dopo una lunga
gavetta e una manciata di 45 giri rimasti invendutI. DA LI’ UNA SERIE DI
SUCCESSI TRA GLI ANNI ’70 E ‘80
Lo considerava un’ultima spiaggia, anzi, un ultimo fiammifero,
al punto da metterlo perfino sulla copertina. Nel 1973 Edoardo Bennato ha 27
anni, fa musica a livello professionale da quando ne aveva 12 (insieme ai
fratelli Eugenio e Giorgio si esibiva nei circoli, sulle navi da crociera e
persino alla tv), eppure non riusciva a sfondare. Sarà che è figlio di un
operaio dell’Italsider e di una casalinga, e in Italia, si sa, non basta se hai
talento. Però in quel 1973, quarant'anni fa, dopo una manciata di 45 giri
rimasti invenduti, le cose cominciano a girare: Bennato pubblica il primo
album, "Non farti cadere le braccia". Il titolo, oltre alla succitata
copertina, è tutto un programma. Bennato non mollò e fece bene.
I MOTIVI DEL SUCCESSO - Il
disco contiene alcuni brani che sono poi diventati dei classici ("Un giorno
credi", "Campi Flegrei", "Rinnegato", la stessa
"Non farti cadere le braccia"). I temi e lo stile che rendono
l'artista unico nel panorama italiano sono già presenti. A colpire è anche la
squadra di collaboratori che Edoardo riesce a mettere insieme. Eugenio Bennato
e Patrizio Trampetti, entrambi allora nella Nuova Compagnia di Canto Popolare,
rispettivamente in veste di chitarrista e di co-autore di "Un giorno
credi". Roberto De Simone firma gli arrangiamenti. Bruno Lauzi il testo di "Lei non è qui
non è là", che lo stesso cantautore genovese aveva inciso due anni prima.
Il disco è prodotto da Alessandro Colombini e pubblicato dalla Dischi Ricordi.
Il folk-rock di Edoardo Bennato, rigorosamente cantato in italiano e del tutto
esente da napoletanismi di maniera, non nasconde l'influsso dei suoi miti
musicali dell'epoca: Bob Dylan (l'uso della chitarra e dell'armonica) ed Elton
John (il gusto della melodia e la cura degli arrangiamenti).
I LAVORI SUCCESSIVI - La
Ricordi, spinta dalle buone recensioni del disco, nel 1974 pubblica il secondo
lavoro: si tratta di un concept album intitolato I buoni e i cattivi, sulla
difficoltà di distinguere il bene dal male, e su come i concetti di buono e
cattivo siano spesso intrecciati, come ben rappresenta la copertina, in cui
compaiono due carabinieri (lo stesso Bennato e Raffaele Cascone) ammanettati
tra loro. Uno buono è dedicata al concittadino Giovanni Leone, presidente della
Repubblica in carica. Anche la scuola è presa di mira come istituzione
apportatrice di una cultura dominatrice (In fila per tre); non mancano le
critiche alle amministrazioni pubbliche (Ma che bella città), alle autorità
(Bravi ragazzi) e alle classi dirigenti del dopoguerra (Arrivano i buoni).
Viene riproposta Un giorno credi, già pubblicata nell'album d'esordio. Il disco
riscuote un buon successo di vendite, entrando anche nelle classifiche.
Sempre nel 1974 esce un 45 giri contenente due nuove
canzoni: Meno male che adesso non c'è Nerone e Parli di preghiere, di discreto
successo; la prima sarà inserita nell'album successivo, Io che non sono
l'imperatore, pubblicato dalla Ricordi agli inizi del 1975, mentre la seconda
resterà inedita su LP (ma verrà inserita nella raccolta "Le
Origini"). Anche Io che non sono l'imperatore vende discretamente: tra le
canzoni più trasmesse dalle numerose trasmissioni radiofoniche ci sono Signor
censore, Feste di piazza (con un testo scritto nuovamente da Patrizio
Trampetti) e il "divertissement" di Io per te Margherita, dove
Bennato si diverte a cantare ironicamente una triste storia d'amore. La canzone
Affacciati affacciati è registrata dal vivo durante un concerto all'Università
Bocconi di Milano, e prende di mira il Papa. La copertina raffigura sia
all'esterno che all'interno la tesi di laurea di Bennato, e cioè un progetto
per la realizzazione di una rete capillare della metropolitana di Napoli.
