficiente) corsia di accelerazione,
il che costringe gli automobilisti in ingresso sulla tangenziale ad
un'immissione nel flusso veicolare potenzialmente molto pericolosa. Inoltre, lo
svincolo in uscita del Vomero (direzione Pozzuoli) non brilla per sicurezza in
quanto presenta sull'immissione una curva molto stretta che ne limita di
parecchio la visibilità.
Secondo illustri pareri del mondo accademico l'arteria non è
capace di sostenere le velocità autostradali, tanto è vero che alla fine del
2009 è entrato in funzione il sistema Tutor con limite massimo di velocità pari
a 80 km/h, limite che però mette oggettivamente in discussione il pedaggio e la
scorrevolezza dei flussi di traffico. Due postazioni Tutor, inoltre, sono state
sistemate senza alcuna presegnalazione, peraltro obbligatoria: infatti, la
prima è praticamente nascosta dietro i pannelli segnaletici che precedono lo
svincolo di Fuorigrotta, in uscita dalla Galleria Monte S.Angelo in direzione
Capodichino; la seconda, nella stessa direzione, è ubicata all'uscita della
Galleria Capodimonte, con i rilevatori fissati sotto la volta della galleria
medesima.
IL PEDAGGIO – Come dicevo in
precedenza, è l'unico asse urbano interamente a pedaggio, a forfait,
indipendente quindi dalla distanza percorsa (alla sua apertura, nel 1972, era di
300 lire) e si paga sempre in uscita (le tangenziali di Milano e Torino si
pagano solo per l'attraversamento, solo in alcuni punti).
In origine il pedaggio sarebbe dovuto servire a ripagare le
spese di costruzione dell'opera, realizzata con capitale interamente privato, e
rimanere, in seguito a un accordo con l'ANAS, fino al 2001. Il pedaggio,
nonostante l'accordo fosse scaduto, è rimasto, senza motivazioni ufficiali, per
7 anni, dal 2001 al 2008. Nel 2008 è stato firmato un nuovo accordo e pertanto
ora il pedaggio rimane ufficialmente per finanziare interventi, concordati
dalla società di gestione della tangenziale, in zona ospedaliera.
In conclusione è giusto anche dire che la Tangenziale di
Napoli è gestita dall’omonima società "di scopo" fondata nel 1964, oggi
presieduta dall’evergreen Paolo Cirino Pomicino. E ho detto tutto.
(Fonte: Wikipedia)
ovviamente per evitare polemiche quest anno , l aumento hanno deciso di farlo durante l anno !!!
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