NOMINATA MINISTRO DEGLI ESTERI, HA VISTO SFUMARE PER LA
TERZA VOLTA IL SOGNO QUIRINALE. NEGLI ULTIMI VENT’ANNI E’ STATA SIA COL
CENTRODESTRA CHE COL CENTROSINISTRA
Sarà che per stare a galla col sistema Bipolare della
Seconda Repubblica occorreva (parlo al passato, perché siamo tornati a una
politica frammentata) stare da una parte o dall’altra. E così anche i Radicali
si sono ben adeguati a questo gioco, barcollando, dopo le battaglie in materia
di diritti civili negli anni ’70, ora a destra, ora a sinistra. Dal ’94 al 2005
hanno fatto parte del centrodestra, dal 2006 ad oggi del centrosinistra. A
beneficiare di questo passaggio bipartisan la leader storica - insieme a Marco
Pannella - Emma Bonino; la quale negli ultimi vent’anni si è vista assegnare
varie poltrone. Non quella del Presidente della Repubblica, nonostante il suo
nome venga accostato al Quirinale dal 1999. La delusione è comunque sempre
stata mitigata con altri incarichi: oggi quello di Ministro degli esteri. E
date le sue posizioni guerrafondaie espresse in tutti i conflitti degli ultimi
14 anni – benché si professi una “non violenta” – aspettiamoci nuove proposte
pro-belliche. Perché come cantava qualcuno: “la guerra è bella, anche se fa
male”.
GLI ANNI VICINI AL CENTRODESTRA
- Emma Bonino entra in politica nel 1975 quando, dopo essere stata tra le
persone che hanno fondato il Centro d'Informazione sulla Sterilizzazione e
sull'Aborto, si autoconsegna per il delitto di procurato aborto. Nell'anno
successivo, il 1976, il Partito Radicale si presenta per la prima volta alle
elezioni politiche, ed Emma Bonino, capolista alla Camera in molte
circoscrizioni viene eletta a soli 28 anni, assieme ad altri tre radicali
(Marco Pannella, Mauro Mellini ed Adele Faccio).
Continuando nel suo impegno sociale e politico a livello
nazionale e internazionale, viene folgorata anche lei sulla via di Arcore e nel
’94 concorda insieme a Pannella l’appoggio alla coalizione di centrodestra.
Forse sarà anche inciso il fatto che il Cavaliere negli anni ’80 diede una
grossa mano ai Radicali (leggi qui).
Nel 1994 viene eletta per il Polo delle Libertà nel Veneto e il 21 aprile del
1994 entra a far parte del gruppo parlamentare di Forza Italia. Nel gennaio
1995 fu indicata dal primo governo Berlusconi come Commissario Europeo e le
furono assegnati i portafogli della politica dei consumatori, della politica della
pesca e dell’Ufficio Europeo per l’Aiuto Umanitario d’Urgenza (European
Community Humanitarian Office, noto anche come ECHO).
Il 15 marzo 1999, assieme al resto della Commissione Santer,
si è dimessa per le accuse di frode e malgestione nei confronti del commissario
Edith Cresson, che, rifiutandosi di dimettersi, costrinse l'intera Commissione
a una dimissione collettiva. Il rapporto dei "saggi", tuttavia,
conteneva critiche al comportamento di numerosi commissari, inclusa la stessa
Bonino.
Nel giugno 1999 ha partecipato alle elezioni europee con una
lista che portava il suo nome e ha ottenuto uno storico 8,5% dei voti,
diventando la quarta forza politica nazionale. Tale risultato non è mai stato
raggiunto in seguito. Viene rieletta anche nel 2004. In quegli anni i rapporti
con Forza Italia subiscono un raffreddamento, anche se nel 2005 elogiò
l’operato di Berlusconi come Premier.
GLI ANNI COL CENTROSINISTRA -
Dopo un decennio trascorso con posizioni inizialmente vicine alla Casa delle
Libertà, pur con molti distinguo, e poi di opposizione a entrambi i poli, alle
Elezioni politiche del 2006 si presenta con la lista della Rosa nel pugno, un
nuovo partito nato dall'unione di Radicali Italiani e Socialisti Democratici
Italiani di Enrico Boselli.
