L’ASSE PD-SEL NON VOLA, FLOP DI MONTI E INGROIA
Come nel 2006, i sondaggi hanno fatto di nuovo flop. Anzi
pure peggio di allora. Il parlamento uscito dalle urne è frammentato e l’Italia
è così drammaticamente ingovernabile. Alla Camera il centro-sinistra riesce ad
ottenere la maggioranza per un soffio, mentre al Senato c’è una situazione di
stallo e anche la possibile alleanza Bersani-Monti-Vendola non riuscirebbe a
dare una maggioranza per governare (insieme arrivano a 143 seggi, mentre ne
servono 158). Molto difficile dunque creare anche un Governo di larghe intese.
Il Movimento 5 stelle ha superato le più rosee aspettative
dei suoi militanti e del suo leader stesso, il quale sentiva comunque nell’aria
il “rischio” di doversi assumere una certa responsabilità. Berlusconi ha
dimostrato ancora una volta di essere un combattente, sconfiggendo i tanti,
forse quasi tutti, che lo ritenevano già finito; in due mesi, con una massiccia
campagna elettorale, ha raddoppiato i consensi attribuitigli dai sondaggi,
ritornando perfino ai consensi di tre anni fa, recuperando i cali registrati
nelle elezioni amministrative degli ultimi due anni. Il centrosinistra non è
autosufficiente, con Pd e Sel che hanno perso 3-4 punti a testa. Flop della
lista Monti, che guadagna pochi seggi in entrambe le Camere, con l’Udc che si
salva con qualche seggio. Mentre Ingroia non ne prende nemmeno uno.
IL CENTRO-SINISTRA SI AFFLOSCIA
– Bersani era dato da tutti i sondaggisti, e buona parte dei commentatori
politici, come il sicuro prossimo Premier. E invece il Pd ha perso 5-6 punti,
mentre Sel ha dimezzato i propri consensi rispetto alle aspettative elettorali;
nullo invece il sostegno apportato dal Centro democratico (che comunque vede
entrare in parlamento i due principali esponenti, Tabacci e Donadi, per la
regola del “miglior perdente”). A pesare sul Pd probabilmente il minor appeal
del candidato Bersani rispetto a Renzi e lo scandalo Mps, mentre Vendola ha
perso voti in favore di Ingroia e Grillo. Tra questi ultimi due, le preferenze
a sinistra li ha attirati più il comico che l’ex Pm.
GRANDE RIMONTA DI BERLUSCONI
– Dato per finito fino a inizio novembre, il Cavaliere è riuscito nel miracolo
di ritrovare i voti persi gradualmente negli ultimi due anni, ritornando quasi
ai consensi delle regionali 2010. La massiccia campagna elettorale del
mattatore di Arcore, presente in ogni dove, è riuscita nell’impresa; le due
mosse vincenti per recuperare il proprio elettorato sono state la promessa del
rimborso IMU e la possibilità di un nuovo condono. Temi cari a tanti italiani,
soprattutto i meridionali; non a caso, eccetto la Basilicata, tutte le regioni
del sud sono andate al centro-destra. Minore l’apporto della Lega, che è
letteralmente crollata sia alla Camera che al Senato, ottenendo il 4%; infatti
al Nord il centro-destra ottiene solo la Lombardia e il Veneto. Gli scandali di
casa Bossi e il ritorno nelle braccia del Cavaliere hanno influito molto.
BOOM DI GRILLO – Un risultato
del genere non se lo aspettava neppure il comico genovese, che ha ottenuto il
25% alla Camera e il 23% al Senato. Ha rosicchiato voti al Pd, alla sinistra
massimalista, alla Lega, ha attinto voti da un giovane su tre che è andato per
la prima volta alle urne e tra tanti indecisi e potenziali astenuti. Alla
Camera è perfino il primo partito e ottiene 108 deputati e 54 senatori. Un
risultato incredibile, mai verificatosi per un partito alla prima tornata
elettorale alle politiche.