La torre di Babele esce nel 1976 e prosegue sulla strada
dell'impegno sociale dei testi, ma con venature musicali più vicine al rock e
al blues, sempre in chiave acustica, grazie anche alla presenza del chitarrista
Roberto Ciotti e di Dario Iori alla chitarra e banjo tenore. Il disco contiene
tutti i temi cari a Bennato, che si schiera contro la guerra, l'arrivismo,
l'arroganza e il divismo della sua categoria (in Cantautore).
BURATTINO SENZA FILI E SONO SOLO
CANZONETTE - Nel 1977 esce Burattino senza fili, un disco che, sulla
falsariga della storia del burattino di Collodi, analizza, critica e sentenzia
su alcuni importanti aspetti sociali e filosofici che interessano la vita: il
conflitto tra la sincerità dei piccoli e l'ipocrisia dei "grandi" (in
Quando sarai grande); l'arroganza dei potenti e dei privilegiati (in In
prigione, in prigione); la strumentalizzazione ipocrita della femminilità (in
La fata); lo stato di isolamento in cui si trova chi cerca di dire qualcosa di
semplice e sensato, senza secondi fini né interessi personali (in Tu grillo
parlante). Questi temi torneranno anche nei dischi successivi e sono già
abbozzati in quelli precedenti. Ma qui trovano una organicità notevolissima,
grazie anche alle scelte musicali che spaziano dal rock alla musica da camera
in un impasto variegato di stili che riesce a cogliere da ognuno di essi le
caratteristiche e le espressioni che più si adattano al messaggio di ciascun brano.
I tre anni di silenzio successivi (escluse le versioni in
inglese de La torre di Babele e Cantautore) preludono al momento più fortunato
della carriera di Edoardo Bennato, che produce un altro disco ispirato a una
favola, quella di Peter Pan, che affianca Burattino senza fili. L'album è Sono
solo canzonette, titolo che riassume il pensiero dell'autore
Ma, con qualche giorno di anticipo, senza aver comunicato la
cosa né ai giornalisti né al pubblico, e tantomeno ai media, esce Uffà! Uffà!,
disco irriverente anche per i contenuti folli e dissacratori di cui è ricco,
nel quale sembra prevalere un'ispirata componente di divertimento e di distacco
dal politicamente corretto che dà a Edoardo la possibilità di prendere e
prendersi in giro con grande libertà e ironia. Non manca l'impegno sociale.
GLI ANNI ’80 E ABBI DUBBI - Edoardo
Bennato è diventato uno dei cantautori più acclamati in Italia, le parole delle
sue canzoni vengono lette nelle scuole e lui sembra quasi trovarsi nella
posizione di profeta-santone che aveva tanto esorcizzato nelle sue stesse
canzoni. All'apice del successo Edoardo Bennato torna in sala di registrazione
con l'idea di registrare un grande musical sulla trama della fiaba del
pifferaio magico rivisitata in chiave moderna. Il risultato è il disco È
arrivato un bastimento, che riscuote meno successo dei precedenti, per cui la
realizzazione del musical viene accantonata. Il disco è realizzato con
l'apporto di una produzione di alto livello, e di musicisti e tecnici di fama
internazionale, con l'ormai consueta miscela di stili musicali, dalla lirica al
rock duro, dal popolare allo ska, dal mandolino all'elettronica.
Come tanti artisti, anche Bennato è influenzato dalla musica
elettronica, prediligendola allo stile degli anni precedenti. Da questa virata
professionale nasceranno Ok Italia (1987) e Abbi dubbi (1989), che contiene il
grande successo commerciale Viva la mamma. Ma è tutto l’album ad essere
l’ultimo disco ad avere un grande successo commerciale del cantautore
partenopeo.
GLI ANNI ’90 E 2000 - Nel
1990 ha inciso in coppia con Gianna Nannini il brano Un'estate italiana, inno
ufficiale in lingua italiana dei mondiali di calcio Italia '90. Tra gennaio e
settembre, con qualche intervallo, risulterà il singolo più venduto in Italia
e, storicamente, l'ultimo 45 giri a ottenere un massiccio riscontro commerciale
prima della sua sparizione dal mercato discografico.
Tra il 1992 e il 2003 escono alcune raccolte antologiche e
diversi album di inediti che non riescono a trovare il successo commerciale e
che vedono il progressivo affievolimento del fenomeno Edoardo Bennato che tanto
aveva entusiasmato il pubblico negli anni passati. In essi comunque non mancano
ancora riferimenti alle favole e canzoni d’impegno politico e sociale.
(Fonti: Repubblica,
Wikipedia)
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