OGNI ANNO AUMENTA IL LIVELLO DI ACQUA ALTA. L’OPERA SERVE
PER PROTEGGERLA DALL’ALTA MAREA
Lo scioglimento dei ghiacciai, e il conseguente innalzamento
dei livelli dei mari, sta mettendo in serio pericolo alcune importanti città
mondiali oltre che alcuni paradisi esotici. Su tutti le Maldive. Lo studio
internazionale più recente e di prestigio afferma che sarebbero a rischio
inondazioni città come la capitale del Bangladesh, Dhaka, Manila nelle
Filippine, e la capitale dell’India Calcutta. Sebbene non venga citata, anche
la nostra Venezia rischia seriamente di finire sott’acqua, visto che il livello
dell’acqua, che tanto fa la fortuna turistica di uno dei luoghi più romantici
del Mondo, ogni anno aumenta di qualche centimetro. Un mese fa l’acqua alle ore
0,10 si era fermata a 143 cm, con le previsioni che la davano a 160. Il terzo
livello più alto di tutti i tempi. A Chioggia l’acqua è salita fino a 152 cm
sullo zero mareografico. Timori e disagi, dunque, con la viabilità pedonale
della città allagata per il 60%.
Una soluzione per risolvere questo problema dovrebbe essere
il Mose, di cui si parla da diversi anni e dovrebbe essere realizzato nel 2016.
Forse.
IL PROGETTO - I lavori
procedono e sono giunti al 75%. Si sono spesi finora 5 miliardi di euro sul
costo previsto di 5 miliardi e 450 milioni. L’entrata in funzione del Mose è
prevista per il 2016, in ritardo rispetto al 2014 per il rallentamento dei
finanziamenti. Ma già le prime quattro paratoie verranno installate nell’aprile
di quest’anno. In totale le paratoie giganti sono 78, disposte in quattro
schiere, che una volta sollevate nei momenti critici, difenderanno Venezia e la
laguna dalle acque alte, sempre più frequenti e intense. L’allineamento complessivo
delle paratoie vincolate in cassoni sottomarini attraverso gigantesche
cerniere, costituirà una grande diga lunga complessivamente quasi 1,6 km, ma
composta da quattro settori, posta a difesa dei tre varchi con il mare (quelli
di Chioggia, Malamocco e Lido, quest’ultimo a sua volta scomposto in due
tronconi) per fronteggiare le alte maree.
COME PROCEDONO I LAVORI - A
fare il punto è il Magistrato alle Acque di Venezia e il Consorzio Venezia
Nuova (e per il Centro di controllo Thetis). Tra giugno e settembre 2012 sono
stati installati nove cassoni per l’alloggiamento delle paratoie nella trincea
predisposta nel fondale della bocca di porto di Lido. Gli operai sono al lavoro
nei lunghi corridoi sotto il canale (-13 m sul livello del mare) per allacciare
gli impianti tra un cassone e l’altro. I corridoi sono lunghi 420 metri. Le
prime paratoie per la barriera di Lido nord, prodotte a Monfalcone, e gli
elementi maschi delle cerniere, realizzati vicino a Padova, sono ultimati.
Nelle prossime settimane quattro paratoie arriveranno a Marghera in un’area di
6 ettari bonificata e predisposta per lo stoccaggio e l’assemblaggio, dove
verranno collegate ai maschi delle cerniere (l’elemento femmina e il gruppo di
aggancio sono già installati nei cassoni posizionati nel fondale di bocca).
A fine aprile le quattro paratoie verranno calate nei
cassoni, agganciate alle femmine tramite i maschi e messe in funzione per
verificarne l’esercizio (le cosiddette «prove in bianco», cioè naturalmente non
in funzione difensiva dalle acque alte, ma per mettere a punto l’installazione
e poi procedere velocemente alle altre bocche). Il grande «ascensore» di
Malamocco consentirà di varare, iniziando a novembre, i cassoni che saranno poi
posizionati nella trincea sul fondale della bocca di porto di Lido, lato sud,
avviando il completamento della bocca di Lido. A seguire, si procederà con le
altre bocche.
CHI LO AZIONERA’ - A Mose
realizzato saranno i tecnici a vigilare e stare svegli e non più i negozianti.
Il Centro di controllo per la gestione del Mose è stato allestito fin dal 2011
all’Arsenale di Venezia. Qui si assumeranno tutte le decisioni chiave per il
sollevamento o l’abbassamento delle barriere mobili che verranno azionate in
base alle misure dei mareografi, posizionati davanti alle bocche di porto.
L’effettiva decisione della chiusura delle barriere avverrà in base alla misura
diretta del livello delle acque e non in base al dato previsto. Ciò permetterà
di rispondere in tempi brevissimi e fino a poco prima dell’evento a qualsiasi
improvviso cambiamento delle condizioni meteo marine e al modificarsi (in
meglio o in peggio) del grado di pericolo.
Speriamo che in futuro la bella canzone di Charles Aznavour
“Com’è triste Venezia” non diventi un requiem della splendida città lagunare.
(Fonte: Corriere
della sera)
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