FLOP DI MONTI E CASINI, FINI FUORI
DAL PARLAMENTO – In queste elezioni gli italiani hanno punito
l’austerità, con la lista Monti che ha ottenuto solo il 9% al Senato (pur
comprendendo l’Udc e Fli), ottenendo solo 18 senatori; mentre alla Camera i tre
simboli sono andati divisi, ottenendo il 10% di coalizione sufficiente per
avere seggi, ma ripartito miseramente tra i 37 della Lista civica per Monti e
gli 8 dell’Udc. Non vedremo così più la faccia di Cesa o della Binetti, ma
soprattutto, del Presidente della Camera Gianfranco Fini, visto che il suo Fli
ha ottenuto un vergognoso 0,46% e dunque zero seggi.
LA RIVOLUZIONE CIVILE DI INGROIA
MUORE IN PARTENZA – Come già detto in un post precedente, la Rivoluzione
civile di Ingroia è morta in partenza, ottenendo un misero 3% in entrambi i
rami del Parlamento. L’ex Pm si mostrava come la novità, ma nella sua lista vi
erano vecchie facce: Di Pietro, Diliberto, Ferrero, Bonelli, la cui candidatura
ha sacrificato quella realmente innovativa di altre persone, quali ad esempio i
giovani dell’agenda rossa in Sicilia. Rivoluzione civile ha solo tolto voti a Sel,
che ha dimezzato come detto il proprio consenso. Debacle anche a Napoli, nel
feudo (forse ormai ex) del Sindaco de Magistris, dove Rc ha ottenuto solo un 3%,
molto lontano dai dati straripanti dell’ex pm alle elezioni amministrative di
un anno e mezzo fa.
GIANNINO QUASI INESISTENTE –
Fare per fermare il declino, movimento creato da Oscar Giannino e altri
economisti, ottiene un misero 1% alla Camera mentre al Senato non ci arriva
neppure. Se il suo ingresso alla Camera era già difficile, a renderlo più
complicato ci si è messo il pasticcio dei titoli di studio, creato da uno degli
esponenti del movimento, Zingales, a 5 giorni dalle elezioni. Il movimento
comunque dovrebbe ancora esistere, almeno stando alle dichiarazioni dei
rappresentanti nel dopo-spoglio.
Intanto le Borse crollano, lo Spread sale e i giornali
stranieri ci deridono. Siamo tornati alla stessa situazione pre-governo Monti.
Cinque anni fa a rovinarci fu l’Ici, ora l’Imu.
Benissimo, continuiamo a dare la nostra fiducia
RispondiEliminaai suonatori di piffero o a quelli dal vaffa... facile perché hanno carisma,sono simpatici o sono trascinatori, invece di essere sicuri che siano "onesti e competenti amministratori della cosa pubblica"; poi lamentiamoci dei disastri economici che ci procurano e mugugnamo col dire "perché la politica è sporca" o col "tanto sono tutti uguali" !
sul bomm di grillo ci puo pure stare....per un cambiamento radicale...ma lo scandalo è credere ancora nel nano malefico ke skif
RispondiEliminaottima analisi Luca... il vero e grande problema rimane il popolo italiano, eterno indeciso e passivo nel senso letterale del termine... ma la gente è stanca e l'ha dimostrato, vedremo gli sviluppi.
RispondiEliminaOptimus
veramente Grillo non è un illusionista...
RispondiEliminaIllusionista è Bersani... che ha illuso i lavoratori di schierarsi dalla loro parte... invece finanzia scuole private, banche private, ospedali privati...
mentre persino in olanda si nazionalizzano le banche in difficoltà ...( ed è notizia di pochi giorni fa... ) qui si parla di Grillo come di un comico...
lontanissimi d'alema e soci dalla realtà quotidiana... lontanissimi dai bisogni quotidiani... e dalla onestà !!!
continuate comprare caccia F35, a finanziare il ponte sullo stretto... e la TAV... continuate così e poi date la colpa al mov. 5 stelle... bene, bravi, bis !!!
tanto adesso farete il governo tale e quale a quello prima delle elezioni, alleandovi con monti e berlusconi, pur di non far vincere l'onestà.
Grillo in effetti non è un illusionista, lo dicono pure i tedeschi, è un comico.
RispondiEliminasolo che non fa piu ridere come un tempo
un comico in decadenza senile