PARMA DIVENTA LA CARTINA DI TORNASOLE PER IL M5S
Sul povero Federico Pizzarotti è concentrata tutta
l’attenzione dei media nazionali. Egli paga lo scotto di essere il primo Sindaco
del Movimento 5 stelle ad amministrare una città importante: Parma appunto. E
ovviamente non poteva mancare il primo bilancio annuale della sua attività; il
cui giudizio è alquanto negativo, e sconfessa quanto Grillo va dicendo nelle
piazze o sul blog da anni. Tanto per la campagna elettorale parmense quanto per
quella nazionale.
TASSE AUMENTATE DEL 20% - Il
comico genovese ha attaccato a spada tratta la politica di austerità imposta
dal Governo Monti per ovviare al disastro economico italiano. Eppure il suo
Sindaco a Parma ha fatto lo stesso: Le entrate tributarie della città emiliana,
cioè le tanto odiate tasse, saliranno quest'anno di 30 milioni di euro in un
colpo solo. Un balzo all'insù di oltre il 20% rispetto al bilancio del 2012. E
quei 168 milioni di entrate tributarie non sono episodiche. Il trend della
pressione fiscale locale resterà su quei livelli fino a tutto il 2015. La parte
del leone la farà la tanto vituperata Imu. L'imposta sulla casa, che i grillini
osteggiano, porta nelle casse del comune quest'anno 84 milioni di euro, più di
un quarto dell'intero bilancio. E il paradosso nel paradosso è che nel
laboratorio di governo grillino l'aliquota sulla prima casa è ai massimi, allo
0,6%. Altro che aboliamo l'Imu! C'è. Si tiene e la si tiene al carico massimo.
E che dire dell'Irpef locale. Da lì arrivano altri 25 milioni di euro con
l'aliquota allo 0,8% non certo tra le più popolari.
Il rigore a Parma non risparmia davvero nessuno. Sono in
forte aumento le rette dei servizi. Gli incassi dagli asili nido per il Comune
salgono quest'anno a 3,9 milioni dai 3,4 milioni precedenti. Le mense per
l'infanzia porteranno a entrate per 4,2 milioni contro i 3,3 milioni del 2012
(con un aumento del 30%). Dalle mense scolastiche sono previsti incassi per 5,1
milioni (+10% sul bilancio precedente). Per non parlare delle previsioni di
incasso dalle multe previste dalla Giunta in rialzo del 9%. E che dire della
tassa rifiuti?
Anche qui non si scherza. Dal tributo sono attesi proventi per
oltre 39 milioni e con la nuova Tares sono previsti incassi per 4 milioni
aggiuntivi al costo del servizio per l'introduzione di un'aliquota dello 0,3%
relativa ai servizi indivisibili. Come si vede un bilancio, quello del sindaco
Federico Pizzarotti e della sua Giunta grillina, tutto all'insegna della
stretta fiscale e del rigore assoluto. Un bagno di realpolitik che capovolge
completamente le promesse elettorali e sul piano nazionale contraddice molte
delle idee forti del movimento. L'Imu, la tanto odiata tassa, è il vero motore della
Giunta. Altro che abolire il prelievo sulla prima casa, qui a Parma si spinge
al massimo l'odiata tassa. Senza quegli 84 milioni di incasso verrebbe meno
metà delle entrate correnti e il Comune vedrebbe aprirsi una voragine nei
conti.
L’EREDITA’ PESANTE - Certo
Pizzarotti eredita una situazione pesante. Un Comune sull'orlo del crac con un
debito complessivo derivante dallo sfascio delle partecipate che supera gli 800
milioni. E non va dimenticato che la gestione dissennata dell'ex sindaco
Vignali, finito in manette, ha davvero portato il Comune sull'orlo del
fallimento. Pizzarotti governa quindi all'insegna dell'emergenza. Ma delle
tante promesse elettorali si è visto ben poco. A partire dai nodi dei dissesti
delle società pubbliche che Pizzarotti ha ereditato, dalla STT che necessiterà
nel 2013 di liquidità per 13 milioni; alla Spip indebitata da sola per 104
milioni.
L’INCENERITORE E’ STATO AVVIATO
– Senza dubbio la sconfitta più cocente è quella relativa all’inceneritore,
acceso nonostante le promesse in campagna elettorale. Anzi, la battaglia
all’inceneritore è stata il fulcro di quest’ultima per Pizzarotti. L’inchiesta
aperta dalla Procura sul progetto e il ricorso in Cassazione per il sequestro
del cantiere sembravano sufficienti a supportare la promessa di Pizzarotti. Ma
a levare qualsiasi dubbio è stata la multiutility Iren che gestisce il Polo
ambientale integrato di Parma (Pai), comunicando l’inizio della fase
preliminare che prevede “attività tecniche complementari alla messa a punto del
sistema impiantistico del Pai che verranno effettuate a caldo attraverso la
combustione di solo gas metano”.
L’inceneritore comincerà a bruciare dunque, anche se per i primi test sui rifiuti
si dovrà ancora attendere un mese. Come fa sapere la società, in questa fase
preliminare l’obiettivo è quello di portare a regime le apparecchiature e gli
apparati, oltre che testare le strumentazioni, le automazioni, i macchinari e
gli impianti ausiliari del termovalorizzatore. A nove mesi dalla sua vittoria contro il candidato del Pd
Vincenzo Bernazzoli, sconfitto da Pizzarotti anche e soprattutto in nome dello
stop al forno, il sindaco Cinque stelle perde il suo cavallo di battaglia.
