TRA IL 19 E IL 21
febbraio 1937 sono stati massacrati senza pietà più di 30MILA cittadini etiopi,
quasi tutti civili
L’occupazione
per opera del Regime fascista ai danni della povera e inerme Etiopia, che
fregiò Benito Mussolini perfino della nomina alquanto esagerata di Imperatore,
è stata raccontata nel più svariato dei modi. Certo, nel Paese africano furono
compiute anche opere di ammodernamento (su tutte la realizzazione di un
acquedotto e di campi agricoli) ma non mancano lati oscuri e vergognosi. Il
popolo etiope fu infatti anche oggetto di soprusi e violenze. Su tutti, gli
etiopi ricordano i giorni tra il 19 e il 21 febbraio, stabilendo un’apposita
Giornata della memoria.
PIU’ DI 30MILA CIVILI UCCISI
- Gli accadimenti di quel giorno e di quelli immediatamente successivi
riguardano in particolare la spietata e diabolica rappresaglia scatenata dai
fascisti per vendetta, in seguito ad un attentato, compiuto dai patrioti
etiopi, contro il viceré Rodolfo Graziani ed altri gerarchi del suo seguito ed
avvenuto nella capitale Addis Abeba occupata e martoriata. Il 19–20 e 21
febbraio 1937 sono stati massacrati senza pietà alcuna più di 30.000 cittadini
etiopi, quasi tutti civili, anziani, donne, bambini e mendicanti. Alcuni di
loro furono addirittura bruciati vivi nelle proprie case, i tradizionali
“tucul” di fango, legno e paglia, dove cercavano rifugio nascondendosi dai
scatenati criminali militari e civili italiani che risiedevano nella capitale.
QUEL MONUMETO AL GENERALE GRAZIANI
- “Oltre ad essere ricordata nel nostro Paese, l’Etiopia, la ricorrenza è
celebrata nelle maggiori città del mondo dove sono presenti e vivono numerosi
cittadini della diaspora etiopica” annunciano le associazioni dei cittadini
etiopi, i quali sottolineano un particolare vergognoso che si è andato
aggiungendo di recente: “Quest’anno la ricorrenza è particolarmente sentita, in
particolare a dimostrazione della più assoluta condanna da parte delle comunità
etiopiche, a causa dell’edificazione ad Affile, un paesino situato
sull’altipiano di Arcinazzo, a 60 km circa da Roma, di un monumento in onore di
colui che è definito il “macellaio d’Etiopia” e cioè proprio il generale
Graziani, riconosciuto anche dalle Nazioni Unite come criminale di guerra e
responsabile, al pari di Mussolini e ad altri gerarchi ed ufficiali fascisti”.
L’UCCISIONE DI 1200 RELIGIOSI
- Fra gli altri atroci e numerosi crimini ordinati dal Graziani, ricordiamo
l’assassinio di più di 1.200 monaci e chierici cristiani, alcuni di questi
giovani orfanelli, della più importante città conventuale dell’Etiopia, Debre
Libanos, distante circa 100km da Addis Abeba.
(Fonte: Contropiano)
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