IMU, IVA, IRPEF E LA NUOVA TARES, DI CUI POCO SI PARLA
Abbattere la pressione fiscale. Un ritornello che abbiamo
sentito tutti i giorni durante la campagna elettorale, come ormai da tradizione.
Ma che poi nei fatti resterà tale. In Italia abbiamo una pressione fiscale che
ha superato mediamente il 40%, con punte di oltre il 50. Il che significa che
quasi la metà o più della metà – a seconda della tipologia dei soggetti
contribuenti – di ciò che guadagniamo si perde in tasse; con i servizi pubblici
lontani parenti di quelli dei Paesi Scandinavi, anch’essi con una pressione
fiscale simile alla nostra. Giugno e luglio poi saranno mesi roventi, non tanto
per le condizioni meteorologiche, quanto per le tasse che dovremo pagare:
l’acconto Imu, il saldo Irpef, l’Iva che aumenterà di un punto (ovvero al 22%, nonostante
i consumi siano già in recessione) e la nuova tassa Tares, nuova versione, più
sanguinosa, della Tarsu.
QUANTO ANDREMO A PAGARE - I
sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno calcolato che, nel giro dei due primi mesi
estivi, nelle casse dello Stato potrebbero finire 11,6 miliardi di acconto Imu,
14,4 miliardi di saldo Irpef, 4 miliardi di acconto Tares, la nuova tassa
rifiuti che si pagherà in sole due rate (anziché quattro o sei) e 1,8 miliardi
derivanti dall'aumento dell'Iva di un punto.
Lo stesso calcolo, su giugno e luglio prossimi, lo ha fatto
la Cgia di Mestre relativamente ai lavoratori autonomi e ai piccoli
imprenditori che «saranno costretti ad affrontare un vero e proprio
"stress test" fiscale e contributivo. Le scadenze, ricordano gli
artigiani veneti, saranno numerosissime e riguarderanno i versamenti Inps, la
tassa annuale di iscrizione alla Camera di commercio, il pagamento della prima
rata dell'Imu e della Tares, oltre all'autoliquidazione Irpef, che prevede il
saldo 2012 e l'acconto 2013. Il tutto peserà sulle tasche di questi
contribuenti fino a 25.700 euro circa.
Quattro le tipologie simulate dall'Ufficio studi Cgia, a
partire dal commerciante che pagherà tra i 4.452 e i 4.676 euro; l'artigiano
tra i 6.948 e i 7.206 euro; la società di persone con due soci e quattro
dipendenti tra i 17.733 e i 18.409 euro; la società di capitali con due soci e
dieci dipendenti tra i 25.401 e i 25.737 euro. Gli scenari considerati sono
due: nel primo sono state utilizzate le aliquote medie dell'Imu e delle
addizionali Irpef, nonché la maggiorazione della Tares pari allo 0,3 euro al
metro quadrato. Nel secondo, invece, si è immaginato uno scenario più
pessimistico, ipotizzando che le Regioni e gli Enti locali elevino sino al
valore massimo consentito le aliquote dei tributi interessati da questa
scadenza e che la maggiorazione della Tares si attesti a 0,4 euro al metro
quadrato.
LA NUOVA TARES - Nel 2013 fa
il suo ingresso la nuova tassa prevista dal decreto Salva-Italia che sostituirà
la Tarsu e la Tia. La Tares interessa chiunque possieda o detenga locali
suscettibili di produrre rifiuti, ma peserà in modo particolare sulle famiglie
numerose e sulle imprese. Il pagamento delle quattro rate annuali, che doveva
iniziare a gennaio 2013, slitta, secondo un emendamento alle legge di
stabilità, ad aprile.
La Tares rispetterà due nuovi parametri che ne aggraveranno
il peso sulle tasche dei contribuenti. In primis la Tares dovrà coprire il 100%
del costo del servizio sostenuto dai comuni, che oggi si ferma in media al 79%
con picchi massini che toccano il 91%. A questo si aggiunge il fatto che la
Tares dovrà finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall’ente locale
come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la polizia locale,
le aree verdi. Le risorse necessarie per coprire tali spese verranno
dall’aumento di 30-40 centesimi al metro quadro. In sostanza, il corrispettivo
per i servizi indivisibili porterà un incremento stimato di circa il 14% per
una famiglia di tre componenti, ma in caso d’adozione dell’aliquota massima può
arrivare anche al 19%.
Il pagamento della prima rata della Tares, previsto secondo
la legge che l’ha introdotta a gennaio 2013, è slittata prima ad aprile e poi a
giugno. Così ha stabilito un emendamento alla legge di stabilità del governo
Monti che ha concesso qualche mese in più per il primo pagamento. Inizialmente
la Tares si baserà sulle superfici dichiarate per la Tarsu o la Tia. La Tares
avrà la sua base imponibile, pari all’80% della superficie catastale
dell’immobile, quando verrà attivata l’interazione dei dati tra catasto e
comuni. In sostanza, le prime tre rate si baseranno sugli importi pagati come Tarsu
e Tia nell’anno passato a cui si sommano i 30 (o 40) centesimi al metro per i
servizi indivisibili. Come accade per l’Imu, anche per la Tarer il saldo di
dicembre potrebbe essere più salato in base a ciò che stabiliranno le
amministrazioni comunali.
SUL CALCOLO PESA ANCHE IL NUCLEO
FAMILIARE - L’incremento della tassa Tares rispetto a quelle che
vigevano precedentemente sta di certo nei fatti. I parametri sopra descritti su
cui si basa la Tares ne aggraveranno il peso sull’economia della famiglie italiane,
soprattutto quelle più numerose. Oltre all’incremento di 30-40 centesimi per il
finanziamento dei servizi indivisibili che peserà su tutti in maniera
indiscriminata, si aggiunge il cambiamento legato alla redistribuzione del
carico in base alla tipologia di nucleo familiare. Dallo studio sulla Tares
effettuato da Samir Traini economista di Ref Ricerche emerge che “alla luce dei
criteri di redistribuzione, l’aggravio sarà più significativo all’aumentare del
numero dei componenti del nucleo familiare: le famiglie di 5 e più componenti
subiranno un incremento medio di quasi il 30 per cento. Al contrario, le
famiglie poco numerose potrebbero registrare un beneficio e quelle costituite
da un solo componente potrebbero risparmiare circa il 3 per cento”.
Secondo la Uil fino ad oggi si è parlato troppo poco della
Tares e dell’impatto molto pesante che avrà sulle spese della famiglie
italiane. A detta del sindacato, infatti, la Tares finirà per pesare anche più
dell’ Imu versato per la prima casa. Una famiglia media che ha pagato 275 euro
di Imu, dovrà versarne 305 di Tares a fronte dei vecchi 225 euro di Tarsu. Si
tratta del 37,5% di spesa in più, circa 80 euro a famiglia. Se l’Imu si è
rivelato un stangata pesante per i contribuenti, assicura la Uil, la Tares del
2013 non sarà da meno.
(Fonti: Corriere
della sera, Forexinfo)
Morissero!
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