Un’ultima carta vincente al primo cittadino l’hanno offerta di recente i due
avvocati no termo Arrigo
Allegri e Pietro De Angelis con una diffida che dà a
Pizzarotti 60 giorni di tempo per mettere i sigilli al cantiere. L’appiglio è
un permesso di costruzione scaduto per ben due volte che renderebbe l’opera
abusiva. Il sindaco però non ha colto l’assist e l’inceneritore oggi è alla
fase di collaudo, anche se, fanno notare i due avvocati, “Pizzarotti in
campagna elettorale aveva detto che avrebbe smontato l’impianto pezzo per pezzo
e Grillo aveva addirittura detto che per accenderlo avrebbero dovuto passare
sul cadavere del sindaco”.
L’associazione Gestione corretta rifiuti ha reso noto che
proprio nei giorni scorsi un componente della Commissione tecnico
amministrativa del Paip si è dimesso. Si tratta di Michele Trancossi, ingegnere
che rappresenta il Comune di Colorno, che ha denunciato una “situazione pesante
in cui oggi l’impianto è stato portato dalla smania di farlo partire, senza
prestare attenzione all’impianto prescrittivo”, ossia al progetto approvato nel
2008. Il dito è puntato contro l’assessorato provinciale all’Ambiente e
l’attenzione è sui rischi e su alcune prescrizioni che sarebbero state violate.
“Purtroppo – scrive Trancossi – l’inadeguatezza dell’assessorato provinciale
all’Ambiente si rivela clamorosa ora. L’azienda chiede di accendere il forno e
inoltre, troppe prescrizioni sono a oggi disattese, esponendo il tutto a
rischi, questa volta davvero drammatici”.
IL TEATRO REGIO - E che dire
del Teatro Regio su cui in campagna elettorale Pizzarotti si era scagliato per
la gestione poco trasparente e dispendiosa? Il cambio di rotta forse ci sarà,
ma intanto il Comune ha dovuto aumentare di 900mila euro l'anno per i prossimi
anni la quota di trasferimenti, pena il fallimento.
E PARMA RISCHIA DI PERDERE PURE
L’ACQUA PUBBLICA - Un’altra questione spinosa per la città ducale
potrebbe essere rappresentata ora dall’acqua pubblica. E c’entra ancora l’Iren,
che gestisce i servizi relativi al ciclo idrico integrato.
Il Comune di Parma detiene “solo” il 6,11% del pacchetto
azionario di questa società, il cui azionista di maggioranza risulta essere la
Finanziaria sviluppo utilities s.r.l. (33,3%); il restante 60% è disseminato
tra vari azionisti. Uno squilibrio, nella composizione azionaria, tra pubblico
e privato, che pone seri interrogativi sulla capacità di controllo strategico
che il comune di Parma ha affermato di sapere e volere mantenere.
Il Coordinamento Acqua pubblica di Parma ha espresso forte
preoccupazione sul fatto che, per far quadrare il bilancio, il Comune si
appresterebbe a cedere il pacchetto azionario di sua proprietà; il quale, come
visto, è già risicato. Una scelta che di fatto renderebbe la gestione del
servizio idrico parmense privata al 100%.
Insomma, Grillo sconfessato su tre fronti: critica
l’austerità di Monti e poi la pratica a Parma; critica l’inceneritore quando
era impossibile ormai fermarlo; si è battuto per i 4 referendum di qualche
tempo fa tra cui rientrava anche quello sull’acqua pubblica e poi potrebbe far
perdere al Comune la già risicata partecipazione nella gestione del servizio
idrico.
Tra il Vaffa e il fare, c’è di mezzo il mare. Che poi a
Parma non c’è neppure…
Il disastro della giunta precedente è evidente ed è stato corretto sottolinearlo anche in questo articolo ma proprio per questo quella campagna elettorale del sindaco grillino è stata quasi criminale, un sacco di promesse impossibili e difficilmente realizzabili.
RispondiEliminaSarebbe stato molto più serio un approccio più realistico che purtroppo non vi fu...
Qlcuno dira' che ha fatto meno peggio di tanti altri....come se fare meno peggio vuol dire fare bene o meglio
RispondiEliminafare peggio del pdl è un po difficile
RispondiEliminagoverno d'austerità
RispondiEliminamah difficile commentare tutta questa carne al fuoco. è un mix di articoli arcinoti (anche un pò datati)che presentano delle critiche infondate come di altre assolutamente legittime. certo a leggere questo articolo la gestione di pizzarotti sarebbe disastrosa ma è comprensibile la tentazione di sparare a zero per dimostrare il teorema 5 stelle=incoerenza\incapacità. per onestà intellettuale dovresti postare le due interviste dove il sindaco si difende da gran parte di questi attacchi. e cioè quella con messora sull'inceneritore e quella con la scimietta biondina di servizio pubblico. ne verrebbe fuori sicuramente un quadro più obiettivo che avvalorerebbe anche molte di quelle critiche presenti nel tuo articolo che trascritte così sono solo dati vuoti senza un minimo di approfondimento giornalistico.
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