Il nuovo partito ottiene un deludente 2,6%, una percentuale
largamente inferiore alla somma degli elettorati attribuibili a Radicali
Italiani e Socialisti Democratici Italiani, ma sufficiente a eleggere 18
parlamentari, tra cui la stessa Emma Bonino, che rientra nel Parlamento
Italiano dopo 12 anni. Il 27 aprile 2006, infatti, opta per il Parlamento
Italiano e si dimette da quello Europeo. Il 17 maggio 2006 è stata nominata
ministro delle Politiche Europee del governo Prodi II.
Il 18 maggio 2006 viene istituito il Ministero per il
Commercio internazionale che viene affidato ad Emma Bonino, che mantiene anche
le competenze in materia di Politiche Europee.
Per le elezioni del 2008, i Radicali si accordano col Pd per
l’assegnazione di 5 Senatori. Il 6 maggio 2008 è stata eletta vicepresidente
del Senato della Repubblica con 107 voti a favore.
Nel gennaio 2010 lancia la propria candidatura alla
presidenza della Regione Lazio, appoggiata dai Radicali e solo successivamente
appoggiata anche dal Partito Democratico e altri partiti di centro-sinistra. Le
elezioni la vedono sconfitta per 2,8 punti percentuali dalla candidata del
Popolo della Libertà Renata Polverini: secondo la legge, Emma Bonino aveva
diritto a sedere nel Consiglio Regionale del Lazio, ma decide di rinunciare per
mantenere il seggio in Senato.
Il 29 novembre 2011 (ovvero tredici giorni dopo la fine del
quarto Governo Berlusconi), Concita De Gregorio ha dichiarato che l'uscita di
Gianfranco Fini dal PDL è stata il risultato di una trattativa con la dirigenza
nazionale del PD, che avrebbe "sabotato" la candidatura a Governatore
del Lazio di Emma Bonino per rafforzare la fazione finiana dentro il PDL. Ciò
per poi far cadere il Governo guidato da Berlusconi e sostituirlo con un
Governo sostenuto dal Terzo Polo e dal centrosinistra.
LE POSIZIONI SULLA GUERRA - «Sono
una non violenta, non una pacifista» dichiara. Fatto è che sono più di quindici
anni che la Bonino è una guerrafondaia dai purissimi e santi intenti. Comincio'
durante le vicende di Bosnia, saltellando da una Tv all'altra del Vecchio
Continente e strillando: «Gli stupri etnici! Gli stupri etnici! Non possiamo
tollerare gli stupri etnici!», mentre migliaia di persone morivano sotto le
bombe all'uranio impoverito della Nato, il cui intervento, con questo pretesto,
la Bonino aveva invocato nella sua qualità di Commissario europeo. E ha
continuato, la 'non violenta', appoggiando tutte le guerre occidentali,
successive e preventive: alla Serbia, all'Afghanistan, all'Iraq, alla Libia,
mentre non sarebbe aliena alla «soluzione di forza» con l'Iran dove le donne
indossano il chador che è una delle ossessioni di questa suorina laica.
Si reco' nel 1997, come Commissario europeo,
nell'Afghanistan dei Talebani. I quali le permisero di vedere tutto quel che
voleva. Lei si introdusse nel reparto femminile del policlinico di Kabul, con
un codazzo di giornalisti, fotografi, cineoperatori che si misero a riprendere
tutto e tutti, degenti comprese. Ora, è noto che nella cultura islamica c'è una
particolare sensibilità sulla riproduzione della figura umana, maschile e
femminile (se ci badate i loro tappeti hanno decorazioni solo animali,
floreali, vegetali). Del resto nemmeno in Italia è permesso fotografare i
degenti senza il loro consenso. Intervenne il 'Corpo per la repressione del
Vizio e la promozione della Virtù', acchiappo' la Bonino e il suo codazzo e li
porto' alla prima stazione di polizia. Li' le spiegarono come andavano le cose
dalle loro parti e la rilasciarono. Lei, tornata a Bruxelles, ordino', per
ritorsione, di tagliare gli aiuti umanitari all'Afghanistan.
Il resto è storia d’oggi. Il 28 aprile 2013 la Bonino è
entrata in carica come Ministro degli esteri nell'ambito del governo Letta. È
la seconda donna a ricoprire questo incarico dopo Susanna Agnelli. Una nuova poltrona
dunque, in un Governo di Democristiani, Lobby e Banche che i Radicali di un
tempo avrebbero ripudiato.
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